L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) promuove la proiezione del film I Cinque Punti, uno dei prodotti finali del progetto Fuori, realizzato insieme alle studentesse a gli studenti del CPIA 3 Tullio de Mauro di Torino coordinati da Andrea Deaglio, Paolo Bosio, Lorenzo Martellacci e Diego Scarponi. L’appuntamento è in programma venerdì 17 novembre alle 16,00 presso il Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino); l’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili in sala. Intervengono i coordinatori del progetto, alcuni degli studenti coinvolti insieme a Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, e a Bruno Mellano Garante dei detenuti della Regione Piemonte; modera l’incontro Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC e Direttrice di LiberAzioni festival.
Il progetto è realizzato in collaborazione con Associazione Culturale DonQuixote, IPM Ferrante Aporti, Inforcoop Ecipa Piemonte, AMNC, Film Commission Torino Piemonte, Comunità Stella Polare – Coop Valdocco ha coinvolto un gruppo di studenti del CPIA delle sedi di Moncalieri, Mirafiori e dell’Istituto Penale Minorile in una serie di laboratori formativi sul tema della comunicazione audiovisiva. Con il materiale prodotto durante il percorso sono stati realizzati una serie di podcast, uno slideshow fotografico e il cortometraggioI Cinque Punti (2023, 17′) che racconta la storia di una madre che si prepara per andare a incontrare il figlio che è stato arrestato. È il giorno del primo colloquio. Nel suo ‘viaggio’ verso il carcere minorile, dove il figlio è recluso, attraversa la città. Una voce accompagna il suo cammino.
“Per la nostra scuola è stato un progetto importantissimo – dichiara Riccardo Sarà, docente del CPIA 3 Torino Tullio De Mauro – perché ha dato a studenti e studentesse stranieri la possibilità di esprimere la loro creatività ad alti livelli, cosa generalmente difficile quando ci si trova a vivere una vita totalmente diversa in un altro paese. Inoltre è stata l’occasione per riflettere in modo molto concreto sulla detenzione e in particolar modo sul carcere minorile, un tabù nella nostra società”.
“Il progetto Fuori, da cui è derivato il film I cinque punti, nasce da lontano. – ricordano i coordinatori e produttori del progetto Paolo Bosio, Lorenzo Martellacci e Diego Scarponi – Siamo un gruppo di operatori di grafica e multimedia che lavora da anni dentro all’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti. Abbiamo scritto il progetto per confrontarci ulteriormente con i ragazzi reclusi, con l’obiettivo di portare all’esterno le loro parole, aspettative e desideri. I primi destinatari di queste istanze sono stati altri studenti e studentesse del CPIA: spesso cittadini migranti adulti, con altre esperienze e un vissuto completamente differente. Questo ha fatto scaturire un corto circuito molto interessante, soprattutto perché ha generato un ponte con una realtà troppo spesso invisibile (e che non si vuole vedere), che gli strumenti audiovisivi hanno reso tangibile. E sul quale si sono innestate nuove riflessioni”.
“Nei racconti dei ragazzi del carcere minorile vengono fuori spesso sentimenti come la solitudine, la vergogna, il rimorso, la paura – conclude il regista Andrea Deaglio – È per affrontare questo disagio che i ragazzi ricorrono a gesti simbolici, come tatuarsi da soli con la molla dell’accendino, oppure procurarsi tagli, lesioni, bruciature, che sono espressione di grande sofferenza emotiva. Così, a partire dalle loro parole, e grazie alla straordinaria collaborazione con gli studenti del Cpia, abbiamo potuto mettere in scena una piccola grande storia che portasse queste grida silenziose al di fuori delle mura del carcere”.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Bando “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione” sostenuta dal Piano nazionale cinema e immagini per la scuola promosso da MIC e MIM. L’appuntamento costituisce anche una delle attività del progetto Per un dialogo con il carcere curato dall’AMNC in sinergia con l’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino.
I cinque punti, in concorso nella quarta edizione di LiberAzioni festival ha ricevuto una menzione speciale con la seguente motivazione scritta dalla giuria composta dai detenuti bibliotecari della Casa Circondariale di Torino: Per lo sguardo così concreto e psicologico che il film ha offerto a ciascuno di noi, verso coloro i quali ci sono, ossia esistono per ogni recluso, fuori dalle mura detentive. L’emozione positiva e negativa che allo stesso tempo una madre e un padre provano verso il sé recluso.
Nell’ambito della mostra Il mondo di Tim Burton ospitata dal Museo Nazionale del Cinema fino a inizio aprile del 2024, l’AMNC è lieta di collaborare con i Servizi Educativi del Museo per una proiezione speciale del film Batman di Tim Burton rivolta alle scuole secondarie di II grado con un approfondimento legato alla figura dei supereroi curato da Edoardo Peretti. L’appuntamento è in programma giovedì 16 novembre alle 9,30 presso il Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino). Durata totale circa 3 ore – Costo 4,00 € a studente – Info e prenotazioni a questo LINK
Nell’adattamento di Burton del celebre fumetto DC Comics (e nel sequel Batman Returns) sono presenti sia specificità autoriali – l’attenzione verso gli emarginati, l’atmosfera oscura e visionaria, il gotico – sia modelli stilistici e narrativi che saranno poi ripresi da film e saghe di supereroi di grande successo. Tim Burton è stato uno dei pionieri del “cinema dei supereroi”.
Batman (USA 1989, 126’, v.o. sott. it.) Nella città di Gotham City, l’eccentrico milionario Bruce Wayne (Michael Keaton) conduce una doppia esistenza: di giorno è un filantropo impegnato in cause benefiche, mentre di notte diventa Batman, un giustiziere mascherato da pipistrello che si batte contro il crimine. Fino a quando, nel corso di una sparatoria con la polizia, il malvagio Jack Napier (Jack Nicholson), braccio destro di un boss della malavita, precipita in una vasca d’acido e si tramuta nel terribile Joker. Il film ha ricevuto il Premio Oscar per la miglior scenografia nel 1990.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è lieta di collaborare con l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA) per una nuova proiezione di BOLOGNA di Alberto Ruffino (2022, 45′), in programma venerdì 27 ottobre alle ore 17,30 presso il Polo del ‘900, sala conferenze di Palazzo San Celso, sede del Museo Diffuso della Resistenza (C.so Valdocco 4/a, Torino); l’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.
