Tre le proiezioni in collaborazione con AMNC in programma al centro Dar Al Hikma: “La vita in mezzo” di Andrea Parena, “A bitter story” di Francesca Bono e “Europa” di Haider Rashid
Porta delle culture inaugura la mostra Turin Earth, 40 anni di migrazioni a Torino: nella giornata di giovedì 16 marzo alle ore 18,00 presso il centro Dar Al Hikma (Via Fiochetto 15, Torino); l’ingresso è libero.
La mostra Turin Earth è stata esposta circa dieci anni fa al Museo diffuso della resistenza e ora viene riproposta aggiornata ai giorni nostri nella sede del Centro Italo Arabo di Torino grazie alla collaborazione con i curatori Carlo Capello, Francesco Vietti e Pietro Cingolani e all’impegno delle associazioni che costituiscono il progetto Porta delle Culture per un museo delle migrazioni a Torino. Si desidera evidenziare quanto Porta Palazzo sia di fatto un grande centro culturale delle migrazioni e un luogo dove si racconta giorno dopo giorno questa importante storia della nostra città.
Nell’ambito della mostra sono previsti degli appuntamenti collaterali, alcuni dei quali in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema; nello specifico segnaliamo la proiezione a ingresso libero de La vita in mezzo di Andrea Parena prodotto da BabyDoc film in programma sabato 18 marzo alle 21,30 sempre presso il centro Dar Al Hikma alla presenza del regista in sala.
Il film racconta una storia molto attuale di migrazione nella capitale dei marocchini in Italia, Torino, gemellata naturalmente con Khouribga, la città da cui provengono moltissimi marocchini torinesi. “Ho conosciuto Omar, il protagonista de La vita in mezzo, e suo padre Hassan, mentre conducevo una ricerca per un documentario sulla comunità marocchina di Torino. – dichiara il regista Andrea Parena – La storia di Omar mi è subito sembrata emblematica di cosa significhi vivere divisi tra due mondi e due culture, nel momento in cui un ragazzo di seconda generazione deve confrontarsi, per diventare adulto, con il peso del retaggio familiare e tradizionale. Era una storia che travalicava l’indagine sociale e mi dava l’opportunità di affrontare un tema universale per me molto forte, la costruzione dell’identità all’interno delle nostre società. Questo documentario è il risultato della relazione tra me e i suoi protagonisti, figlio e padre, che significativamente aprivano ad un “estraneo” il loro privato, ma non riuscivano ad incontrarsi tra loro, rivelando un disagio profondo su cui credo sia importante riflettere quando immaginiamo il futuro delle nuove generazioni”.
I prossimi appuntamenti cinematografici, sempre presso il Dar Al Hikma (Via Fiocchetto 15, Torino), sono in programma:
> Mercoledì 19 aprile alle ore 20,45 con la proiezione a ingresso libero del documentario A bitter story di Francesca Bono, alla presenza della regista in sala.
A un anno dalla sua scomparsa la proiezione è dedicata a Marina Panarese che per tanti anni ha lavorato insieme alla comunità cinese di Torino.
Barge e Bagnolo sono due piccoli comuni piemontesi ai piedi delle Alpi, in cui da secoli l’attività principale è l’estrazione della pietra e in cui, dalla fine degli anni ’90, è presente la seconda comunità cinese d’Europa. È qui che per i ragazzi cinesi inizia un altro anno scolastico, con la stessa incertezza rispetto al futuro, ma con una novità: un laboratorio teatrale ideato e realizzato per loro.
> Sabato 6 maggio alle ore 21,30 con la proiezione a ingresso libero del film Europa di Haider Rashid.
Kaman, un iracheno che cerca di entrare a piedi in Europa attraverso il confine tra Turchia e Bulgaria, viene catturato da un gruppo di vigilantes bulgari che si definiscono cacciatori di migranti. Riesce però a fuggire e, inseguito senza sosta e pietà, si ritrova perso in una foresta apparentemente sconfinata, in un mondo in cui non esistono regole o leggi. Per tre giorni e tre notti, sarà costretto a combattere per la sua vita in un clima sempre più teso e violento.
Le proiezioni di Turin Earth fanno parte del progetto Ragazzi in Città 3 realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola sostenuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – Ministero della Cultura.
RIMANDATO A MAGGIO DATA DA DESTINARSI – Al Cinema Teatro Maffei e al Polo del ‘900 tre giorni di eventi dedicati al cinema di Piperno e Faccini
Nel mese di maggio, in data da destinarsi, il Cinema Teatro Maffei ospiterà Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini per una tre giorni dedicata al loro cinema e all’uscita del loro nuovo libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole, testimonianza diretta del cinema indipendente italiano dalla sua nascita ad oggi. Maffei vuole che questa sia un’occasione concreta di confronto, di dialogo e ascolto reciproco fra chi lo ha “fondato” e chi attualmente se ne occupa (dalla produzione, alla divulgazione, alla conservazione) e le nuove generazioni.
