Pubblichiamo il testo integrale del discorso letto da Ariane Ascaride in occasione della consegna del Premio Maria Adriana Prolo 2024 avvenuta il 10 dicembre al Cinema Massimo di Torino.
Scrivere un discorso non fa parte delle mie competenze, faccio parte di quella schiera di persone che interpretano le parole degli altri. Scrivere un discorso sul mio percorso e sulla mia carriera, che angoscia! Questo significherebbe che tutto è finito e che sono diventata un vecchio mobile stile Luigi XV che si può esaminare come le vestigia di un tempo. Allora che dire? Per ciò che mi riguarda mi sembra più giusto parlare del presente, del futuro. Se volete sapere cosa ho fatto prima, Google si incaricherà di aggiornarvi, ma se volete sapere quello che faccio e quello che farò ve lo dico io.
Mi batterò per far sentire la mia voce per tutte le donne, dico proprio tutte le donne, non solamente quelle che hanno avuto la fortuna di essere andate a scuola, all’università, di aver acquisito una cultura, quelle che possono difendersi da sole. Scusate, ma cerco in tutta umiltà di parlare e far risuonare quelle che sono annegate in una vita che assomiglia piuttosto alla sopravvivenza. Perché nulla è ineluttabile, perché possano reindirizzarsi e rivendicare il loro status di giovinezza. Quello che è terribile, è l’essere ancora allo stadio della rivendicazione, perché si parla guarda caso della nostra esistenza piena e completa!
Lo farò continuando a raccontare delle storie; ogni tanto facendo il clown, affermando fino al mio ultimo respiro che la vita senza l’arte non è veramente vita. A coloro che pensano che il cinema, il teatro, la pittura, la musica non sono indispensabili alla vita, io rivelo stasera che sono disabil e malati. E non è tutto: a loro manca un organo per godere del mondo e non lo sanno. Ed è ciò che è più terribile perché c’è una parte di loro che è morta, la loro anima è sofferente.
Continuerò con i miei amici, con mio marito Robert Guédiguian ad allertare le persone e il mondo sulla potenza “delle forze del male”. L’egoismo, il potere del denaro e la sua doppiezza, i suoi effetti, la guerra, la volontà di uccidere colei o colui che non assomiglia al modello che vuoi imporre. Il cinismo mostruoso che oggi ha invaso i media malati.
Continuerò a recitare per far ammettere a ogni spettatore che si può guardare una mela e che questa contiene in se stessa il mondo intero, continuerò a recitare per ritrovare più che mai la forza di convinzione che appartiene all’infanzia. Continuerò a recitare per condividere con tutti voi la convinzione totale come direbbe Louis Aragon: Che la vita ne vale la pena (Que la vie en vaut la peine):
È una cosa strana, infine, il mondo,
Un giorno me ne andrò senza aver detto tutto;
Quei momenti di felicità, quei giorni d’incendio,
La notte immensa e buia dalle lacerazioni bionde.
Forse non c’è niente di così prezioso come pensiamo.
Altri verranno.
Hanno il cuore che ho anch’io,
Sanno toccare l’erba e dire vi amo
E sognare nella sera in cui si spengono le voci.
Ci sarà sempre una coppia che freme
Per chi questa mattina sarà la prima alba;
Ci sarà sempre l’acqua, il vento, la luce,
Non passa niente, dopo tutto tranne il passante.
È una cosa, nel profondo, che non riesco a capire,
La paura di morire che le persone hanno dentro di loro,
Come se non fosse già abbastanza meraviglioso
Che il cielo per un momento ci sia sembrato così tenero.
Malgrado tutto vi dico che questa vita fu tale
A colui che mi vorrà sentire a cui parlo qui
Avendo null’altro sul labbro se non una parola grazie
Cinema e diritti umani, un connubio sul quale l’Associazione Museo Nazionale del Cinema – AMNC continua a lavorare. Quest’anno, come sempre in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani, il Cinema Massimo (Via Giuseppe Verdi 18, Torino) ospiterà martedì 10 dicembre alle ore 20.30, la consegna del Premio Maria Adriana Prolo. Giunto alla 23a edizione, con il patrocinio di Amnesty International Italia, il riconoscimento sarà assegnato all’attrice Ariane Ascaride. L’ingresso è libero, ma è possibile riservare gratuitamente on line il posto in sala attraverso QUESTO LINK di Eventbrite.
Volto del cinema di Robert Guédiguian, attivista per i diritti delle donne e dei migranti, attraverso le sue interpretazioni ha saputo aprire la strada a un immaginario non scontato sul femminile, a partire dal personaggio della cassiera in Marius et Jeanette che le ha fatto vincere il César nel 1998, seguito dalla Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019 per Gloria Mundi. In sala sarà presente per conferire il premio all’attrice il critico Paolo Mereghetti insieme al regista Robert Guédiguian. Intervengono Davide Ferrario, Presidente onorario dell’AMNC, Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC, Silvia Pesce, Direttrice di Mondo Niovo e Paola Ramello di Amnesty International Italia. Nel corso della serata sarà letto un testo scritto da Carlo Chatrian, Direttore del Museo Nazionale del Cinema.