BOLOGNA di Alberto Ruffino è un film montato su tre schermi che ripercorre la cronaca fedele del 2 agosto 1980, a partire dalle immagini girate alla Stazione di Bologna venti minuti dopo l’esplosione, fino a tarda notte, con il ritrovamento del cratere dell’esplosione. Le immagini documentaristiche sono integrate da molteplici materiali d’archivio composte da stralci dei telegiornali dell’epoca, immagini di costume, filmini familiari in formato Super8, ma anche da frammenti della programmazione televisiva di quel periodo. La struttura portante del film è caratterizzata dal sonoro attraverso la sequenza dei Giornali Radio, con le varie edizioni straordinarie, ma anche attraverso le comunicazioni radio tra i tassisti bolognesi, alcuni dei quali, come si ricorda, investiti in pieno dall’esplosione.
Intervengono il regista e montatore Alberto Ruffino, Domenico Leccisotti dell’ANPPIA; modera Bruno Segre, Presidente dell’ANPPIA.
Si è conclusa domenica 15 ottobre, al Centro Studi Sereno Regis di Torino, la quarta edizione di LiberAzioni Festival – per un dialogo con il carcere. Nell’ambito del ricco programma di presentazioni, proiezioni, iniziative sociali e culturali molto partecipate, la manifestazione ha promosso, come di consueto, un concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi. Alla chiusura del festival, sono stati assegnati i relativi premi.
Primo Premio LiberAzioni Cinema
La giuria, composta da Annalisa Cuzzocrea (presidente, vicedirettrice de La Stampa), Benedetta Perego (avvocata di StraLi e Antigone), Ambra Troiano (esercente) e dai bibliotecari detenuti del carcere Lorusso e Cutugno coordinati da Marco Monfredini, assegna il Primo Premio LiberAzioni Cinema, dedicato al regista Corrado Iannelli (del valore di 2.500 €), al film Polvere di Paolo Carboni
Con la seguente motivazione: «Mi ha molto colpita sia per la realizzazione realistica che per il messaggio trasmesso alla fine dal protagonista: basta un attimo, un granello di polvere, e la vita ti cade addosso. Il dramma dei suicidi in carcere e la piaga della mala giustizia sono rappresentati con delicatezza forza e realismo», scrive Annalisa Cuzzocrea a nome della Giuria.
«Noi – aggiungono i bibliotecari della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino – votiamo all’unanimità il cortometraggio Polvere assegnando il primo posto. Siamo giunti a questo verdetto poiché in 29 minuti, concisi ma molto esaurienti, la tematica della cosiddetta malagiustizia è stata sviluppata in ogni sua sfumatura, a partire dall’origine del caso concreto fino alle più estreme conseguenze sotto il profilo umano. L’attore protagonista interpreta in maniera calzante la parte del giovane Aldo, sempre più inghiottito come vittima sacrificale in un labirinto giudiziario costruito erroneamente e con superficialità con lo scopo principale di accontentare l’opinione pubblica.
«L’ambiente spazio-temporale appare assai provinciale ma, al tempo stesso purtroppo, molto attuale, se si pensa ai risvolti del declino psico-fisico in cui decade il povero ragazzo. Vicenda ricostruita al meglio anche grazie ai flashback volto al passato e da cui si desume, con spiccata espressività emotiva, una giovane esistenza come tante altre, fra la quotidianità dei propri legami familiari e la dipendenza dagli stupefacenti condivisa con alcuni amici. È proprio per quest’ultimo fattore, così come per il fatto di abitare casualmente nei pressi del luogo della rapina finita male, che Aldo viene incastrato: elementi che la traccia del corto stigmatizza, in modo ottimale come circostanze determinanti della vicenda, mai giustificate dell’applicazione della misura cautelare in carcere inflitta ingiustamente a carico del protagonista».
“Un carrello carico di libri, così leggono i detenuti…”
«Il bibliotecario, negli Istituti Penitenziari, svolge un ruolo fondamentale, soprattutto per un recluso appena entrato – proseguono i bibliotecari del carcere torinese – perché il tempo scorre, nonostante la sua preziosità, da recluso non viene spesso apprezzata e bisogna far passare la giornata. La prima azione istintiva e spontanea, anche per chi non legge, è prendere un libro. Di conseguenza, nel cortometraggio, il bibliotecario è il fulcro, colui che socialmente senza accorgersene dona e crea l’atmosfera autentica dell’aiuto reciproco, ma allo stesso tempo, purtroppo, si ritrova a vivere attraverso i suoi occhi la drammaticità della morte, fortemente attuale in tutti gli Istituti Penitenziari d’Italia».
La presidente della Giuria del Primo Premio LiberAzioni assegna inoltre una segnalazione speciale a
Tana libera tutti di Valerio Filardo
Con la seguente motivazione: Perché fa sperare – attraverso lo sguardo dei bambini – in un destino meno ingiusto per chi cerca di raggiungere un posto sicuro e conquistarsi un pezzo di felicità.
Tana libera tutti di Valerio Filardo
La giuria del Primo Premio ha inoltre assegnato delle menzioni speciali.
I giorni delle arance di Matteo De Liberato
Con la seguente motivazione: abbiamo dimenticato cosa sono i totalitarismi, qui lo ricordiamo vedendo come la vita ne rimanga intrappolata per sempre, producendo le peggiori ingiustizie e annientando emozioni e sentimenti. O almeno provando ad annientarli, finché riemergono dove non te li aspetti, nel sorriso accennato di una condannata che ha perso tutto, ma sa cos’è l’amore materno (Annalisa Cuzzocrea).
Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito
Con le seguenti motivazioni: per il lavoro fatto con le detenute del carcere di Trani e perché evidenzia la condizione particolarmente fragile delle donne detenute (Annalisa Cuzzocrea).
La vera realtà delle detenute recluse che tratta svariate sensazioni e problematiche quotidiane. I sentimenti contrastanti tra una telefonata negativa che prevale su una stessa telefonata, ma al positivo. Il cortometraggio esprime la quotidianità carceraria: come viene realmente vissuta la giornata. Emotivamente toccante e suggestiva la scena finale dove una delle detenute, il giorno del suo fine pena, dopo tantissimi anni di reclusione, come prima azione da libera corre verso il mare, che in precedenza poteva solo vedere, respirandone il profumo attraverso le sbarre, simbolo rappresentativo di libertà e di inizio di vita (giuria composta dai detenuti bibliotecari).
Il posto del padre di Francesco D’Ascenzo
Con la seguente motivazione: un breve film-documentario che ben racconta, direttamente con le voci dei due protagonisti della storia e con tanto sano realismo, il rapporto fra un padre e un figlio che va ricostruito dopo molti anni di forzato distacco, causato dagli errori commessi nella precedente vita dal genitore (giuria composta dai detenuti bibliotecari).
I cinque punti di Andrea Deaglio insieme agli studenti del CPIA di Torino
Con la seguente motivazione: per lo sguardo così concreto e psicologico che il film ha offerto a ciascuno di noi, verso coloro i quali ci sono, ossia esistono per ogni recluso, fuori dalle mura detentive. L’emozione positiva e negativa che allo stesso tempo una madre e un padre provano verso il sé recluso (giuria composta dai detenuti bibliotecari).
La troupe de I cinque punti
Premio Marina Panarese
La giuria, composta da Ikram Mohamed Osman, Sara Sanna, Luisa Zhou, Emanuele Bobbio e Hassan Khorzom, assegna il Premio Marina Panarese (da 2.000 €) per autrici e autori di origine straniera, al film
Where the Leaves Fall di XinAlessandro Zheng
Con la seguente motivazione: per la capacità di tratteggiare un racconto universale, capace di toccare le corde di tutte e tutti noi con delicatezza, rispetto, semplicità. Il ritorno in Cina di Giacomo, giovane sinodiscendente cresciuto in Italia, viene così scandito da elementi che fanno eco a una storia condivisa, a prescindere da età e provenienze: la distanza intergenerazionale e i suoi silenzi, il ruolo della memoria, la ricerca di sé tra i dubbi di chi parte e le risposte di chi resta. A fare da fil rouge è il conflitto dello stesso Giacomo, sospeso tra il proprio sentire le aspettative del mondo “fuori”. Ad aggiungere valore alla scelta dell’opera vincitrice, infine, vi è la vicinanza all’eredità culturale e sociale di Marina Panarese, che da sempre si è battuta per avvicinare mondi lontani e diversi con uno sguardo critico e consapevole.
Where the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng
La giuria assegna inoltre una menzione speciale a
Near Light di Niccolò V. Salvato
Con la seguente motivazione: per la delicatezza con cui riflette sul tema del riscatto sociale e per il coinvolgimento di una giovane troupe internazionale.
Premio LiberAzioni Cinema Giovani
La giuria, composta da Costanza Agnella, Roberta Baciu, Isadora Mazon, Matilde Pacioni, Francesca Sapey, Alberto Grometto e Giosuè Tedeschi, coordinati da Carlo Griseri e Alessandro Amato di Agenda del Cinema Torino, assegna il Premio LiberAzioni Cinema Giovani (da 1.000 €, con il sostegno di Nova Coop), al film
I giorni delle arance di Matteo De Liberato
Con la seguente motivazione: il film ha una poesia e un’intensità uniche, riesce a toccare il cuore, a emozionare, a catturare l’attenzione. Alla giuria è piaciuto davvero molto il feticcio-arancia, quasi una Madeleine proustiana, che richiama alla memoria un tempo infantile, di felicità, di limpidezza che sembra quasi di poter toccare, annusare insieme alla protagonista. Il rapporto che si instaura fra la detenuta e il prete forse figlio, forse semplicemente orfano, entra in profondità nonostante il tempo limitato del film, suggerendo un’apertura, una speranza subito troncata, ma non del tutto spenta.
I giorni delle arance di Matteo De Liberato
LiberAzioni Festival è un progetto a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema realizzato con il sostegno dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, poi di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per Mille Battista, ITAS Solidale, NovaCoop e Cooperativa Arcobaleno. Il festival si svolge in collaborazione con: Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, Antigone Piemonte, Agenda del Cinema Torino, Mercuzio and Friends, Centro Studi Sereno Regis, ArTeMuDa, FreedHome, Cooperativa Extraliberi, Mosaico Refugees, Voci Erranti, i donatori della campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni, le amiche e gli amici di Marina Panarese.