L’evento è organizzato da Cinema Teatro Maffei in collaborazione con Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Associazione Museo Nazionale del Cinema, Polo del ‘900, Università di Torino e Associazione Babelica.
Il programma della tre giorni
MAGGIO DATA DA DESTINARSI dalle 20.30 – Il rapporto cinema e musica
Ore 20.30
Introduzione degli autori con collegamento del film Giamaica al libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole più visione di alcuni frammenti del concerto di chi ha scritto ed eseguito la colonna sonora del film che andremo a vedere, apice espressivo del loro cinema di strada.
A seguire proiezione del film Giamaica. Al termine del film dialogo con gli autori, Vittorio Sclaverani presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Carlo Griseri direttore del Festival Seeyousound.
Ore 23.00
djset reggae curato da La Notte Indiana
MAGGIO DATA DA DESTINARSI dalle 15.00 – Il rapporto tra cinema e storia
Ore 15.00
Introduzione degli autori con collegamento del film Giro di boa al libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole e conversazione con il prof. dell’Università di Torino Silvio Alovisio e Micaela Veronesi dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza.
Ore 20.30
Introduzione degli autori con collegamento del film Nella città perduta di Sarzana al libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole racconteranno gli antefatti e le vicissitudini politiche che ne accompagnarono la strada che lo portò a Venezia nel 1981 e al Quirinale, dal presidente Pertini, che ne approvò l’autenticità storica e la liberazione alla galera censoria a cui l’aveva destinato la Rai craxiana.
A seguire proiezione film Nella città perduta di Sarzana
Al termine del film dibattito post film con gli autori, il prof. Bruno Maida dell’Università di Torino e Paola Olivetti dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
MAGGIO DATA DA DESTINARSI
Ore 15.00 alPolo del ‘900 introduzione degli autori con collegamento del film Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo al libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole. A seguire proiezione film Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo. Al termine della proiezione conversazione degli autori con Paola Olivetti e Stefano Disegni.
Ore 19.00 Cinema Teatro Maffei – Il rapporto tra il cinema e il sociale
Ore 19.00
Aperitivo aperto al pubblico con gli ospiti
Ore 20.00
Introduzione degli autori con collegamento del film Inganni al libro Eppure qualcosa ho visto sotto il sole
A seguire
Proiezione di Inganni. Al termine della proiezione dialogo post film con gli autori e il prof. Umberto Mosca dell’associazione Babelica.
Doppia proiezione al Cinema Greenwich Village domenica 2 aprile 2023
In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, torna Cinemautismo, la prima rassegna cinematografica italiana dedicata allo spettro autistico,alla sua XV edizione. L’appuntamento è per domenica 2 aprile al cinema Greenwich Village di Torino e, come da tradizione, l’ingresso è gratuito.
“Arrivare alla quindicesima edizione – commentano i curatori Marco Mastino e Ginevra Tomei – ci emoziona. Fin dall’inizio abbiamo voluto costruire un progetto che permettesse di dare visibilità all’autismo proponendo anche titoli senza distribuzione in Italia e, guardandoci indietro, non possiamo che essere soddisfatti della varietà e della qualità delle pellicole provenienti da tutto il mondo che abbiamo proposto. Dall’australiano Mary and Max al cinese Ocean Heaven, passando per l’israeliano Mabul allo svedese Simple Simon, questi sono solo alcuni dei titoli che ci hanno accompagnato in questo lungo viaggio nelle neuro-divergenze. Se ora c’è una vera e propria esplosione di serie e film in cui si parla di autismo, fino a poco tempo fa la situazione era molto diversa. La conoscenza e la consapevolezza stanno aumentando e, di pari passo, anche le tipologie di opere audiovisive, soprattutto quelle che fanno parte del cosiddetto “cinema del reale”: non più “solo” documentari, ma vere e proprie riflessioni sul presente. Quest’anno ne abbiamo scelte due, una danese e una italiana, che avremo la fortuna di vedere introdotte dai registi. Una bellissima opportunità di confronto che speriamo il pubblico apprezzerà”.
