Per supportare il nostro concorso, i premi e l’ospitalità dei finalisti vi chiediamo di aiutarci, donando per la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. Ci sono tante ricompense che vi aspettano! La decima edizione di Lavori in Corto è dedicata a Marina Panarese: attivista per i diritti dei migranti e operatrice sociale, è cresciuta con i valori più sani del Novecento, che l’hanno portata a sviluppare uno sguardo rivolto al futuro, grazie a una grande curiosità nei confronti del mondo, con la capacità di accrescere il dialogo interculturale e con le nuove generazioni.
Il Primo premio è dedicato ad Armando Ceste, il Premio giovani a Vittorio Arrigoni mentre il Premio rivolto ad autrici e autori stranieri o di seconda generazione è intitolato a Marina Panarese. Lavori in Corto si sviluppa grazie alla collaborazione di numerose realtà attive nel sociale e apre la selezione a cortometraggi e documentari brevi di giovani registe e registi. Grazie mille per la vostra attenzione e la vostra generosità! La campagna è attiva fino al 7 luglio sulla piattaforma online Produzioni dal Basso.
L’Associazione Baretti, in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Antigone, promuove l’anteprima regionale del film Samad di Marco Santarelli che sarà presente in sala per incontrare il pubblico. L’appuntamento è in programma mercoledì 12 giugno 2024 alle ore 21,00 presso il CineTeatro Baretti (Via Giuseppe Baretti 4, Torino). Ingresso unico 3,50 euro grazie al progetto Cinema in Festa; è possibile acquistare i biglietti in prevendita a QUESTO LINK.
Samad è un ragazzo marocchino, che ha sbagliato e che ha già pagato con il carcere i suoi errori. Da quando è tornato libero, ha un lavoro e ce la sta mettendo tutta per trovare la sua strada. Padre Agostino (Roberto Citran), un volontario del carcere, suo amico e mentore, lo convince a tornare dentro per raccontare ai suoi ex compagni la sua nuova vita da uomo libero. Il volontario pensa che Samad sia la persona giusta, per portare un messaggio di speranza a chi dietro le sbarre ci sta ancora. Ma è la giornata sbagliata. In carcere scoppia una rivolta e per restare vivo, Samad è costretto a scegliere da che parte stare, complice oppure ostaggio, musulmano o cristiano. I personaggi principali del film sono attori non professionisti. Il cast si compone principalmente di attori italiani e stranieri, che si sono formati nei laboratori del collettivo bolognese Cantieri Meticci, ma anche di ex detenuti magrebini che durante gli anni di reclusione o una volta fuori, hanno iniziato un percorso teatrale.
Insieme al regista, nel corso della serata, interveranno Martina Cacioppo dell’Ufficio della Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino e Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC e Direttrice di LiberAzioni festival.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema promuove la proiezione in anteprima regionale del film Vale – L’ultimo incontro di Teresa Sala e Stefano Zoja (Italia 2022, 20′) in programma lunedì 3 giugno alle ore 21,00 presso la Sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis (Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino). L’appuntamento è promosso in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni – Cellula di Torino e il Disability Film Festival (DFF); l’ingresso è libero con la possibilità di fare un’offerta Up to You; è consigliato prenotare gratuitamente un posto in sala attraverso questo LINK di Eventbrite.
Intervengono la protagonista del film Valeria Imbrogno, i registi Teresa Sala e Stefano Zoja, Carmen Riccato e Marco Berton del DFF, Valentina Noya dell’AMNC, le e gli attivistə della Cellula Coscioni di Torino.
Il film racconta la storia di Valeria Imbrogno: Valeria è sul ring per l’ultimo incontro della sua carriera di pugile professionista. È sempre stata una guerriera, nei giochi di bambina come nella tragica battaglia combattuta da adulta, per il diritto al suicidio assistito del suo compagno di una vita, Fabiano, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale. Mentre lotta sul ring, le sue parole ci raccontano l’imprevedibile stravolgimento di due vite, il sacrificio degli anni della cura, lo scivolamento verso la fine. Il match prosegue, la stanchezza cresce, i gesti rallentano, fondendosi con la storia raccontata da Valeria, sempre più cruda e diretta. Scopriamo della rabbia che ancora la anima di fronte all’altra perdita della sua vita: l’improvviso suicidio del padre, intrecciato eppure opposto al finale della vita del compagno. L’incontro sta ormai per concludersi, ogni pugno, ogni movenza pesa, il tempo si dilata, la lucidità svanisce. Restano sul ring solo il dolore e la rabbia per due perdite così diverse, e il mistero di ciò che serve a un essere umano per sopportarle.