Programma LiberAzioni festival delle arti dentro e fuori, dal 9 al 15 ottobre 2023 a Torino
Cinema, teatro, letteratura e ricerca per un dialogo con il carcere. Sempre a INGRESSO LIBERO
Lunedì 9 ottobre, ore 21.15
CineTeatro Baretti, Via Giuseppe Baretti 4, Torino
You will Die at Twenty di Amjad Abu (Sudan 2019, 103′); interviene Yagoub Kibeida, executive director di Mosaico Refugees e Vice Presidente di ECRE
You will Die at Twenty di Amjad Abu
Mercoledì 11 ottobre, ore 20.45
Cinema Massimo, Sala 2, Via Giuseppe Verdi 18, Torino
Tutta colpa di Giuda di Davide Ferrario (Italia 2009, 102′); intervengono l’attore Fabio Troiano e il regista Davide Ferrario, Presidente onorario dell’AMNC; prima del film sarà proiettato un video messaggio di Kasia Smutniak
Giovedì 12 ottobre, ore 16.00
Campus Einaudi, Aula D1, Lungo Dora Siena 100, Torino
L’ultima ricerca di Antigone dedicata alla condizione delle donne detenute. Intervengono la curatrice Costanza Agnella, Giovanni Torrente di Antigone, la Garante Monica Cristina Gallo e Claudio Sarzotti di UniTO
Giovedì 12 ottobre, ore 20.45
Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino
Letture (e chiacchiere) dal carcere. Né oblio, né perdono. Diario di un prigioniero politico in Argentina di Daniel Esteban Pittuelli e di Volevo solo essere voluto bene di Roberto K. a cura di Giovanni Iozzi e Deborah Gambetta, con le illustrazioni di Andrea Bozzo. Nel corso della serata sarà proiettato Ezequiel Baraja di Juan Fernández Gebauer (Argentina 2021, 7′). Modera Alessio Romano con letture a cura di Tiziana Rubano e Clara Zanni, attrici di ArTeMuDa, che hanno sostituito in tempi rapidi la collega Patrizia Spadaro improvvisamente impossibilitata a partecipare.
ArTeMuDa è un’Associazione di Promozione Sociale formata da operatori culturali e ricercatori con competenze specifiche nei settori artistici del teatro, della musica e della danza: da qui deriva il nome dell’Associazione, AR come Arte, TE come Teatro, MU come Musica e DA come Danza molto attiva nell’ambito civile e sociale.
Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel
Venerdì 13 ottobre, ore 14.00
Teatro della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno – proiezione per la popolazione detenuta
Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria 2022, 115′); intervengono la regista Tizza Covi e l’attrice Vera Gemma
Venerdì 13 ottobre, ore 17.00
Aula Magna del Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora 100, Torino
Inaugurazione di Evisioni 2023 con L’incorreggibile di Manuel Coser (Italia 2021, 72′) alla presenza dell’autore
Venerdì 13 ottobre, ore 20.45
Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino
Primo programma di proiezione dei film in concorso: I cinque punti di Andrea Deaglio con gli studenti del Cpia di Torino, La madonna della tenerezza di Giovanni Pagotto, I giorni delle arance di Matteo de Liberato, Sensei Ni Rei di Joshua Iannello, Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito, Tana libera tutti di Valerio Filardo, We Stand Together di Jean Hilaire Juru, Gladiators di Maryam Rahimi e Art 27 – Il sapore del riscatto di Ginevra Barboni.
Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito
Sabato 14 ottobre ore 10.00 – 13.00
Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino
Masterclass di cinema condotta da Tizza Covi con la partecipazione di Vera Gemma; l’iscrizione è obbligatoria tramite prenotazione a liberazioni.torino@gmail.com
Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Giuseppe Garibaldi 13, Torino
Secondo programma di proiezione dei film in concorso e premiazioni: Boza or Die di Alessio Genovese, Near Light di Niccolò V. Salvato, Polvere di Paolo Carboni, Where the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng, Il posto del padre di Francesco D’Ascenzo ed Erbacce di Giulio Maroncelli.
L’estate è una stagione ingrata e odiosa per chi abita il carcere, perché proprio in questo periodo nelle persone detenute aumenta la consapevolezza di sentirsi abbandonate e senza prospettive. Non è un caso, purtroppo, che proprio d’estate aumenti il tasso di suicidi. È quindi sempre più necessario riflettere, ma soprattutto andare in profondità nei fenomeni intorno alla vita in carcere. Lo fa LiberAzioni – festival delle arti dentro e fuori, che quest’anno giunge alla quarta edizione biennale cercando di approfondire la relazione fra carcere e società grazie alla condivisione delle azioni con l’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino attraverso il più ampio percorso Per un dialogo con il carcere che da il sottotitolo al festival. LiberAzioni, promosso dall’AMNC – Associazione Museo Nazionale del Cinema, che nel 2023 compie 70 anni, è in programma dal 9 al 15 ottobre in diversi luoghi e fa dialogare cinema, teatro, letteratura e ricerca. Al centro ci sono le donne, dentro e fuori dal carcere, ancora oggi colpevolizzate quando sono vittime e spesso dimenticate nella loro sofferenza.
«Paragoniamo volontariamente femminicidi e suicidi perché in entrambi gli specifici casi le cause vanno ricercate al di fuori della responsabilità delle vittime – dice Valentina Noya, direttrice di LiberAzioni e Vice Presidente di AMNC – così come le ragioni del pubblico oblio a cui queste donne rimangono doppiamente condannate, siano esse formalmente detenute o libere. Quest’anno LiberAzioni si impegna anche per loro, per evitare il depistaggio mediatico di un tema nodale come la violazione dei diritti delle donne nel nostro Paese».
L’edizione di quest’anno, del resto, avrà una forte connotazione femminile grazie alla presenza di alcune ospiti come Annalisa Cuzzocrea, Monica Cristina Gallo, Tizza Covi, Vera Gemma e Kasia Smutniak che a diverso titolo porteranno la propria opinione nel dibattito attuale sul carcere nel nostro paese. «Ad accomunare le donne – aggiunge Valentina Noya – c’è però un’altra categoria sociale inascoltata, sofferente, abbandonata e senza prospettive: i giovani. Sulla loro pelle si giocano le sorti dell’architettura della giustizia minorile attraverso nuovi percorsi di criminalizzazione e stigmatizzazione, ma anche dell’intero Paese e del suo futuro».
Il carcere «quattordici anni dopo» con Kasia Smutniak
L’esperienza di attori, registi e autori è utile anche da rivedere a distanza di tempo, per capire se la situazione delle carceri, negli anni, sia o meno migliorata. Ospite d’eccezione del festival sarà l’attrice Kasia Smutniak, che quattordici anni fa ha girato Tutta colpa di Giuda, per la regia di Davide Ferrario, all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino coinvolgendo il personale e i detenuti di un’intera sezione dell’istituto. La pellicola è in programma al Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino), in Sala 2, mercoledì 11 ottobre alle 20.45.