Seguirà la proiezione gratuita del film La ville est tranquille di Robert Guédiguian (Francia 2000, 133’, v.o. sott.it.), con Ariane Ascaride nei panni di Michèle. La protagonista lavora al mercato del pesce e vive solo per salvare sua figlia dalla droga, Paul (Jean-Pierre Darroussin) tradisce i suoi amici scaricatori in sciopero per diventare tassista, Viviane è una musicista e non sopporta più la sinistra realista rappresentata dal marito, Abderramane cerca di aiutare i suoi fratelli, Sarkis lotta per il pianoforte che sogna da sempre. Sono storie di vita e di lotta quotidiana.
“Come ricorda il compagno, il regista Robert Guédiguian, nel contributo scritto per il numero monografico che presentiamo in accompagnamento al premio, la Ascaride lo travolse con tutta la forza di cui era portatrice già dal primo casuale incontro – menzionano Valentina Noya e Vittorio Sclaverani – e allora come oggi Ariane ha mantenuto sempre quell’indomita energia e tenuto acceso il desiderio di giustizia sociale in ogni espressione del suo essere: una coerenza profonda che ha fatto completamente aderire il progetto di vita a quello artistico. In un momento storico buio per la tutela dei diritti nel nostro Paese, siamo certi che Ariane sarebbe sicuramente felice di abbracciare in questo momento il padre di Giulia Cecchettin per fargli sentire tutta la sua stima e il suo affetto”.
“Raccontare i diritti umani necessita di linguaggi, spazi e visioni diversi fra loro; – dichiara Laura Petruccioli, Responsabile del progetto Arte e diritti umani di Amnesty International Italia – Per questo il linguaggio cinematografico è così importante per chi, come Amnesty International, lo fa attraverso documenti e ricerche: ci mette a disposizione altre armi potenti, quelle della rappresentazione e dell’emozione. Ancora meglio quando questo linguaggio è nelle mani di un’artista come Ariane Ascaride, che vive nel mondo e condivide con il suo pubblico le battaglie e le tematiche a cui tiene; che non si tira indietro nel prendere posizione.
“Non posso non sentire una naturale familiarità con il cinema di Robert Guédiguian – conclude Davide Ferrario, Presidente onorario dell’AMNC – nei suoi film si respira quell’aria di lavoro d’insieme che per me è indice della moralità del fare cinema. Il suo territorio è facilmente identificabile: non solo una città, Marsiglia, ma addirittura un quartiere specifico, l’Estaque. Nei suoi film ritornano nomi e volti da una storia all’altra. Su tutti, naturalmente, spicca quello di Ariane Ascaride, compagna di vita e d’arte; e, come si sarebbe detto in tempi precedenti al #MeToo, vera e propria musa. Ascaride è un’attrice fantastica, la perfetta espressione di un’idea di cinema no glamour che però va dritto al cuore dello spettatore perché ne avverte la totale sincerità. Sincerità che non ha nulla a che fare con lo spontaneismo o un malinteso senso neorealista, ma che si nutre dell’umanità che è insieme della donna, dell’artista e del contesto che le sta intorno. Siamo dunque onorati, come Associazione, di conferirle quest’anno il premio Maria Adriana Prolo. Da donna a donna: una staffetta di indipendenza, libertà e autonomia”.
Con la consegna del Premio Maria Adriana Prolo, l’AMNC presenterà il numero 109 della rivista Mondo Niovo 18-24 ft/s, diretta da Silvia Luciani e curata da Valentina Noya e Vittorio Sclaverani dedicata ad Ariane Ascaride, con una lunga intervista inedita realizzata da Silvia Luciani e Alessandro Amato; la prima monografia italiana dedicata all’attrice, accoglie i contributi di Robert Guédiguian e di Pierre Ascaride. La pubblicazione contiene anche gli interventi di Alberto Barbera, Paolo Mereghetti, Davide Ferrario, Angelo Signorelli, MadeleineGuédiguian, Gérard Meylan, Lola Naymark, Caterina Liverani, Stefano Consiglio, Alain Ughetto, Claudio Panella e Laura Bevione. Il Premio Maria Adriana Prolo è sostenuto da Regione Piemonte e Fondazione CRT.
Il Premio Maria Adriana Prolo: intitolato a Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo del Cinema, il premio è assegnato dal 2002 dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema a una personalità che si è particolarmente distinta nel panorama italiano e internazionale. In passato, il premio è stato conferito alle registe e ai registi Cecilia Mangini, Lorenza Mazzetti, Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Giuseppe Piccioni, Massimo Scaglione, Daniele Segre, Bruno Bozzetto, Costa-Gavras, David Grieco; agli attori e attrici Piera Degli Esposti, Lucia Bosè, Ottavia Piccolo, Roberto Herlitzka ed Elio Pandolfi; all’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli; al compositore Manuel De Sica, allo sceneggiatore Giorgio Arlorio, al filmmaker-artista-operaio Pietro Perotti e le ultime due edizioni al regista svizzero Markus Imhoof, più volte candidato agli Oscar, e all’attivista e mediatore culturale ivoriano Mamadou Kouassi che ha ispirato il film Io Capitano di Matteo Garrone.
Il Circolo dei lettori e l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, nell’ambito del progetto Parole&Cinema, promuovono la presentazione di due testi dedicati all’attore Gian Maria Volonté, e al regista Pietro Germi.