La rassegna, che prevede la proiezione di due film, si svolge domenica 2 aprile e inizia con I mille cancelli di Filippo di Adamo Antonacci, ironico e affascinante ritratto di Filippo Zoi, un ragazzo autistico con la passione per i cancelli e il disegno. Il documentario delinea, tassello dopo tassello, il complesso universo di Filippo, tra attività giornaliere, ore dedicate al disegno, impegni famigliari e momenti di difficoltà (ore 18.00 al Greenwich Village). Il film, girato nel 2022 e presentato a numerosi festival, sarà introdotto e commentato dal regista e dal padre di Filippo, Enrico Zoi.
La giornata prosegue e si conclude con l’anteprima nazionale di He’s My Brother di Cille Hannibal e Christine Hanberg, intensa e poetica opera danese che ritrae la vita familiare di Peter, un giovane uomo autistico nato sordo e cieco. Il film è raccontato attraverso gli occhi della sorella minore, la co-regista Christine Hanberg, che esplora il suo ruolo di sibling e tutrice, e si interroga – con disarmante onestà – sul significato dell’essere responsabile della vita di un’altra persona (ore 21.00 sempre al Greenwich Village). Christine Hanberg, assieme alla madre Jonna, sarà presente in sala per introdurre e commentare il documentario che si è aggiudicato nel 2021 la menzione speciale al Copenhagen International Documentary Film Festival (CPH: DOX), uno dei maggiori festival internazionali dedicati al cosiddetto “cinema del reale”.
Cinemautismo è una rassegna curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei e organizzata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema, grazie al sostegno di Angsa Torino ODV, Gruppo Asperger Piemonte APS, ANFFAS Torino APS, Fondazione TEDA per l’autismo onlus, Motore di Ricerca – Comunità attiva e Fondazione CRT. La manifestazione è patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino, da Fondazione Paideia Ente Filantropico e dal Comitato Siblings Onlus.
Ingresso libero a tutte le proiezionifino a esaurimento dei posti disponibili in sala.
In linea con il suo obiettivo di diffondere la conoscenza dello spettro autistico attraverso il cinema, Cinemautismo prosegue inoltre la sua collaborazione con i Servizi Educativi del Museo Nazionale del Cinema organizzando una matinée gratuita per le scuole superiori in programma lunedì 3 aprile alle ore 9.30 presso il Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino) con il film The Drummer and the Keeper di Nick Kelly.
I mille cancelli di Filippo di Adamo Antonacci (IT 2022, 73′)
Il documentario I mille cancelli di Filippo segue la vita del giovane autistico Filippo Zoi: la passione per il disegno, l’attività di illustratore di libri scritti dal padre Enrico, le crisi tanto violente quanto insondabili, le relazioni familiari e amicali.
Dal racconto affiora la passione di Filippo per porte e cancelli: come in una personalissima liturgia, sente il bisogno di elencare ai genitori le porte e i cancelli che ha “visto, fotografato e anche toccato” da quando era bambino fino a oggi che è un giovane adulto.
Il film delinea, tassello dopo tassello, il complesso universo di Filippo, tra attività giornaliere, ore dedicate al disegno, impegni famigliari e momenti di difficoltà.
21.00
He’s My Brother di Cille Hannibal e Christine Hanberg (DK, NO 2021, 75′) – Anteprima italiana – v.o. sott. it.
Menzione speciale al CPH: DOX, Copenhagen International Documentary Film Festival
Peter è il fratello di Christine: è nato sordo e cieco e la famiglia ha sempre dovuto vedere e sentire il mondo per lui. Oggi Peter ha 30 anni e vive ancora a casa. Il suo bisogno di aiuto e assistenza è tale per cui la famiglia ha difficoltà a trovargli una residenza. Cosa gli succederà, dunque, quando i genitori non ci saranno più? Chi gli garantirà una vita dignitosa?
He’s My Brother è un film poetico sui legami di sangue e su un’incredibile dinamica familiare. Il film è raccontato attraverso gli occhi della sorella minore, Christine, che esplora il suo ruolo di sibling e tutrice, e si interroga – con disarmante onestà – su cosa significhi effettivamente essere responsabile della vita di un’altra persona.
Giovedì 23 marzo, alle ore 21.00, proiezione a ingresso libero de “La vita agra” di Carlo Lizzani
Nell’ambito del programma diffuso di Biennale Democrazia 2023, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) promuove un appuntamento a ingresso libero di Parole&Cinema dedicato a Luciano Bianciardi nella giornata di giovedì 23 marzo alle ore 21,00 presso la Sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino).
La libertà erosa e l’alienazione legate al mondo del lavoro, in particolare negli ambiti delle professioni culturali, sono tematiche centrali ne La vita agra e più complessivamente nell’opera di Luciano Bianciardi, scrittore disincantato nella sua irriverenza e preveggente nella sua lucidità. Questioni e atmosfere che tornano nella trasposizione cinematografica del suo romanzo più celebre, realizzata in forma di commedia amara da Carlo Lizzani nel 1963 insieme agli interpreti Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli.