«Girammo Tutta colpa di Giuda nel carcere delle Vallette con la collaborazione fattiva e concreta di detenuti, personale e direzione. Un’esperienza – spiega Davide Ferrario, regista e presidente onorario di AMNC – che per me arrivava alla fine di una decina d’anni di lavoro come volontario: un lungo pezzo di vita che ha corrisposto con l’ultima stagione in cui le carceri italiane, grazie al sostegno della politica e alla capacità di chi li amministrava, hanno tentato di rompere, spesso riuscendoci, le barriere che lo separavano dal resto del corpo sociale. Oggi, purtroppo, il Lorusso e Cutugno è uno degli istituti più problematici d’Italia e in generale la situazione dei penitenziari italiani è disastrosa. Tutta colpa di Giuda, nella sua imprevedibile forma di “commedia con musica”, resta la testimonianza di cosa è davvero la vita quotidiana in un carcere. E anche di cosa potrebbe diventare dentro un’altra cultura sociale della pena».
«Siamo in un momento storico in cui si tende a ridurre il carcere alla sua dimensione punitiva. – scrive Annalisa Cuzzocrea, Vice Direttrice de La Stampa e Presidente della Giuria del Primo Premio insieme ai detenuti del Lorusso e Cutugno – Si pretende di inviare nelle carceri ordinarie anche minori di 18 anni. Si riduce il lavoro sul reinserimento sociale e si aumentano le pene come spauracchi propagandistici. Si è mancata l’occasione, che era a un passo, di far uscire dalle sezioni nido delle carceri e dagli ICAM i bambini che lì vivono con le loro madri, condannati a una pena che non dovrebbe essere la loro, per inserirli in adeguate comunità protette che permettano un recupero pieno delle madri e di loro stessi. Per questo, per contrastare questo tempo dalla faccia feroce che genera solo nuova ferocia, credo sia quanto mai necessario occuparsi del carcere. Pensare al carcere, lavorare in carcere con chi lo abita».
Vera Gemma e Asia Argento in Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel
Al carcere Lorusso e Cutugno due Leoni d’Oro: Vera Gemma e Tizza Covi
Fra gli appuntamenti in programma, il festival ha organizzato un evento alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno rivolto ai detenuti. Venerdì 13 ottobre, alle 14.00, sarà proiettato Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria 2022, 115’), alla presenza di Tizza Covi e di Vera Gemma.
L’opera segue da vicino l’attrice, che vive all’ombra di un padre famoso, Giuliano Gemma, ed è stanca delle proprie relazioni superficiali. Sul crinale tra realtà e finzione si sviluppa così una storia di grande umanità che insegna la sospensione del giudizio. Pluripremiato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Workshop di cinema gratuito
Tizza Covi, sabato 14 ottobre, dalle 10.00 alle 13.00, al Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino), condurrà un workshop sull’approccio cinematografico Covi-Frimmel,accompagnata dalla presenza della protagonista del suo ultimo film, Vera Gemma.
Nelle giornate di venerdì 13 ottobre e di domenica 15 ottobre, sempre alle 20.45 al Centro Studi Sereno Regis, saranno proiettati in due slot i 15 cortometraggi in concorso quest’anno.
Le opere si contenderanno tre premi in denaro: 2.500 € per il Primo Premio LiberAzioni dedicato al regista Corrado Iannelli, assegnato da una giuria mista composta dalla giornalista Annalisa Cuzzocrea, l’avvocato di Antigone e Strali Benedetta Perego, l’esercente Ambra Troiano e dai detenuti bibliotecari della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno coordinati da Marco Monfredini; 2.000 € per il Premio Marina Panarese per autrici e autori di origine straniera assegnato da una giuria composta da Ikram Mohamed Osman,Sara Sanna, Luisa Zhou,Emanuele Bobbio e Hassan Khorzom; 1.000 € per il Premio LiberAzioni Cinema Giovani con il sostegno di Nova Coop, assegnato da una giuria composta da Costanza Agnella, Roberta Baciu, Isadora Mazon, Matilde Pacioni, Francesca Sapey, Alberto Grometto e Giosuè Tedeschi coordinati da Carlo Griseri e Alessandro Amato di Agenda del Cinema a Torino.
Tra i film in gara ci sono cinque anteprime assolute: Boza or Die di Alessio Genovese, I cinque punti di Andrea Deaglio con gli studenti del Cpia di Torino, La madonna della tenerezza di Giovanni Pagotto, Near Light di Niccolò V. Salvato e Polvere di Paolo Carboni. Le altre pellicole sono otto anteprime regionali: I giorni delle arance di Matteo de Liberato, Sensei Ni Rei di Joshua Iannello, Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito, Art 27 di Ginevra Barboni, Where the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng, Il posto del padre di Francesco D’Ascenzo, Erbacce di Giulio Maroncelli e Gladiators di Maryam Rahimi. Chiudono il programma le due anteprime torinesi: Tana libera tutti di Valerio Filardo e We Stand Together di Jean Hilaire Juru.
Cinema, libri e teatro
In attesa di arrivare agli appuntamenti centrali della manifestazione, LiberAzioni propone una anteprima al Cinema Greenwich (Via Po 30, Torino)nell’ambito di Job Film Days, si tratta di Gorgona, documentario vincitore del Festival dei Popoli in programma il 4 ottobre alle 21.00.