Il primo appuntamento a ingresso libero è in programma presso lunedì 2 dicembre alle ore 18,00 presso la Sala Gioco del Circolo dei lettori (Via Gianbattista Bogino 9, Torino) con la presentazione del libro L’ultimo sguardo. Vita e morte di Gian Maria Volontédi Stefano Loparco (Bietti) alla presenza di Mirko Capozzoli, Alejandro de la Fuente e Ilaria Floreano, con contributi video di Stefano Loparco. Nel corso dell’incontro sarà reso omaggio a uno degli attori più poliedrici, versatili e incisivi del cinema italiano a trent’anni dalla morte, a partire dal testo di Stefano Loparco e Gian Maria Volonté di Mirko Capozzoli (add), e dal documentarioIndagine su un cittadino di nome Volonté, scritto e prodotto da Alejandro de la Fuente.
Il secondo appuntamento a ingresso libero è in programma presso mercoledì 18 dicembre alle ore 18,00 presso la Sala Musica del Circolo dei lettori (Via Gianbattista Bogino 9, Torino) con la presentazione del libro Pietro Germi. Un maledetto imbroglio a cura di Roberto Lasagna (Profondo rosso) alla presenza di Linda Germi, figlia di Pietro Germi, Alessandro Amato, Roberto Lasagna, modera Edoardo Peretti.
Il genovese Pietro Germi è stato uno dei registi italiani più apprezzati e amati nel mondo, un autore centrale tanto nella stagione neorealista quanto in quella della commedia all’italiana; è stato regista, sceneggiatore, attore e sin dall’esordio nel 1946 con Il testimone ha saputo rivelare un talento originale, che ha affinato nel tempo affrontando temi di vasta portata. Germi conduce infatti le sue indagini sociali manifestando sempre uno spiccato gusto per lo spettacolo intelligente, e il suo stile, costantemente alla ricerca di un linguaggio in grado di cambiare ed evolversi, si arricchisce di notazioni realistiche, psicologiche e drammatiche grazie a titoli come Il ferroviere (1956) e L’uomo di paglia (1957) dei quali è anche interprete, così come lui stesso recita nel ruolo del commissario protagonista anche nello splendido Un maledetto imbroglio (1957), che è forse il miglior giallo all’italiana di sempre, tanto ammirato persino dallo stesso Dario Argento. Nella seconda parte della carriera Germi è stato poi l’autore di commedie ferocemente satiriche in cui ha rappresentato con una forte dose di cinismo le arretratezze psicologiche e culturali del nostro paese, in particolare con film di enorme successo quali Divorzio all’italiana (1961), Sedotta e abbandonata (1964), Signore & signori (1966), Serafino (1968) e l’ultima pellicola da lui preparata ma non girata per l’aggravarsi della malattia che l’aveva colto, il mitico Amici miei (1975).
Con scritti di Roberto Lasagna, Alessandro Amato, Fabio Cassano, Mario Galeotti, Giuseppe Gangi, Lapo Gresleri, Anton Giulio Mancino, Francesco Saverio Marzaduri, Benedetta Pallavidino, Antonio Pettierre, Emanuele Rauco, Tonino Repetto, Giorgio Simonelli. Il curatore di questo volume è Roberto Lasagna, saggista e psicologo, autore di numerosi libri sul cinema, tra cui: Martin Scorsese del 1998; Walt Disney e il cinema del 2001; Il mondo di Kubrick. Cinema, estetica, filosofia del 2015; Nanni Moretti. Il cinema come cura e Dario Argento. Le tenebre del mondo, questi ultimi due editi nel corso del 2021. Nel 2023 Lasagna ha inoltre curato la raccolta di saggi Corea Shock. Il nuovo cinema horror della Corea del Sud e nel 2024 il volume Peter Lorre. Il sorriso del male.
Attiva dal 2022, la collaborazione tra l’Associazione Museo Nazionale del Cinema e le Gallerie d’Italia di Torino prosegue anche per la stagione 2024/’25 proponendo tre affascinanti proiezioni a ingresso libero dedicate a tre grandi fotografe e fotografi contemporanei; le proiezioni si inseriscono nell’ambito del progetto #OVERVIEW – Uno sguardo dall’alto sulla fotografia a Torino. Si parte martedì 3 dicembre alle 18,00 con l’intenso documentario Letizia Battaglia – Shooting the Mafia di Kim Longinotto (Irlanda 2019, 97′) che verrà presentato da Edoardo Peretti. Il film sarà visibile nella sala immersiva delle Gallerie d’Italia (Piazza San Carlo 156, Torino) previa prenotazione gratuita attraverso QUESTO LINK.
Un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia, fotografa palermitana e fotoreporter per il quotidiano «L’Ora». Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), in sinergia con il Torino Film Festival, cura un ciclo di sette appuntamenti diffusi a ingresso libero dall’11 al 21 novembre: un percorso per riflettere sulla storia e sul presente cinematografico della nostra città in attesa della 42a edizione del festival. La prima proiezione è fissata per lunedì 11 novembre ore 21,00 al Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino) per rendere omaggio a Franco Cristaldi, nel centenario della nascita attraverso la proiezione de La pattuglia sperduta di Piero Nelli, il primo lungometraggio prodotto dalla Vides con la colonna sonora composta da Goffredo Petrassi e la partecipazione alla sceneggiatura e al cast di Oscar Navarro. Nel corso della serata sarà proiettato Due o tre cose di Armando Ceste, presentato al festival di Locarno e al Cinema Giovani del 1994.