La proiezione del film di Lizzani sarà anticipata da un’introduzione curata da Edoardo Peretti che, partendo dal romanzo e della sua trasposizione cinematografica, allargherà lo sguardo sull’approccio che molto cinema e molta letteratura italiana hanno avuto nei primi anni sessanta nei confronti del boom economico; quello cioè di scovare il “lato oscuro della luna”, di cogliere gli elementi di crisi, di disagio e di contraddizione nascosti dietro le apparenze del benessere economico e di una nuova modernità.
A Comala un omaggio al cinema femminile mondiale proposto da registe italiane. Inaugurazione 16 febbraio, alle ore 21, con Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma presentato da Elsi Perino e Ilaria Ciavattini
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema nell’anno in cui ricorre il 70° anniversario dalla sua fondazione è lieta di proseguire la sinergia con l’Associazione Comàla per il progetto Le cose che abbiamo in comune finanziato dalla Città di Torino con una rassegna di cinema al femminile che comprende alcuni dei principali film di sette registeacclamate a livello internazionale, le quali opere saranno presentate da altrettante registe italiane.
7 sere per 7 registe replica un fortunato format di Comàla originariamente declinato al maschile, ampliandolo e arricchendolo della presenza di altrettante autrici che condurranno il pubblico alla scoperta dei più iconici film di Céline Sciamma, Sofia Coppola, Jane Campion, Susanna Nicchiarelli, Andrea Arnold, Chloè Zhao, Chantal Akerman. La sera successiva alla proiezione, ogni regista nostrana coinvolta nella presentazione, presenterà al pubblico una sua opera, di cui discuterà il legame e l’ispirazione artistica con l’autrice prescelta e proiettata la sera prima. Queste doppie proiezioni intendono stimolare un dialogo immaginario tra autrici e offrire al pubblico uno sguardo dall’interno rispetto a un territorio ancora purtroppo troppo poco battuto professionalmente dalle donne: l’industria cinematografica.
La rassegna prenderà il via giovedì 16 febbraio da Comàla con Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma presentato da Ilaria Ciavattini ed Elsi Perino e proseguirà fino al 26 marzo.
Gli spazi coinvolti per le proiezioni sono due: Comala e Fondazione Merz a sua volta partner del più ampio progetto Le cose che abbiamo in comune. L’ingresso alle proiezioni è sempre libero e gratuito, con inizio previsto alle ore 21.00.
“A guidarci nell’esplorazione di temi complessi affrontati dalle autrici internazionali prescelte – dichiara Valentina Noya per l’Associazione Museo Nazionale del Cinema – come l’identità di genere, il racconto di formazione contemporaneo, l’affettività nonostante la disabilità, il femminismo e il socialismo, le nuove generazioni segnate dalla povertà educativa, ma con grandi passioni, la guarigione e la risignificazione della propria esistenza e la monotonia della vita casalinga, saranno altrettante donne registe con a cuore argomenti analoghi: Elsi Perino, Ilaria Ciavattini, Flavia Montini e la sceneggiatrice Anita Otto, Cristina Monti, Stefania Bona, Francesca Scalisi, Francesca Frigo, Donatella Di Cicco, molte delle quali hanno beneficiato del sostegno di Film Commission Torino Piemonte attraverso il Piemonte Doc Film Fund”.
“Per il progetto Le cose che abbiamo in comune – prosegue Roberta Lanzi – è stato sin da subito indispensabile nell’idea fondante della rassegna trovare un momento per raccontare un gruppo eterogeneo di artiste figlie di periodi e luoghi differenti, ognuna con la sua poetica, la sua voce e le sue istanze, ma tutte unite da un talento tale da scardinare un sistema patriarcale, maschilista e chiuso come quello del cinema: sette esempi di grandi registe che possano essere prova che la settima arte non è declinata solo al maschile”.
L’illustrazione della rassegna è stata realizzata da Laura Ciriello,in arte La volpe Illustrator, che ne ha descritto così la genesi: “L’illustrazione a cui ho pensato per 7 sere per 7 registe vuole raccontare la centralità dello sguardo femminile dietro la camera. Mi sono ispirata, sfogliando i miei libri, a una fotocamera Rolleiflex che appare in moltissimi autoritratti di Vivian Maier”.