You Will die at Twenty
Il festival inaugura lunedì 9 ottobre alle 21.15 al CineTeatro Baretti (Via Baretti 4, Torino) con una serata dedicata al Sudan: sarà proiettatotio il film You Will Die at Twenty di Amjad Abu Alala (Sudan 2019, 103′), alla presenza di Yagoub Kibeida, executive director di Mosaico e Vice Presidente di ECRE – European Council on Refugees and Exiles. La proiezione del film, che ha ottenuto a Venezia il Leone del Futuro opera prima, sarà l’occasione per parlare della drammatica situazione che sta vivendo la popolazione civile in Sudan, dopo l’importante processo non violento compiuto dalla cittadinanza che avrebbe dovuto portare la democrazia nel paese. L’opera ha rappresentato per la prima volta il Sudan agli Oscar nel 2021.
Dopo la proiezione di Tutta colpa di Giuda dell’11 ottobre, LiberAzioni prosegue con la presentazione dell’ultimo numero monografico della rivista di Antigone, attesa giovedì 12 ottobre alle 16.00, al Campus Einaudi (Lungo Dora Siena 100, Torino). Dopo i recenti suicidi in carcere, la rivista ha dedicato una ricerca al mondo, spesso dimenticato, del carcere femminile. Saranno presenti le due curatrici Susanna Marietti e Costanza Agnella insieme a Marina Iadanza di FreedHome. Modera Claudio Sarzotti dell’Università degli Studi di Torino e di Antigone.
Alle 20.45, il Centro Studi Sereno Regis accoglierà la presentazione di due libri: Né oblio, né perdono. Diario di un prigioniero politico in Argentina di Daniel Esteban Pittuelli (Ega Editore, 2003) e di Volevo solo essere voluto bene di Roberto K. a cura di Giovanni Iozzi e Deborah Gambetta, con le illustrazioni di Andrea Bozzo (primamedia Editore, 2023). Nel corso della serata sarà proiettato Ezequiel Baraja di Juan Fernández Gebauer (Argentina 2021, 7′) in concorso al Give Peace a Screen Short Film Festival dal 19 al 22 ottobre. Modera Alessio Romano con letture a cura di Tiziana Rubano e Clara Zanni, attrici di ArTeMuDa, che hanno sostituito in tempi rapidi la collega Patrizia Spadaro improvvisamente impossibilitata a partecipare. ArTeMuDa è un’Associazione di Promozione Sociale formata da operatori culturali e ricercatori con competenze specifiche nei settori artistici del teatro, della musica e della danza: da qui deriva il nome dell’Associazione, AR come Arte, TE come Teatro, MU come Musica e DA come Danza molto attiva nell’ambito civile e sociale.
Venerdì 13 ottobre, alle 17.00, l’Aula Magna del Campus Einaudi ospiterà l’inaugurazione di Evisioni 2023, con la proiezione del film L’incorreggibile di Manuel Coser (Italia 2021, 72′). Evisioni proseguirà attraverso quattro altri appuntamenti: il 19 ottobre andrà in scena Un estremo atto di amore della Compagnia BeltramoGenovese, il 9 novembre la proiezione di Cattività di Bruno Oliviero, mentre il 16 novembre sarà inaugurata la mostra VeroSimile. Ipotesi di ritratto. Chiude il programma il 24 novembre il film Ariaferma di Leonardo Di Costanzo.
Sabato 14 ottobre sarà il momento del grande spettacolo dal vivo: alle 20.45, il Teatro Don Orione (Piazza Montale 18, Torino) nel quartiere Le Vallette ospiterà Scusate l’attesa, opera messa in scena con gli attori della Casa di Reclusione di Saluzzo. La regia è di Grazia Isoardi e Marco Mucaria. Grazia Isoardi, lo scorso 2 giugno, ha ricevuto l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.
Scatto tratto dallo spettacolo Scusate l’attesa
LiberAzioni festival è un progetto a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema realizzato con il sostegno dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per Mille Battista, ITAS Solidale, NovaCoop, Cooperativa Arcobaleno in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, Antigone Piemonte, Agenda del Cinema a Torino, Mercuzio and Friends, Centro Studi Sereno Regis, ArTeMuDa, FreedHome, Cooperativa Extraliberi, Mosaico Refugees, Voci Erranti, i donatori della campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni, le amiche e gli amici di Marina Panarese.
Tekla Films e l’ Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) promuovono l’anteprima regionale del film Tutto è qui di Silvia Luciani (Italia 2023, 68′) in programma lunedì 2 ottobre alle ore 21,15 presso il CineTeatro Baretti (Via Giuseppe Baretti 4, Torino) con ingresso 5,00 Euro. Intervengono il produttore Gianluca De Angelis di Tekla Film e Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte realtà che ha sostenuto il progetto attraverso il Piemonte Doc Film Fund. Modera Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC.
Quando il terremoto più forte degli ultimi cinquant’anni colpisce il centro Italia, Federica, quarantacinque anni, vede distrutto il suo sogno, un asilo nel bosco. Maria, ottantacinque anni, perde tutto, compresa la sua casa. Entrambe non possono lasciare il paese in cui vivono come invece hanno fatto tutti gli altri. Si ritrovano sole a cercare di rimettere in piedi le loro vite. Federica ricostruisce l’asilo all’interno di una tenda Yurta. Maria cerca di resistere in un piccolo container donato dalla Protezione civile per sopravvivere nel luogo da cui non si è mai mossa. Ma nel villaggio, vivono ancora i bambini, gli unici veri abitanti che affrontano la solitudine di quel piccolo angolo di mondo abbandonato, dove tutto sembra perduto.
“Il film documentario è una riflessione sulla bellezza mai perduta del territorio dei Monti Azzurri e dei Sibillini, – dichiara la regista Silvia Luciani – attraversati dalle storie dell’educatrice Federica Di Luca, con i bambini dell’asilo nella yurta, e di Maria Rossi che vive nel container vicino alla sua casa crollata. Tutto è qui ci apre a uno sguardo nuovo, racconta il futuro e quell’identità che nessun terremoto può cancellare. È la storia di due donne che hanno deciso di rimanere nei paesi montani colpiti duramente dal sisma del centro Italia del 2016, resistendo in ambienti diventati semi-deserti, dove il tempo sembra essersi fermato. Il mattone rotto, il container, la roulotte, la crepa, il borgo lesionato, la yurta sono il “qui e ora”. I bambini dell’asilo vanno all’essenza delle cose e con quelle cose rimettono tutto a loro posto, senza sovrastrutture che appartengono agli adulti. Con la fantasia ricostruiscono nuovi spazi, nuove storie, ridanno vita al piccolissimo borgo di Vallato, immaginano la loro nuova scuola”.