Il programma prosegue giovedì 14 novembre, dalle 15,00 alle 18,00 presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino) con un workshop di produzione condotto da Francesca Frigo e Andrea Parena di BabyDoc Film. Sabato 16 novembre alle 17,00 al Circolo dei Lettori (Via Gianbattista Bogino 9, Torino) sarà presentato il libro Controcampo italiano.Cinque registi per immaginare un paese (minimum fax) alla presenza della curatrice Daniela Persico e di Edoardo Peretti; a seguire, alle ore 20,30, è in programma la proiezione di Calcinacci di Isabella Sandri e Giuseppe M. Gaudino, alla presenza degli autori in sala. Il film è stato presentato al Cinema Giovani del 1990.
Martedì 19 novembre alle 21,00 il Cinema Agnelli (Via Paolo Sarpi 111, Torino) accoglierà un confronto tra Giulio Base e Davide Ferrario con a seguire la proiezione della copia restaurata di Dopo mezzanotte. Prima che parta il nuovo TFF, – dichiara Davide Ferrario, Presidente onorario dell’AMNC – sono felice di partecipare a un progetto legato al territorio che si interroghi su cosa significa fare cinema nella nostra città. Torino storicamente è stata capace di anticipare molti fenomeni. È necessario aprire forme di dialogo tra le diverse generazioni che si occupano di cinema per scambiare idee, pratiche e conoscenze. Dopo mezzanotte è un film che parla anche di questo; sia da un punto tecnologico che produttivo, fu un’esperienza particolarmente innovativa che vent’anni fa conquistò il pubblico della Berlinale.
Per ricordare Giovanna Marini, mercoledì 20 novembre alle 21,00 il CineTeatro Baretti (Via Baretti 4, Torino) ospiterà la proiezione de I dischi del sole di Luca Pastore alla presenza in sala dell’autore, del musicologo Emilio Jona e del Presidente del CREO – Centro Ricerca Etnomusica Oralità, Franco Castelli. Il documentario, presentato in concorso al Torino Film Festival del 2004, sarà preceduto dal cortometraggio Oro e contanti di Luca Buzzi Reschini realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea, alla presenza in sala del regista e delle produttrici Valentina Noya e Luciana Dedola.
Chiude il programma la presentazione del libro Marcello Mastroianni. Il divo gentile di Barbara Rossi (Gremese), giovedì 21 novembre alle 18,00 presso la libreria Bodoni Spazio B (Via Carlo Alberto 41, Torino); interviene l’autrice modera Edoardo Peretti. Non vorrei apparire snob, ma apprezzo molto il termine che usano i francesi: peesto è un mestiere meraviglioso: ti pagano per giocare. Così asseriva, parlando del suo rapporto con il mezzo cinematografico, Marcello Mastroianni, come viene raccontato da Barbara Rossi nel volume, edito da Gremese in occasione del centenario della nascita. La biografia ripercorre l’esistenza e la carriera artistica di Mastroianni con lo sguardo attento del critico, ma anche con l’amorevole attenzione di chi vive un meraviglioso viaggio fra tempi, stagioni cinematografiche, affetti e amori diversi ma pur sempre esaltanti. Tra gli attori più conosciuti al mondo, Mastroianni ha interpretato oltre centoquaranta film dei generi più diversi: dalla commedia sentimentale al dramma, dalla satira di costume al film storico, dal thriller al grottesco.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema promuove un workshop di produzione cinematografica condotto da Francesca Frigo e Andrea Parena di BabyDoc film; il momento formativo è in programma giovedì 14 novembre dalle 15,00 alle 18,00 presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino); la partecipazione è gratuita, ma è necessario iscriversi attraverso questo LINK di Eventbrite.
Cosa significa oggi fare cinema documentario? Quali sono le prospettive per chi vuole affacciarsi su questo universo e come è cambiato negli ultimi anni il mondo del documentario? Nel workshop Francesca Frigo e Andrea Parena affronteranno queste domande a partire dalla loro personale esperienza con la casa di produzione indipendente BabyDoc Film, di cui sono titolari e che tra pochi mesi compirà i diciott’anni. In questo periodo ormai lungo BabyDoc ha lavorato ai propri progetti mantenendo un forte senso di indipendenza, a volte riuscendo a confrontarsi con l’industria cinematografica e televisiva, altre inseguendo uno spirito più corsaro e avventuroso che gli è proprio, al di qua e contemporaneamente al di là delle regole imposte dal mercato, con risultati a volte sorprendenti.
Francesca e Andrea compiranno un percorso dalle origini ad oggi, lungo le diverse produzioni di BabyDoc Film, con l’ausilio di estratti dai lavori realizzati. Da qui si prenderà spunto per parlare di come nasce una casa di produzione di documentari, come sceglie, sviluppa e realizza i suoi progetti, come crea le squadre di lavoro, quali siano le prospettive e gli obiettivi che si pone nell’odierno panorama produttivo e creativo, in quale modo l’esperienza di BabyDoc Film può essere da stimolo per giovani registi, autori, produttori, direttori della fotografia, montatori interessati al cinema documentario.