Valeria Imbrogno è una guerriera e una guaritrice, e conosce sia la vittoria che il dolore. È una donna che riunisce due anime, plasmate da eventi feroci. Ha vinto bronzo agli europei di pugilato con la nazionale italiana, il titolo europeo tra i professionisti e il mondiale di kickboxing fra i dilettanti. È anche psicologa, con specializzazione in criminologia, e ha prestato servizio in contesti di crisi umanitaria, come Haiti e Siria, oltre che in carcere. Per venticinque anni è stata vicina a Fabiano Antoniani, noto nelle discoteche e poi sui giornali come dj Fabo. Ha condiviso con lui la dolcezza e le difficoltà di un amore di enorme forza e imperfezione, vissuto fra Milano e Goa, in India, fino all’incidente d’auto che ha reso Fabiano cieco e tetraplegico. Valeria lo ha accompagnato giorno per giorno, per oltre due anni, nella ricerca di una guarigione che si è rivelata impossibile. Infine hanno scelto il suicidio assistito in Svizzera, divenendo caso politico nazionale, anche grazie all’impegno dell’associazione Luca Coscioni. In quello stesso periodo il padre di Valeria, un ingegnere dai tratti del sognatore, si è tolto la vita. Valeria ha poi salutato Fabiano per l’ultima volta il 27 febbraio 2017 in una clinica svizzera. Oggi Valeria lavora a Milano come insegnante di pugilato e psicologa. È inoltre impegnata a divulgare i diritti riconosciuti agli italiani dalla nuova legge sul fine vita e il testamento biologico, emanata dal parlamento a fine 2017, in conseguenza del dibattito pubblico sulle vicende di Fabiano Antoniani. Sta scrivendo un libro sulla propria vita.
La prima edizione del festival di cinema contemporaneo e indipendente per “superare i confini”
Tre giorni di proiezioni, workshop e dibattiti dal 24 al 26 maggio @Lacumbia Film,
lo spazio creativo in via Tesso 30 a Torino, ingresso libero
Cinema e tematiche sociali si intrecciano in un ricco programma per discutere e far riflettere. È la prima edizione di Barriera Film Festival – Cinema oltre i confini, organizzato dall’associazione Lacumbia Film in partenariato con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, Streeen!, ZARATAN, Ruta, Isophonic Studio, Forword e La Tana che andrà in scena dal 24 al 26 maggio 2024.
Da più di dieci anni la sede di Lacumbia Film in via Tesso 30 accoglie eventi di connessione e scambio creativo nel mondo audiovisivo. Lo spazio si rivela quindi casa ideale per la rassegna, che punta a “superare i confini”, le barriere (ideali e immaginarie che spesso impediscono connessioni e ponti) e che nasce proprio dalla volontà degli ideatori di creare nuove relazioni e celebrare storiche sinergie.
“C’è la voglia di mettere insieme figure del panorama cinematografico piemontese”, spiegano gli organizzatori dell’evento Silvia Pesce, presidente del Lacumbia Film, Andrea De Benedictis, project manager dell’evento, Tiziana D’Urso, marketing e communication manager, Angelo D’Agostino, responsabile degli spazi, e Alessandro Amato, moderatore. “Il contesto è una rete di discorsi sulla complessità del reale. È un festival (re)attivo, rivolto a tutte le fasce d’età, di sesso e di religione per superare ogni barriera e confine”.
I temi trattati nella tre giorni saranno tra i più svariati: dai diritti civili alle migrazioni, passando per tematiche femminili, del lavoro, ma anche inerenti al concetto della cultura con la riscoperta delle tradizioni popolari, e non ultima l’attenzione all’inclusività tramite la sottotitolatura in italiano di quasi tutte le opere in programma (dettagli sul catalogo).
L’evento si presenta fin dalle sue origini con l’obiettivo di far immergere i e le partecipanti in modo dinamico e coinvolgente nel mondo del cinema raccontando, al contempo, quello contemporaneo.
I biglietti sono disponibili su Evenbrite, accedendo tramite il QUESTO link, oppure dal sito o dai canali social dell’associazione. L’ingresso è gratuito (in loco verranno accettate possibili donazioni).
Il programma
Venerdì 24 maggio
Il Barriera Film Festival prende ufficialmente il via venerdì 24 maggio, alle ore 20.00, con l’evento di apertura della rassegna, a cura degli organizzatori e dei partner.