7 sere per 7 registe fa parte del progetto Le cose che abbiamo in comune, finanziato dalla Città di Torino (su Asse 6 – misura TO6.2.1.a REACT TO COVID). Il progetto è coordinato da Associazione Comala, in partenariato con Fondazione Merz, Associazione Museo Nazionale del Cinema, Associazione Zampanò e Zoe-Ex Caserma La Marmora. Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare presidi culturali di comunità sull’asse che va da piazza Benefica (Cit Turin) alla Fondazione Merz e i giardini Chiribiri (San Paolo) passando per l’ex Caserma La Marmora di Corso Ferrucci, punto di congiunzione tra i due quartieri, con un programma ampio, continuativo ed eterogeneo di eventi e appuntamenti culturali che si svilupperanno fino all’estate del 2023.
PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA
> Giovedì 16 febbraio ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma (Francia 2019, 122’)
Bretagna, Francia, 1770. Marianne, una pittrice, è incaricata di realizzare il ritratto di nozze di Héloïse, una giovane donna che ha appena lasciato il convento. Héloïse è però riluttante al matrimonio e Marianne deve ritrarla senza che lei lo sappia, osservandola di giorno e lavorando di nascosto di notte. Tra le due pian piano nascerà un rapporto fatto di intimità e attrazione, destinato a un drammatico epilogo.
> Domenica 19 febbraio ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Un uomo deve essere forte di Ilaria Ciavattini ed Elsi Perino (Italia 2019, 62’)
La storia è ambientata in Val Trompia, provincia del Nord Italia; sullo sfondo fabbriche di armi, caccia sportiva, laghetti per la pesca facilitata e lavori spesso precari. Le riprese iniziano a novembre 2015 quando Jack, nato con caratteri sessuali femminili, sta compiendo il percorso di transizione per adeguare il proprio corpo a quello che sente di essere da sempre: un uomo. Jack inizia ad interrogarsi su cosa significhi, al di là del corpo, essere un uomo e su che tipo di uomo essere, iniziando a mettere in discussione i modelli di mascolinità offerti dall’ambiente in cui vive.
> Giovedì 23 febbraio ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola (USA 1999, 95’)
In una cittadina del Michigan, a metà degli anni Settanta, le cinque sorelle Lisbon, adolescenti d’inquietante beltà, sono l’oggetto del desiderio, della curiosità e della venerazione dei ragazzi del vicinato. La più piccola, Cecilia, tenta il suicidio: quello che seguirà è destinato a rimanere scolpito per sempre nella memoria dei sopravvissuti.
> Domenica 26 febbraio ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Los Zuluagas di Flavia Montini (Italia 2022, 80’)
Camilo, 35 anni, figlio dei guerriglieri colombiani Bernardo Gutierrez Zuluaga e Amparo Del Carmen Tordecilla, torna nel suo paese d’origine dopo venticinque anni di esilio in Italia. Nel tentativo di comprendere le scelte radicali dei suoi genitori, si immerge nell’archivio di famiglia. Straordinari film amatoriali e scritti privati rivelano conflitti mai sopiti e memorie dolorose. Quelle di un padre, comandante rivoluzionario, che ha sacrificato tutto in nome della lotta politica, ma che ha visto il suo sogno di giustizia svanire. Quelle di un figlio, cresciuto all’ombra di un uomo carismatico ma ingombrante, incapace di accogliere i bisogni di un bambino. Quelle di una madre: un fantasma che agita i sonni di Camilo da quando aveva cinque anni. Un’occasione unica per dar vita a un dialogo impossibile, a lungo desiderato ma mai veramente avvenuto.
> Lunedì 27 febbraio ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Lezioni di piano di Jane Campion (Australia/Francia/Nuova Zelanda 1993, 121’)
Ada, muta dall’età di sei anni, giunge in Nuova Zelanda, sposata per procura con Stewart, un piccolo possidente. Con lei ci sono la figlioletta Flora, i bauli, un pianoforte. Stewart fa abbandonare il pianoforte sulla spiaggia perché è difficile da trasportare lungo gli impervi sentieri dell’isola. Baines, un bianco che si è avvicinato ai costumi dei Maori, aiuta Ada a riaverlo. Ottenuto da Stewart il piano, chiede a Ada di dargli lezioni, che prevedano una disponibilità “controllata” della donna al gioco erotico. Per continuare a suonare, lei accetta. Baines le restituisce il pianoforte; tra i due si stabilisce una relazione che Flora osteggia. La relazione sembrerà sfociare nella tragedia.
> Venerdì 3 marzo ore 21.00 Fondazione Merz, Via Limone 24, Torino
Miss Marxdi Susanna Nicchiarelli (Italia/Belgio 2020, 107’)
Il film racconta la vita di Eleanor, la figlia più piccola di Karl Marx. Il ritratto che ne emerge è quello di una donna determinata e intelligente, appassionata attivista femminista e socialista. Tuttavia, la sua vita sarà fortemente condizionata dalla relazione con il compagno di lotte Edward Aveling.