BabyDoc Film viene fondata a Torino nel 2007 da Enrico Giovannone e Andrea Parena. Fin dall’inizio si caratterizza come una factory dove si combinano la produzione, la scrittura, la regia, la fotografia e la postproduzione di film documentari per il cinema e la televisione. Dal 2012 entra a far parte della società Francesca Frigo, che fin dagli esordi ha collaborato con BabyDoc e che oggi ne è titolare insieme ad Andrea Parena. Nel corso del tempo, al lavoro consolidato nel cinema documentario, BabyDoc Film ha affiancato quello sul cinema di finzione, aprendo sempre spazi per nuove esperienze creative.
I lavori realizzati in questi anni hanno partecipato, tra gli altri, a festival come la Mostra del Cinema di Venezia, il Concorso Internazionale del Locarno Film Festival, il Torino Film Festival, Cinéma du Reél, Visioni dal Mondo e molti altri. Nella storia di BabyDoc c’è inoltre la vittoria di importanti premi cinematografici, come lo Joris Ivens Award a Cinéma du Reél e il David di Donatello per il miglior documentario.
Dear Onlus e l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) promuovono la proiezione speciale del film Kripton di Francesco Munzi (Italia 2024, 107′) in programma mercoledì 30 ottobre alle ore 21,00 presso il CineTeatro Baretti (Via Giuseppe Baretti 4, Torino), l’ingresso con donazione a sostegno del progetto Neuroflix.
Kripton, distribuito da ZaLab, indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e i trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi della personalità e stati di alterazione. Attraverso il racconto della quotidianità dei protagonisti, delle relazioni che intrecciano tra di loro e con il mondo “adulto” composto da psichiatri, professionisti e dalle stesse famiglie, il film ci porta a esplorare in profondità la soggettività umana. La condizione estrema del disturbo mentale diventa la chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra mente e, allo stesso tempo, possibile metafora del nostro tempo.
La proiezione è curata da Dear Onlus e dall’AMNC per sostenere Neuroflix, un progetto per realizzare un piccolo cinema per il reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino; la campagna di crowdfunding è attiva su eppela al seguente link: https://www.eppela.com/projects/11205
La proiezione del film di Francesco Munzi sarà preceduta dal breve documentario Un mondo fuori prodotto da Dear Onlus, frutto di due mesi di riprese libere che costruiscono un racconto corale fatto di storie individuali, realizzato per riflettere sull’esperienza personale e soggettiva dell’ospedalizzazione. Attraverso il linguaggio audiovisivo, utilizzato come strumento di autoetnografia, si ha l’opportunità di esplorare la quotidianità chiusa e delicata del reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Lo sguardo è filtrato attraverso gli occhi dei/delle giovani pazienti che condividono momenti, emozioni e pensieri, offrendo una prospettiva unica e autentica delle dinamiche vissute in questo particolare contesto di cura. Il documentario si inserisce nel progetto più ampio ERMES. Esercizi di coprogettazione in Reparto per sperimentare Metodologie ed Esperienze visive sul concetto di Soglia, curato da Progetti Specifici e Dear, nell’ambito della residenza Koinòtes di Casa degli Artisti di Milano. Le riprese in ospedale sono state guidate da Paolo Ceretto ed Eleonora Diana, con il supporto di Maddalena Medri.
La galleria spaziobianco (Via Saluzzo 23 bis, interno cortile, Torino) cura la mostra Babaciu – le maschere del potere di Pietro Perotti; la mostra inaugura venerdì 25 ottobre alle ore 18,00 con ingresso libero. A Torino, a metà degli anni ’70, nelle manifestazioni di piazza sono apparsi oltre a cartelli e striscioni, anche maschere e pupazzi raffiguranti le caricature dei padroni e degli uomini di potere. Prima solo ritagliati con cartone, poi figure tridimensionali in cartapesta e infine in gommapiuma. Sono passati quarantotto anni da allora e questi interventi sono diventati sempre più curati e incisivi. Gli autori principali sono stati Piero Gilardi e Pietro Perotti che ha lavorato alla Fiat Mirafiori dal 1969 al 1985 occupandosi di comunicazione operaia, interpretando e praticando il pensiero di Majakovskij le strade sono i nostri pennelli, le piazze le nostre tavolozze. Usando l’ironia e la satira in modo nonviolento, questi interventi sono diventati teatro di strada che hanno coinvolto in modo attivo i manifestanti nei cortei del Primo maggio nella difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori, delle donne, dei migranti, nelle molteplici iniziative contro le guerre, nella difesa dell’ambiente e contro i provvedimenti per limitare la libertà dei cittadini.
Un’esperienza unica e originale nel nostro paese. Negli anni molte delle maschere e dei pupazzi sono state riciclate, altre sono state perdute, alcune sequestrate. La mostra a spaziobianco è anche un percorso storico attraverso governi e personaggi politici che si sono succeduti in tutti questi anni in Italia. Esposti nella mostra ci sono maschere e pupazzi originali, fotografie di grande formato che documentano il loro utilizzo nelle manifestazioni, alcuni testi scritti, schede sugli autori e un video che documenta tutte le manifestazioni.