Il film si avvale di preziose collaborazioni, tra cui la musica composta da Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli; Tutto è qui negli ultimi mesi ha compiuto un percorso festivaliero nazionale e internazionale: l’Istanbul International Spring Film Festival, dove ha vinto una menzione, l’International Women Filmmakers Festival, sempre in Turchia, il Film Festival della Lessinia, il San Benedetto Film Fest, dove ha vinto il Premio Cineinchiesta, e il Caorle Film Festival.
Con la proiezione del 2 ottobre si inaugura un tour distributivo indipendente che coinvolge diversi territori e molteplici attori socio-culturali: il 25 ottobre il film sarà ospitato presso il CineTeatro Il Mulino di Piossasco (TO) attraverso una doppia proiezione promossa dall’Associazione Mulino ad Arte in collaborazione con l’AMNC, alle 17,00 e alle 21,00, accompagnata dalla regista e dal produttore. Il 21 novembre sarà la volta del Cinema delle Valli di Villar Perosa (TO) grazie alla collaborazione con Piemonte Movie; il giorno successivo, il 22 novembre, il film farà tappa al Cinema comunale di Barge (CN). Il 24 novembre alle 20,30, a ridosso di una data particolarmente significativa per il mondo femminile, il tour distributivo raggiungerà la Valle d’Aosta con una proiezione a Gressan grazie a Framedivision. Il calendario è in continuo aggiornamento; Tekla Films e i partner coinvolti sono disponibili a organizzare nuove proiezioni per il pubblico e per le scuole.
Tutto è qui è stato realizzato con il contributo di Marche Film Commission, Fondazione Marche Cultura, Regione Marche, Regione Piemonte, Film Commission Piemonte e Ministero della Cultura (MiC). Il film è stato sviluppato all’IDS Matchmaking Italian Doc Screenings Academy 2018, il primo e più importante mercato del documentario italiano dedicato all’internazionalizzazione e alla formazione del settore prodotto da Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani. Il film è patrocinato da WWF Italia, dalla Fondazione Chiaravalle Montessori, dalla Federazione Italiana Pediatri, dall’Associazione Nazionale Pediatri Italiani e dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Un’immagine del carcere di Torino tratta da VR Free di Milad Tangshir
A Torino la XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, concorso letterario per i detenuti delle carceri italiane
Si svolgerà a Torino il 28 e 29 settembre 2023, la XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, concorso letterario dedicato ai detenuti delle carceri italiane organizzato e promosso dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il Ministero della Giustizia e UCSI Piemonte, con i patrocini di Camera, Senato, Dicastero per la Comunicazione, TV2000 Radio InBlu e UCSI Nazionale
Il Premio Carlo Castelli
Il Premio Carlo Castelli è un concorso letterario organizzato e promosso dal Settore Carcere e Devianza della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV. Vi partecipano detenuti di tutta Italia. Ogni anno viene scelto un carcere od un IPM per ospitare la cerimonia durante la quale vengono letti e premiati i racconti scelti da un’apposita giuria. La scorsa edizione si è svolta a La Spezia, con il patrocinio di Camera, Senato, Ministero della Giustizia, il Pontificio Dicastero per la Comunicazione, TV2000 e UCSI ed il riconoscimento della Speciale Medaglia conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La XVI Edizione, dal titolo “Diario Dentro, pensieri dalla mia cella” si terrà presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino venerdì 29 settembre 2023 a partire dalle ore 9.30. Ai primi tre classificati verrà riconosciuto un doppio premio in denaro: una parte che verrà assegnata all’autore ed una seconda parte che, a nome del vincitore, verrà devoluta ad un progetto da realizzarsi in una delle carceri italiane aderenti. Questa è una particolarità importante del premio, perché chi scrive avrà la possibilità di riscattarsi facendo del bene.
Giornate scandite da routine identiche le une alle altre fanno della detenzione un eterno istante sospeso, come se il calendario avesse rinunciato a scorrere. In questo tempo dilatato, la scrittura può essere un buon antidoto per non perdere la testa: attraverso le parole si può fare pace con il proprio passato ed i propri errori, elaborare il dolore e coltivare un nuovo futuro. Gli elaborati dei detenuti ci permettono di conoscere un mondo che spesso ignoriamo. Talvolta, vivere attraverso le parole degli autori la loro detenzione ed il loro pentimento, diventa un invito a non delinquere per “chi sta fuori”.
Nell’ambito del Premio Letterario Carlo Castelli, UCSI Piemonte organizza il Corso di Formazione promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, organizzato da UCSI Piemonte in collaborazione con la Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV dal titolo: “Il carcere visto da fuori”, che si terrà giovedì 28 settembre dalle ore 19.00, presso la sala teatro del Santuario di Santa Rita in Via Giuseppe Vernazza 26/B a Torino: una serata durante la quale sarà possibile incontrare istituzioni, cooperative e associazioni che impiegando detenuti, ex-detenuti e persone in messa alla prova, offrono a tutte queste persone una preziosa opportunità per costruirsi una nuova vita e per uscire dalla spirale della detenzione.