> Domenica 5 marzo ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Non aver paura! Donne che non si sono arrese di Cristina Monti (Italia 2009, 60’)
Ribelli, bandite, partigiane… donne protagoniste della guerra di Liberazione in Piemonte e delle successive battaglie per l’affermazione di diritti sociali e civili si raccontano attraverso il linguaggio del teatro. Con le loro testimonianze tratteggiano un quadro, ricco di sfumature, dei diversi modi in cui le donne hanno contribuito alla lotta al nazifascismo e di quanto questo sia stato deflagrante per le loro vite. Profonde ritrosie a ricordare i ruoli di primo piano rivestiti nella Resistenza o a rievocare il dolore di repressioni subite in ambito lavorativo sono state superate grazie alla presa di coscienza di aver fatto parte di un’unica grande corrente, la cui forza si alimenta ogni volta in cui queste donne si riuniscono per una nuova replica. Non stanno recitando: quella che portano sulla scena è la loro vita, sono le lotte che hanno vissuto sulla propria pelle e che hanno generato l’attitudine a non arrendersi nell’affrontare l’esistenza.
> Domenica 12 marzo ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Fish Tank di Andrea Arnold (Paesi Bassi/Regno Unito 2009, 123’)
Tutto cambia per la problematica quindicenne Mia quando sua madre porta a casa il giovane fidanzato Connor. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai BAFTA, ha ottenuto 3 candidature agli European Film Awards
> Lunedì 13 marzo ore 21.00 Fondazione Merz, Via Limone 24, Torino
Gente dei bagni di Stefania Bona e Francesca Scalisi (Italia 2015, 59’)
Un edificio di mattoni rossi, con una scritta grande al neon: ‘bagni’. Sono gli ultimi bagni municipali di Torino a fornire questo servizio alla cittadinanza. È un microcosmo di storie che s’incrociano nel tempo di uno degli aspetti più intimi della vita di ognuno: la pulizia del proprio corpo. Luogo di incontri di categorie sociali un tempo molto distinte, oggi accomunate dallo stesso bisogno. Luogo di scontri in cui la povertà talvolta prende la forma della rabbia. Un luogo prezioso, perché laddove la povertà si manifesta anche la condivisione e l’ascolto divengono i principi per una nuova rinascita.
> Domenica 19 marzo ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
The Rider di Chloé Zhao (Stati Uniti 2017, 103′)
A seguito di un grave incidente a cavallo, Brady, un giovane cowboy, deve affrontare un lungo percorso di guarigione fisica e psicologica per dare un nuovo senso alla propria esistenza e ai propri obbiettivi dopo che i medici gli hanno detto che non potrà più cavalcare. Il giovane cerca così un nuovo modo per mantenere la sua famiglia, ma fatica ad abbandonare la sua passione nonostante le convulsioni che l’incidente gli provoca. Presentato al Festival di Cannes del 2017 e candidato a quattro Independent Spirit Award The Rider è stato la consacrazione di Chloé Zhao, prima dell’exploit di Nomadland.
> Lunedì 20 marzo ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Sanperè! – Venisse il fulmine di Francesca Frigo (Italia 2013, 70’)
Un anno nel centro di accoglienza di Caramagna, in Piemonte, dove risiedono il giovane ivoriano Diarra e i suoi compagni di sventura arrivati dalla Libia in attesa di ricevere il permesso di soggiorno e la risposta alla domanda di asilo politico. C’è chi è in fuga dalla guerra, chi è in cerca di un nuovo futuro per il quale ha pagato una grossa somma. Nel vuoto delle giornate, tante parole, tanti confronti, l’incombere della chiusura del centro… Fino a quando non finisce la cosiddetta «emergenza Nordafrica», che li ha visti protagonisti involontari per quasi due anni, e Diarra e gli altri sono costretti a riprendere il loro cammino, ciascuno per sé verso un diverso destino.
> Venerdì 24 marzo ore 21.00 Fondazione Merz, Via Limone 24, Torino
Ventisette di Donatella Di Cicco (Italia 2021, 82’)
Il film racconta una gravidanza nell’intimità di una famiglia che si interrompe a ventisette settimane. Al sesto mese nasce precocemente Anna Mia, a causa di una pre-eclampsia: il suo peso è di settecentoquaranta grammi. Viene ricoverata per tre mesi nel reparto di terapia intensiva neonatale della Clinica Universitaria del Sant’Anna di Torino (TINC). Tre lunghissimi mesi di piccoli progressi, misurati in grammi, passo dopo passo.