La mostra Babaciu – le maschere del potere di Pietro Perotti rimarrà aperta a ingresso libero presso la galleria spaziobiancofino al 15 novembre e sarà visitabile dal lunedì al giovedì dalle 17,00 alle 19,00. Per maggiori informazioni: 3336863429 – spaziobiancogallery@gmail.com
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è disponibile a organizzare durante l’anno scolastico proiezioni gratuite per le scuole del territorio del film documentario Senzachiederepermesso di Pietro Perotti e Pier Milanese (Italia 2014, 63′) che racconta la storia dell’operaio Pietro Perotti, impiegato alla Fiat Mirafiori dal 1969 al 1985, che partecipò alle lotte operaie occupandosi di comunicazione all’interno della fabbrica, realizzando adesivi, giornali murali, scritte e disegni nei bagni, pupazzi di cartapesta e gommapiuma, facendo diventare i cortei «teatro di strada». Con la sua cinepresa Perotti ha immortalato situazioni e lotte operaie a Mirafiori fin dal 1974. Grazie a questo materiale inedito il film dipinge un affresco di vita operaia in quella che è stata la più grande fabbrica metalmeccanica d’Europa. Per maggiori informazioni scrivere a info@amnc.it
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis e la Fondazione Montessori Italia, cura il progetto Legalità come metodo in programma dal 21 ottobre al 9 novembre grazie al sostegno della Città di Torino e della Fondazione per la Cultura Torino nell’ambito della seconda edizione del bando Bruno Caccia.
Il progetto si ispira all’eredità culturale lasciata dallo scrittore e giornalista Luca Rastello autore tra gli altri de La guerra in casa, Piove all’insù e I buoni, che in più di un’occasione ha ribadito come la legalità non sia un valore in sé, ma un metodo per fare bene le cose. Le attività proposte si basano su due assi: condividere con le nuove generazioni della città le esperienze maturate negli ultimi anni dall’AMNC e alla sua rete intorno alle questioni nodali poste dal bando, utilizzando come linguaggio privilegiato il cinema; diffondere un programma culturale gratuito rivolto alle scuole e alla cittadinanza per far conoscere spazi di partecipazione attiva del territorio dove poter potenzialmente seminare nuove progettualità condivise da parte del pubblico delle iniziative. Gli appuntamenti sono a ingresso libero ed è possibile prenotarsi gratuitamente QUI sulla pagina Eventbrite di Associazione Museo Nazionale del Cinema.
Lunedì 21 ottobre ore 21,00 | DIRITTI LGBTQIA+ Centro Studi Sereno Regis, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino Proiezione del videoritratto Andres di Valentina Noya e Vieri Brini (Italia 2022, 7′) realizzato nell’ambito del progetto A Perdita d’Odio curato da Emergency e di 20.000 specie di api di Estibaliz Urresola Solaguren (Spagna 2023, 110′, v.o.sott.ita.); è possibile prenotarsi gratuitamente QUI sulla pagina Eventbrite di AMNC.
Cocó, otto anni (Sofia Otero, Orso d’Argento a Berlino 2023 per la migliore interpretazione), si sente fuori posto e non capisce perché. Non si riconosce nel suo nome di battesimo, Aitor, né nello sguardo e nelle aspettative di chi ha intorno. Nel corso di un’estate nella campagna basca a casa della nonna – tra le gite al fiume, l’apicoltura e i saggi consigli di sua zia Lourdes – Cocò riuscirà forse finalmente ad affrontare i propri dubbi e le proprie paure, trovare la sua vera identità e decidere così qual è il suo nome. “Ho sempre riflettuto sull’identità, – dichiara la regista di Estibaliz Urresola Solaguren – sul corpo e sul genere, come anche sulle relazioni familiari, esprimendo questo argomento attraverso il mio lavoro. Nei miei lavori precedenti ho posto domande ricorrenti come: Da quando sappiamo chi siamo? Qual è la relazione tra la nostra idea di identità e il nostro corpo? L’auto-identità è soltanto un’esperienza intima e personale o è influenzata dallo sguardo esterno? L’identità di genere mi ha sempre interessato. Sono la quinta di sei figli e la maggior parte sono femmine. Ho sempre sentito una frattura tra i ruoli che mi venivano assegnati a casa e il comportamento che avrei dovuto tenere fuori. Ho praticato nuoto dai 6 ai 13 anni. Mi allenavo quotidianamente, gareggiavo nella categoria femminile e mi cambiavo in spogliatoi separati per genere. La differenza sessuale e simbolica del mio corpo ha segnato il mio passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Siccome mi piaceva lo sport, ho trascorso la maggior parte della mia infanzia circondata da ragazzi. Ero più adatta all’azione, alla competrzione, al gioco… Ma allo stesso tempo, non mi sono mai sentita veramente inclusa in quel gruppo. Questa differenza è diventata ancora più grande quando sono entrata nell’adolescenza e quando il mio corpo è cambiato.”
Lunedì 28 ottobre ore 21,00 | OMAGGIO A LUCA RASTELLO Centro Studi Sereno Regis, Via Garibaldi 13, Torino Proiezione di Goleador di Francesca Frigo (Italia 2022, 15′) e di Una stanza di casa mia. Val di Susa e Dintorni: una conversazione con Luca Rastello di Daniele Gaglianone (Italia 2015, 61′), alla presenza degli autori in sala; è possibile prenotarsi gratuitamente QUI sulla pagina Eventbrite di AMNC.