A seguire, la prima nazionale del cortometraggio sperimentale di Andrea De Benedictis, La Strada della Caduta (vincitore del “Golden Lion International Film Festival” nella sezione “Miglior Cortometraggio Muto”), e il film documentario Chant a Batànt di Flavio Giacchero e Luca Percivalle dedicato ai canti battenti, una pratica di canto spontaneo originaria della Valle di Viù, al confine con la Francia.
Sabato 25 maggio
La giornata comincerà con la proiezione dei cortometraggi selezionati dal progetto Ruta, nato con l’obiettivo di proporre un percorso formativo che metta in relazione produzione cinematografica e sostenibilità facendo cultura prendendosi cura del bello che ci circonda. In programma Verdeacciaio di Camilla Morino ed Eugenio Goria; Mario di Andrea Bagnasco e Caterina Nonis; Mira-Futuro di Andrea Ventura e Martina Martinelli; Non Muore Mai di Francesco Dubini e Vittorio Zampinetti; Ritratto Poetico a Mirafiori Sud di Giovanni Astorino, Matilde Messina e Giovanni Russo; Here di Pasquale Pellegrino e Martina Tomaiuolo.
Alle 11.50 la première di Richiesta Inoltrata, diretto da Virginia e Beatrice Orlando.
Nel pomeriggio invece spazio ai dibattiti con l’incontro condotto da Daniele Giario, Alla scoperta del sound design, e quello moderato da Alessandro Amato con gli enti Associazione Museo Nazionale del Cinema, Streeen! e Centro Nazionale del Cortometraggio sullo stato del cinema indipendente a Torino e non solo.
Il sabato sera si apre, alle 18.00, con la proiezione di Àprile – storia di una masnada, diretto da Silvia Pesce, seguito da Shared visions, di Francesco Dragone.
Domenica 26 maggio
La mattinata di domenica è dedicata ai più piccoli, con il laboratorio Giochiamo con il Cinema di Silvia Pesce in cui si potrà sperimentare il linguaggio audiovisivo e imparare a raccontare una storia con le immagini.
Alle 15.00 si segnala l’interessante panel dedicato all’accessibilità nel cinema, condotto da Marta Bressello, dell’associazione Forword, sul tema dei prodotti audiovisivi concepiti con soluzioni destinate principalmente a pubblici con disabilità sensoriali. Seguirà la proiezione dello short doc Franco e Gianni – una storia di Torino, diretto da Angelo D’Agostino e Marta Lombardelli.
Alle 18.00 il dibattito con Angelo D’Agostino sulla creazione e lo sviluppo di un film documentario.
In conclusione della giornata e dell’evento verrà presentato il lungometraggio La voce di chi non ha voce di Andrea Fantino che racconta la storia del CoroMoro, un gruppo di richiedenti asilo africani che canta canzoni in dialetto piemontese nelle Valli di Lanzo e che, nel corso degli anni, è diventato un vero e proprio laboratorio di integrazione e convivenza. Modererà Vittorio Sclaverani, presidente di Associazione Museo Nazionale del Cinema, che da sempre si occupa di divulgare il cinema attento ai diritti umani e alla giustizia sociale.
L’Associazione Baretti e l’Associazione Museo Nazionale del Cinema promuovono la proiezione in anteprima regionale del film Chiesa Nostra di Antonio Bellia scritto insieme ad Antonio La Licata (Italia 2024, 75′) in programma mercoledì 22 maggio alle ore 21,00 presso il CineTeatro Baretti (Via Giuseppe Baretti 4, Torino) con ingresso unico a 5,00 euro. All’appuntamento intervengono il regista Antonio Bellia e l’ex Magistrato Gian Carlo Caselli; è stato invitato a partecipare l’attore principale Pippo Delbono. E’ possibile acquistare i biglietti in prevendita a questo LINK.
Chiesa Nostra è un documentario sul complesso e ambiguo rapporto tra mafia e Chiesa dal dopoguerra ai nostri giorni. Un viaggio di luci e ombre che, attraverso documenti riservati e immagini inedite, racconta come il potere mafioso e quello religioso si siano a volte sovrapposti, a volte scontrati. Le ambiguità, le complicità con i poteri occulti, l’impegno dei vescovi, i preti di frontiera al servizio della lotta alla mafia. La testimonianza, attraverso l’interpretazione di Pippo Delbono, della presunta religiosità dei mafiosi ostentata dai boss e la risposta decisa, ma spesso tardiva, di un numero esiguo di uomini di Chiesa. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con la svolta di Papa Francesco e la scomunica alla mafia.
