Il discorso di Ariane
Pubblichiamo il testo integrale del discorso letto da Ariane Ascaride in occasione della consegna del Premio Maria Adriana Prolo 2024 avvenuta il 10 dicembre al Cinema Massimo di Torino.
Scrivere un discorso non fa parte delle mie competenze, faccio parte di quella schiera di persone che interpretano le parole degli altri. Scrivere un discorso sul mio percorso e sulla mia carriera, che angoscia! Questo significherebbe che tutto è finito e che sono diventata un vecchio mobile stile Luigi XV che si può esaminare come le vestigia di un tempo. Allora che dire? Per ciò che mi riguarda mi sembra più giusto parlare del presente, del futuro. Se volete sapere cosa ho fatto prima, Google si incaricherà di aggiornarvi, ma se volete sapere quello che faccio e quello che farò ve lo dico io.
Mi batterò per far sentire la mia voce per tutte le donne, dico proprio tutte le donne, non solamente quelle che hanno avuto la fortuna di essere andate a scuola, all’università, di aver acquisito una cultura, quelle che possono difendersi da sole. Scusate, ma cerco in tutta umiltà di parlare e far risuonare quelle che sono annegate in una vita che assomiglia piuttosto alla sopravvivenza. Perché nulla è ineluttabile, perché possano reindirizzarsi e rivendicare il loro status di giovinezza. Quello che è terribile, è l’essere ancora allo stadio della rivendicazione, perché si parla guarda caso della nostra esistenza piena e completa!
Lo farò continuando a raccontare delle storie; ogni tanto facendo il clown, affermando fino al mio ultimo respiro che la vita senza l’arte non è veramente vita. A coloro che pensano che il cinema, il teatro, la pittura, la musica non sono indispensabili alla vita, io rivelo stasera che sono disabil e malati. E non è tutto: a loro manca un organo per godere del mondo e non lo sanno. Ed è ciò che è più terribile perché c’è una parte di loro che è morta, la loro anima è sofferente.
Continuerò con i miei amici, con mio marito Robert Guédiguian ad allertare le persone e il mondo sulla potenza “delle forze del male”. L’egoismo, il potere del denaro e la sua doppiezza, i suoi effetti, la guerra, la volontà di uccidere colei o colui che non assomiglia al modello che vuoi imporre. Il cinismo mostruoso che oggi ha invaso i media malati.
Continuerò a recitare per far ammettere a ogni spettatore che si può guardare una mela e che questa contiene in se stessa il mondo intero, continuerò a recitare per ritrovare più che mai la forza di convinzione che appartiene all’infanzia. Continuerò a recitare per condividere con tutti voi la convinzione totale come direbbe Louis Aragon: Che la vita ne vale la pena (Que la vie en vaut la peine):
È una cosa strana, infine, il mondo,
Un giorno me ne andrò senza aver detto tutto;
Quei momenti di felicità, quei giorni d’incendio,
La notte immensa e buia dalle lacerazioni bionde.
Forse non c’è niente di così prezioso come pensiamo.
Altri verranno.
Hanno il cuore che ho anch’io,
Sanno toccare l’erba e dire vi amo
E sognare nella sera in cui si spengono le voci.
Ci sarà sempre una coppia che freme
Per chi questa mattina sarà la prima alba;
Ci sarà sempre l’acqua, il vento, la luce,
Non passa niente, dopo tutto tranne il passante.
È una cosa, nel profondo, che non riesco a capire,
La paura di morire che le persone hanno dentro di loro,
Come se non fosse già abbastanza meraviglioso
Che il cielo per un momento ci sia sembrato così tenero.
Malgrado tutto vi dico che questa vita fu tale
A colui che mi vorrà sentire a cui parlo qui
Avendo null’altro sul labbro se non una parola grazie
Direi che malgrado tutto questa vita fu bella.
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