> Domenica 26 marzo ore 21.00 Comala, c.so Ferrucci 65/A, Torino
Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles di Chantal Akerman (Belgio/Francia 1975, 201′)
Eletto miglior film della storia dalla rivista Sight & Sound il film racconta tre giorni della vita disperata e ripetitiva di Jeanne Dielman, la cui esasperante routine, intervallata anche da un’inaspettata abitudine, viene rotta da un incontro con un cliente. I piccoli particolari della vita della donna disveleranno come il meccanismo si sia inceppato.
Corso di formazione gratuito per insegnanti su cinema e nonviolenza inserito nel progetto Ragazzi in Città 3 promosso dall’AMNC, Unione Culturale Franco Antonicelli e Centro Studi Sereno Regis, sostenuto dal MiC – Direzione generale Cinema e Audiovisivo, MIM nell’ambito del progetto Cinema e immagini per la Scuola
Il cinema, ormai il penultimo media, o forse anche il terz’ultimo, resta tuttavia il medium più impattante a livello emotivo, al punto che il suo stesso lessico ne dà conto: pellicola, cioè sottile membrana, fragile barriera tra noi e i contenuti di quel testo illustrato che affonda le sue radici nel desiderio umano di condividere storie.
Queste storie portano con sé visioni del mondo, valori, disvalori, emozioni. La analisi filmica tradizionale raramente si occupa del contenuto delle storie scritte per il cinema. Parla di qualità dell’immagine, di sintassi filmica, di colore, inquadrature, recitazione. Questo corso invece intende occuparsi delle storie, delle narrazioni e di quanto, in termini valoriali, veicolano.
Soprattutto intende introdurre i partecipanti, attraverso il cinema, specchio della realtà, alla riflessione su due temi di estrema attualità e al contempo ancestrali: la violenza, i conflitti umani e la loro possibile soluzione tramite percorsi che utilizzino la nonviolenza.
Partendo dal chiederci perché la violenza sia uno strumento quasi inevitabile per le società umane, studieremo come riconoscere chi chiamiamo nemico, per analizzare poi il core del corso: il cinema nonviolento.
Esiste un modo di usare il cinema – come ogni arte, del resto – che svela l’impegno civile degli autori. Molti film hanno saputo denunciare le ingiustizie, e altrettanto bene hanno mostrato come affrontare i conflitti in maniera creativa, nonviolenta. Questi film diventano uno strumento fondamentale per una didattica volta a sviluppare la coscienza civile degli studenti.
Non solo: scoprendo come si possa fare cinema nonviolento, ci si interrogherà su come riportare quegli insegnamenti nella nostra vita quotidiana, affinché anche il nostro vivere diventi sempre più nonviolento e rispettoso delle relazioni con gli altri umani e la natura.
Dal documentario alla denuncia, dalla satira alla documentazione di azioni nonviolente; il corso è il risultato di 12 anni di riflessioni che il Centro Studi Sereno Regis ha condotto da quando, nel 2011, ha tenuto a battesimo il primo premio alla cinematografia nonviolenta, “Gli occhiali di Gandhi”, istituito da Gianni Amelio all’interno del Torino Film Festival.
PROGRAMMA
I incontro, 23 marzo h 17 – 20: premesse generali sul cinema. Riflessioni sulla violenza. Il cinema usa il nostro tempo. Quanto gli concediamo? Perché molti di noi sono affascinati dai racconti violenti, dal cinema horror? Cosa è la violenza? Che cosa provoca in noi, che radici ha? Cosa ci affascina della violenza? Esempi ed esercizi.
II incontro, 30 marzo h 17 – 20: la violenza nella società. Perché usiamo la violenza. Quanti tipi di violenza ci sono e chi li mette in atto.
A. Dogliotti La violenza diretta, quella strutturale e quella culturale. Come riconoscerle. Appendice: la violenza contro le donne. Esempi ed esercizi.
III incontro, 13 aprile h 17 – 20: il mio miglior nemico. Fisiognomica del cattivo. A chi somiglia, veramente? Dove nasce il cattivo, come si forma? Differenza tra “nemico” e “cattivo”. Mettersi nei panni del nemico. Di chi siamo nemici, noi? The Stanford prison experiment: possiamo diventare cattivi? Come si risolvono i conflitti senza la NV?
IV incontro, 20 aprile h 17 – 20: la nonviolenza al cinema. La nonviolenza: una filosofia? un cammino spirituale? una tecnica? Come si “mostra” al cinema? All’inizio: denunciare i conflitti, documentarli. Il giullare: irridere il potere per svelare le ingiustizie. Il terzo passo: mostrare la via della nonviolenza. Il quarto passo: per un cinema che diventa nonviolenza praticata.