Apre il programma il cortometraggio diretto Francesca Frigo: Steven gioca a calcio in una squadra composta da ragazzi con disabilità intellettiva. Quando un uomo misterioso si presenta agli allenamenti inizia a girare la voce che Steven stia per essere acquistato da una squadra di Serie A. Nel frattempo l’arrivo dell’uomo turba la madre del ragazzo che ne conosce la vera identità. “Il film nasce da un laboratorio cinematografico di tre anni compiuto insieme alla squadra di calcio per disabili intellettivi del Valsusa Team FD. L’obiettivo era di costruire insieme un percorso creativo che superasse i confini della documentazione sociale, per diventare un compiuto e coinvolgente racconto filmico. Questo percorso di relazione, di scrittura, di training attoriale fatto coi ragazzi ha dato vita, dopo un lungo lavoro di preparazione, a un set del tutto particolare dove autori, produttori, attori, ragazzi con disabilità, troupe, hanno vissuto un’esperienza umana e artistica che ha portato tutti a superare i propri limiti consueti grazie al cinema. Il risultato è un film basato su una struttura che guarda alla commedia degli equivoci per raccontare in chiave paradossale e originale il tema fondamentale della conquista di una vita autonoma e indipendente”. Andrea Parena, Francesca Frigo ed Evandro Fornasier
A seguire Una stanza di casa mia. Val di Susa e Dintorni di Daniele Gaglianone: il film raccoglie la testimonianza del viaggio-inchiesta che Rastello fece nel 2012 con l’amico e collega Andrea De Benedetti, percorrendo, da Lisbona a Kiev, l’intero corridoio 5, di cui la tratta Torino-Lione fa parte. Ne emerge, ancora una volta, la grande capacità di Rastello di raccontare e spiegare in maniera analitica, storica, onesta i fenomeni politici e sociali del mondo contemporaneo. “Incontrai Luca Rastello per raccogliere la sua testimonianza preziosa intorno alle vicende della Valle e al suo viaggio, a tratti picaresco ma sempre lucido e meticoloso, che aveva fatto qualche mese prima con Andrea De Benedetti portando – finalmente! – una merce tra Lisbona e Kiev: Luca e Andrea trasportarono via terra un pacco di caffè dall’Oceano Atlantico fino alla capitale ucraina attraversando l’Europa da ovest a est per verificare lo stato operativo (e/o intenzionale) del corridoio 5. Fino ad allora – come una sorta di mantra retorico, la “politica” parlava ancora con grande veemenza della necessità europea di realizzare il corridoio 5 Lisbona-Kiev, veemenza che si è spenta nel frattempo con grande disinvoltura, la stessa disinvoltura con la quale si continua imperterriti a procedere nello scavo del tunnel geognostico di Chiomonte nonostante sia sempre più arduo giustificare la necessità e i costi dell’opera. Durante la chiacchierata con Luca emersero molti aspetti, anche intimi, del suo legame con la Val di Susa e il movimento NO TAV”. Daniele Gaglianone
Lunedì 4 novembre ore 21,00 | CONTRASTO ALLA LUDOPATIA E ALLO SPRECO Centro Studi Sereno Regis, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino, ingresso libero. Proiezione di Raccontiamo la Bontà di Vieri Brini (2024, 20′) e di Rifiutati dalla sorte e dagli uomini di Vieri Brini ed Emanuele Policante (2014, 70′), alla presenza degli autori in sala; è possibile prenotarsi gratuitamente QUI sulla pagina Eventbrite di AMNC.
“L’interesse per il gioco d’azzardo, e le sue complicazioni socio-economiche, si è materializzato in un’immagine una mattina di alcuni anni fa, – dichiarano gli autori Vieri Brini ed Emanuele Policante – quando in un bar abbiamo osservato un uomo che, nella mezz’ora in cui siamo stati seduti al nostro tavolino, aveva bruciato una quantità considerevole di soldi nella Newslot davanti alla quale si era pietrificato per tutto il tempo dal suo ingresso nel locale. Con un primo lavoro di ricerca abbiamo scoperto un mondo tanto visibile quanto nascosto: la liberalizzazione delle “macchinette” a metà degli Novanta aveva sviluppato dei fenomeni assolutamente inediti nel panorama sociologico italiano. I bar da luoghi sociali stavano diventando dei piccoli casinò, con una parte della clientela che, completamente alienata da ciò che gli stava intorno, non partecipava alla vita collettiva ma dedicava tutto il tempo libero, e non solo, alla Newslot installata nel locale. Il passaggio successivo è stato quello di incontrare Mauro Croce, uno dei massimi esperti sulla dipendenza legata al gioco, che in Italia è considerata malattia solo dal 2013. Mauro ci ha aperto ulteriormente la prospettiva e ci ha seguito lungo tutto il percorso intrapreso, condividendo con noi dati e contatti. In questi anni di lavoro abbiamo costruito una rete che ci ha permesso di leggere il fenomeno al di là degli episodi più eclatanti arrivati alla ribalta mediatica per concentrarci sul rapporto fra gioco e vita quotidiana: ed è proprio lì che si nasconde il vero cuore del problema e molto probabilmente la sua soluzione. Solo un’azione consapevole, sia individuale che collettiva, di prevenzione e di attenzione può sinceramente azzerare la pressione che il mercato del gioco sta compiendo ai danni di tantissime persone e più in generale alla qualità della vita di tutta la popolazione italiana”. Il film sarà preceduto dalla proiezione del breve documentario Raccontiamo la Bontà che documenta un’importante rete di realtà sul territorio piemontese attive per contrastare lo spreco alimentare e che in modo virtuoso danno sostegno a tante persone in difficoltà.