“Sono cresciuto immerso nella realtà siciliana – dichiara il regista Antonio Bellia – per anni non ho capito come la Chiesa di fronte a fatti cruenti e malvagi, non prendesse una posizione unanime di ferma e decisa condanna. Rimanevo sconvolto nel leggere di preti e prelati accusati di complicità con noti esponenti di Cosa Nostra, ma allo stesso tempo conoscevo e apprezzavo tanti preti di frontiera e il loro lavoro nelle borgate povere e invischiate in una profonda cultura mafiosa. Ho visto cambiare in pochi anni, grazie al lavoro dei tanti “padre Puglisi”, l’istituzione più conservatrice che ci sia. Ho ascoltato e apprezzato le dure parole di Papa Francesco e la scomunica verso i mafiosi. E oggi ho voluto – dovevo – raccontare tutto questo“.
Tra le numerose e importanti testimonianze del film ricordiamo quelle del fondatore di Libera Don Luigi Ciotti, dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, dell’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, del giudice a latere del maxiprocesso Pietro Grasso, dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando e della sociologa della devianza Alessandra Dino. La ricostruzione storica si intreccia alla rappresentazione filmica, animata dalle illustrazioni di Nico Bonomolo e dalle azioni attoriali di Pippo Delbono.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta di collaborare con lo Spazio Musa nell’ambito della mostra Augusto Daolio, uno sguardo libero che sarà visitabile fino al 12 maggio 2024; l’ingresso è gratuito con la possibilità di fare un’offerta libera a favore della Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro.
Martedì 7 maggio alle ore 17,00 in Via della Consolata 11/E a Torino sarà proiettato il film I migliori anni della vostra vita di Armando Ceste (Italia 1988, 30′). Il Movimento del Sessantotto in Italia è iniziato a Torino il 27 novembre 1967 con l’occupazione studentesca di Palazzo Campana. A vent’anni di distanza Ceste racconta, attraverso i testimoni di allora e la partecipazione di Totò Campobello, la rievocazione curiosa e autoironica degli quegli eventi che ebbero luogo nella sede storica dell’università torinese. A quella festa parteciparono numerosi gruppi musicali tra i quali i Nomadi guidati da Augusto Daolio che per l’occasione cantò Come potete giudicar condividendo anche il forte legame umano, sentimentale e artistico della band con la città. Nel corso del pomeriggio sarà proiettato per la prima volta in assoluto il materiale girato, grazie alla preziosa collaborazione di Rewind Digital, relativo all’intervista fatta ad Augusto per le riprese del film.
Nell’autunno del 1987 uscì il nuovo doppio album, anch’esso celebrativo, Like a sea never dies e per commentare la festa a Palazzo Campana Daolio dichiarò a Marinella Venegoni de «La Stampa»:”Se il tempo da dedicare alla nostalgia diventa un fatto artistico, ci va bene. Ha senso per noi se può servire come emozione“. La proiezione a cura dall’Archivio Armando Ceste, Associazione Museo Nazionale del Cinema e Rewind Digital che da tempo portano avanti un progetto di recupero della memoria cinematografica del territorio; la proiezione precede l’incontro delle ore 18,00, Con le parole di Augusto, il viaggio continua, alla presenza di Rosanna Fantuzzi, Luca Morino, Marinella Venegoni, Vito Vita e Laura Curino che leggerà testi di Augusto Daolio.
Nato a Torino nel 1942, dopo alcune esperienze di cinema underground, Armando Ceste è, alla fine degli anni Sessanta, tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino. Dalla metà degli anni Ottanta realizza numerosi cortometraggi e documentari, alcuni dei quali in collaborazione con l’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma, la maggior parte dei quali presentati in anteprima al Torino Film Festival fin dalla sua seconda edizione del 1984. Fondatore e direttore artistico del Valsusa Filmfest, festival cinematografico sui temi della memoria storica e della difesa dell’ambiente, si occupa, inoltre, della comunicazione visiva di programmi culturali per musei, associazioni ed enti pubblici. Nel 2000 pubblica Storyboard (Ananke), nel 2006 il libro+Dvd Porca Miseria. Un viaggio nelle nuove povertà (EGA – Edizioni Gruppo Abele). Nel 2004 inaugura la mostra Terroristen presso il circolo Amantes di Torino. Nel 2008 è fra i promotori del progetto collettivo Walls and Borders e riceve dalla Film Commission Torino Piemonte il Premio Torino Set alla Carriera. Scompare il 15 aprile del 2009.
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