L. Arcidiacono Cinema, sostenibilità e natura
V incontro, 27 aprile h 17 – 20: i film nonviolenti. Analisi critica di: Couleur de peau: miel. L’image manquante. The dark horse. Mister Tao.
VI incontro, 4 maggio h 17 – 20: i film nonviolenti. Analisi critica di: Talien, El lugar de las fresas, Balon
VII incontro, 18 maggio h 17 – 20: un cinema diverso è possibile. Analisi critica di: Non è un pranzo di gala, A force more powerful, Cultures of resistance, Dove bisogna stare
Un percorso in 3 tappe, 3 epoche e 3 paesi su giovani #città #Storia #sogni #diritti
Nell’ambito del progetto Ragazzi in Città 3, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo tramite il ‘Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola’, Associazione Museo Nazionale del Cinema, Unione culturale Franco Antonicelli e Centro Studi Sereno Regis organizzano presso il Convitto Nazionale Umberto I (Via Bligny 1 bis, Torino)), una mini-rassegna cinematografica aperta alle classi del biennio di scuola secondaria di secondo grado.
Attraverso tre film di epoche, generi e paesi diversi, il percorso mostra vari modi di narrare per immagini il rapporto tra giovani e città inteso come spazio di crescita, di conflitto e di sviluppo di uno sguardo sul mondo. Tra diritti negati, illusioni, sentimenti e sogni, la rassegna propone una breve storia del cinema in tre tappe legate da un filo rosso: il rapporto tra realtà e finzione, tra storia del cinema e storia sociale.
Ecco il calendario:
16 Marzo 10-13*: SCIUSCIÀ di Vittorio De Sica (Italia, 1946, 88’)
13 Aprile 8,30-13*: LA PICCOLA VENDITRICE DI SOLE di Djibril Diop Mambéty (Senegal, 1999, 45’)
11 Maggio 9-13*: TOMBOY di Céline Sciamma (Francia, 2011, 84’)
Potrà poi aggiungersi una proiezione speciale e conclusiva del progetto.
*NB: le forbici orarie sono indicative: a seconda delle manifestazioni di interesse sarà fissato un unico orario per ciascuna delle giornate.
SINOSSI DEI FILM IN PROGRAMMA:
Sciuscià
All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, Pasquale e Giuseppe sono due amici che, nel disordine di quel momento storico, esercitano lavoretti e attività non sempre lecite. Coinvolti in una rapina, vengono inviati al riformatorio in attesa di giudizio. Il tempo passa e la loro vita in carcere si fa sempre più dura. Trattati spesso in modo disumano dai secondini e dai dirigenti, i loro animi si inaridiscono e anche l’amicizia che li legava finisce per essere messa a dura prova.
La piccola venditrice di sole
Sili Laam vive sui marciapiedi di Dakar chiedendo l’elemosina. All’ennesima violenza subita dai piccoli strilloni che vendono i quotidiani, Sili decide di diventare anche lei venditrice di giornali, nonostante le stampelle con cui è costretta a camminare. Con l’aiuto di un amico, realizza il suo obiettivo e si emancipa. Da questo momento comincia per lei una nuova vita.
Tomboy
Il personaggio al centro della storia ha 10 anni. È estate e la sua famiglia ha appena cambiato casa. La sua vita in una nuova città è sospesa tra nostalgia del passato e desiderio di futuro, tra infanzia e adolescenza. Come si può conciliare il dover badare alla sorellina mentre i genitori sono al lavoro con l’arrivo di una nuova amica e di tutta una compagnia di coetanei?
Mercoledì 8 marzo, dalle ore 17,30, appuntamento al Liceo Berti con Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
Nell’ambito del progetto Le cose che abbiamo in comune, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Comàla collaborano a un appuntamento speciale, aperto a tutta la cittadinanza, promosso dal Liceo Domenico Berti di Torino in occasione della Giornata internazionale della donna. in programma mercoledì 8 marzo dalle ore 17,30 presso l’aula magna della scuola (Via Duchessa Jolanda 27 bis, Torino. Il pomeriggio inizia con Renata Andolfi che racconterà il suo viaggio di 900 km in bicicletta nel nord dell’India per raccogliere fondi contro le mutilazioni genitali femminili a sostegno delle bambine accolte presso il Rescue Center di Loitokitok in Kenya. A seguire proiezione del film Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud introdotto dalle studentesse e dagli studenti delle classi 2a E e 2a G che hanno fatto un incontro preparatorio con il regista iraniano Milad Tangshir. Nel corso della giornata interverrà l’attivista iraniana Azam Bahrami. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili in sala.
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