Sabato 9 novembre ore 11,00 | NUOVE TECNOLOGIE Spazio Momag, Corso Palermo 93/G, Torino;è possibile prenotarsi gratuitamente QUI sulla pagina Eventbrite della Fondazione Montessori Italia.
Cosa sono le tecnologie educative? Il cellulare non è un libro né un puzzle. Incontro con Rossella Trombacco e Andrea Lupi della Fondazione Montessori Italia sui rischi e sulle potenzialità dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Incontro rivolto alle famiglie della città con figli che frequentano la scuola dell’infanzia dedicato alle metodologie educative portate avanti dalla Fondazione Montessori. La Fondazione sensibilizzerà i genitori, insegnanti e i caregivers sull’utilizzo consapevole dei mobile phones come strumenti per la realizzazione di video narrazioni dello sviluppo infantile, degli apprendimenti infantili e del contesto culturale, emotivo e sociale della famiglia in cui è inserito il minore.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema partecipa al crowdfunding a sostegno del progetto curato da Dear Onlus: Neuroflix, un piccolo cinema per il reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, la campagna è attiva sulla piattaforma eppela al seguente link:
“Da anni Dear Onlus operiamo nel reparto di Neuropsichiatria Infantile, dove i ragazzi trascorrono degenze molto lunghe e proposte di svago limitate. Sappiamo quanto sia importante offrire loro opportunità diversificate e ci stiamo dando da fare per trasformare le strutture esistenti in luoghi dove potersi divertire, imparare e, perché no, sognare. Stiamo realizzando una biblioteca nel reparto, ma vogliamo pensare ancora più in grande: creare una sala video con attrezzature di alta qualità. Attualmente, i 18 ragazzi del reparto si ritrovano a condividere un pc portatile e gli account delle piattaforme delle educatrici. Questo ci fa capire quanto sia necessario creare un ambiente adatto a loro; un posto dove possano scoprire, interagire e mantenere aperto un canale con il mondo esterno.
I film sono una finestra sul mondo, capace di arricchire la nostra vita e il nostro benessere. Con Neuroflix, vogliamo creare una programmazione su misura per i giovani pazienti, che risponda alle loro curiosità e ai loro interessi, in continuità con le proposte già offerte negli anni passati. Immaginiamo la sala piena di ragazzi che si emozionano e imparano attraverso film, documentari e cortometraggi scelti apposta per loro. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, arricchiremo l’offerta con laboratori guidati da professionisti del settore, per esplorare i segreti del cinema, e sviluppare competenze pratiche e creatività. Non mancheranno le occasioni per dibattiti di gruppo per condividere idee, emozioni e riflessioni, per migliorare la propria capacità comunicativa e di ascolto, in un ambiente accogliente e stimolante.
Con il tuo sostegno, possiamo trasformare una semplice sala in un mondo di possibilità. Aiutaci a regalare ai ragazzi del reparto momenti di evasione, apprendimento e crescita personale. Ogni donazione, grande o piccola, ci avvicina all’obiettivo di rendere Neuroflix una realtà. Insieme, possiamo fare la differenza: con la tua donazione Neuroflix sarà anche il “tuo” progetto:
Con lo staff del reparto abbiamo individuato la sala comune come spazio da attezzare, un’area già adibita ad accogliere tutte le attività di gruppo del reparto. Con pochi semplici accorgimenti il nuovo allestimento trasformerà questa stanza in una sala visione raccolta e accogliente.
Tutte le attività si inseriscono nel programma di didattica laboratoriale Project Room, pensato per trasformare l’esperienza negativa della malattia e dell’ospedalizzazione in un’occasione per fare nuovi apprendimenti nell’ambito delle discipline creative e culturali. L’obiettivo è sempre quello di intervenire sulla qualità del tempo della cura offrendo ai ragazzi l’opportunità di fare esperienze di qualità e acquisire nuove competenze anche durante l’ospedalizzazione, mantenendo attivo il dialogo con il mondo fuori dall’ospedale.
Unisciti a noi per regalare al reparto storie avvincenti, esperienze coinvolgenti e attrezzature tecnologiche innovative. I ragazzi hanno bisogno di attività ed esperienze che stimolino la loro mente e il loro cuore, anche durante la degenza in ospedale. Attraverso il nostro intervento, puoi regalare loro momenti di divertimento, gioia e apprendimento. Ogni donazione farà una differenza significativa nella vita di questi ragazzi. Insieme possiamo creare un luogo straordinario, dove i ragazzi possono dimenticare per un po’ la routine ospedaliera e immergersi in mondi fantastici attraverso il cinema.
Noi siamo Dear Onlus, un’organizzazione non profit che si occupa di umanizzazione dei luoghi di cura, declinata su più livelli: un intervento sullo spazio, sulle modalità con cui questo viene vissuto, sulla qualità del tempo e delle relazioni. I nostri valori sono la cura,l’inclusione, e la professionalità; crediamo che umanizzare significhi prendersi cura delle persone e dei luoghi, includendo tutti gli attori degli ecosistemi in cui interveniamo (pazienti, caregiver, personale sanitario ecc.) e che per farlo sia necessario il coinvolgimento di diverse figure professionali, chiamate di volta in volta a confrontarsi e mettere in rete i propri saperi“.
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