Sudan – La guerra differita. Incontro e proiezione

Appuntamento sabato 29 aprile, alle ore 17.00, al Centro Studi Sereno Regis

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema, Mosaico Refugees, Emergency Ong Onlus e l’Agenda del Cinema a Torino promuovono un incontro dedicato alla tragica situzione che sta vivendo il Sudan in queste settimane. L’appuntamento è in programma sabato 29 aprile alle ore 17,00 presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino), l’ingresso è gratuito con la possibilità di fare un’offerta libera a sostegno delle attività di Mosaico Refugees.

Da metà aprile i militari stanno affondando la transizione democratica in Sudan attraverso uno scontro tra l’esercito governativo guidato da Abdel Fattah al Burhan e le milizie paramilitari, Rapid Support Forces (Rsf), cappeggiate da Mohammed Hamdan Dagalo, detto Hemetti, responsabile del genocidio in Darfur negli anni 2000. A pagare le maggiori conseguenze, come in ogni guerra, sono i civili che sono costretti a subire violenze, vivere in condizioni estreme e in molti casi senza accesso all’acqua potabile nella capitale Khartoum e in altre zone del Paese.

Per comprendere meglio il contesto drammatico che supera i confini sudanesi coinvolgendo l’intera regione orientale africana e lo scacchiere geopolitico internazionale che vede Stati Uniti ed Egitto vicini all’esercito, mentre Russia, Cina ed Emirati Arabi Uniti a sostegno dellemilizie paramilitari, sarà presente un testimone d’eccezione Yagoub Kibeida, Excecutive Director di Mosaico Refugees insieme a Franca Mangiameli del Direttivo nazionale di Emergency Ong Onlus di Emergency Ong Onlus, organizzazione che da anni offre servizi medico-sanitari gratuiti disponibili in tutto il Paese.

A seguire sarà proiettato in anteprima nazionale il film documentario Sudan: Journey into one of the most closed countries in the World di Alexandre Spalaïkovitch (Francia 2023, 52′) in versione originale con sottotitoli in inglese. Il Sudan, l’antica Nubia, ospita molti tesori naturali e archeologici unici, è oggi uno dei Paesi più instabili e poveri del pianeta. Da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1956, ha subito diciotto tentativi di colpo di Stato. Dopo trent’anni di dittatura militare-islamista di Omar al-Bashir, nel 2019 il Sudan ha conosciuto un breve periodo di democrazia. Ma è stato di breve durata, perché il Paese è stato oggetto di un nuovo colpo di stato che ha portato al potere il generale al-Burhan e la sua giunta militare nell’ottobre 2021. Da allora il Sudan è isolato dal resto del mondo. Ogni settimana migliaia di cittadini si riuniscono in tutto il Paese per protestare contro il colpo di Stato. Desiderano la libertà dopo anni di sofferenza sotto la dittatura militare e la legge della sharia, dove venivano regolarmente fustigati e umiliati. Una donna intervistata nel film ha spiegato il suo coinvolgimento nella lotta per la libertà: “Distribuiamo queste bombolette di vernice nel quartiere per annunciare le nostre proteste e scriviamo slogan a favore della rivoluzione”. Spruzzando queste parole di dissenso in giro per la città, le attiviste rischiano la prigione e torture.


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