Come raccontare il carcere? Come fare in modo di ricercare, verificare e diffondere un’informazione più equilibrata e obiettiva sulla realtà carceraria, per imparare a non spettacolarizzare le notizie e a non presentarle con toni volutamente allarmistici per cercare un consenso puramente consumistico. Occorre invece il massimo rispetto per il disagio delle vittime e dei loro famigliari, ma anche per quei detenuti (che ricordiamo non tutti sono rei) che soffrono all’interno delle strutture, per chi si è pentito dei propri errori e tenta di scrollarsi di dosso lo stigma con il desiderio di ricomporre i pezzi di una vita infranta ed anche il disagio di poliziotti ed operatori che vivono una quotidianità tra le più difficili. Per raggiungere questo obiettivo tenteremo di rimuovere scontati pregiudizi e adottare un linguaggio corretto non soltanto nella forma, ma che non perda mai di vista i principi etici.
Un’ampia relazione verrà dedicata ai temi della giustizia riparativa, come trattarla, come far sì che il lettore ne comprenda le potenzialità per costruire un domani migliore per la vittima, per il reo e per l’intera società. Infine, verrà evidenziato il valore pedagogico del racconto dell’esperienza carceraria, capace di incoraggiare i più giovani a prendere le distanze dalla tentazione di delinquere.
Il programma:
Saluti di:
Paola Da Ros, Presidente della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV
Alessandro Ginotta, Presidente UCSI Piemonte
Relazioni di:
Valentina Noya, Direttrice del festival LiberAzioni
Monica Gallo, Garante delle persone private della libertà – Città di Torino
Maria Teresa Pichetto, Docente Polo Universitario per Studenti Detenuti della città di Torino
Fernando Muraca, Regista (Don Matteo 8 e 10 e La terra dei santi,…) ed autore
Vincenzo Varagona, Giornalista, Presidente nazionale Unione Cattolica Stampa Italiana
Marina Lomunno, Giornalista, Coordinatore redazionale La Voce e il Tempo
Maria Agnese Moro, Giornalista pubblicista, La Stampa
Compongono la Giuria del Premio Carlo Castelli: Luigi Pagano, consulente del Difensore civico della Regione Lombardia, già direttore di molti istituti tra cui: Pianosa, Nuoro, Asinara, Alghero, Piacenza, Brescia e Taranto, Milano San Vittore; Maria Agnese Moro,giornalista, figlia dello statista Aldo Moro; Carla Chiappini, coordinatrice della redazione di “Ristretti Orizzonti” dal carcere di Parma; Maria Cristina Failla, giudice penale, civile e tutelare, presidente del tribunale di Massa; Wilma Greco,docente Casa Circondariale di Agrigento; Anna Maria Corradini, consulente filosofico, Pontificia Università Antonianum; Luigi Dall’Ara, volontario penitenziario Società di San Vincenzo De Paoli.
Carlo Castelli
La XVI Edizione del Premio Carlo Castelli si celebra a Torino, in occasione del 25° dalla scomparsa del volontario carcerario a cui è stato intitolato il concorso.
Nato a Torino il 9 febbraio 1924, Carlo Castelli entra nella Società di San Vincenzo De Paoli all’inizio degli anni ´60, impegnandosi nei vari campi assistenziali e caritativi con profonda e
fraterna dedizione al bene del prossimo. Nei primi anni ´70 decide di rivolgere la sua attenzione al settore carcerario, scelta che caratterizzerà tutta la sua azione di volontariato sociale, ispirato a un cristianesimo militante vicino ai più deboli e ai più bisognosi. Come assistente volontario nelle carceri del Piemonte, in particolare a Torino, Fossano e Saluzzo, matura negli anni una serie di esperienze personali che l’arricchiscono nel profondo, consentendogli, grazie alla preziosa collaborazione di molti confratelli e consorelle e al coinvolgimento dei vari settori istituzionali, di operare fattivamente sul territorio con interventi mirati al recupero individuale e sociale del detenuto e al suo progressivo reinserimento nel mondo del lavoro.
Negli anni successivi, sino alla morte sopraggiunta improvvisa il 19 maggio 1998, prosegue
con crescente impegno la sua attività all’interno e all’esterno delle carceri, ampliando il suo raggio d’azione a livello nazionale e cercando di sensibilizzare in modo adeguato i responsabili istituzionali, del potere politico e giudiziario a concretizzare proposte e iniziative di riforma nell’ambito penitenziario.
Nova Coop celebra la 4ª Giornata internazionale della Consapevolezza sulle Perdite e gli Sprechi Alimentari, proclamata dalle Nazioni Unite (29 settembre), con una serie di appuntamenti realizzati insieme ai partner di Im.patto Torino – il percorso di co-progettazione di azioni di sensibilizzazione e promozione intorno ai temi del cibo, della salute e del benessere – e in collaborazione con l’Asl “Città di Torino” e il Politecnico di Torino.
Al centro del programma è il Frigo di Quartiere, con i festeggiamenti per l’anniversario dell’esperienza pilota avviata in Barriera di Milano, presso l’orto urbano del Boschetto di via Petrella, e con l’inaugurazione di due nuovi allestimenti di frigoriferi di comunità in zone diverse della città, che amplieranno ulteriormente la portata dell’iniziativa e intensificheranno gli sforzi per contrastare lo spreco alimentare e sostenere coloro che sono in situazione di bisogno.
I due nuovi “Frigo di Quartiere” saranno posizionati in altrettanti luoghi strategici della città: il primo presso lo Spazio Anziani “L’amicizia” di via Rosolino Pilo 50/A, grazie all’ospitalità dell’Associazione Non più da Soli – Edera e alla collaborazione con il progetto Fooding – Alimenta la solidarietà dell’Arci Torino, che ritira le eccedenze presso l’InCoop di corso Inghilterra 49; il secondo presso la Casa del Quartiere San Salvario in via Morgari 14, in collaborazione con l’Agenzia per lo sviluppo locale che ritira le eccedenze dell’InCoop di via Madama Cristina 143.
Il “Frigo di Quartiere” è un progetto che sperimenta concretamente un modello organizzativo di recupero del cibo fresco in scadenza proveniente dalla distribuzione organizzata mettendolo a disposizione di nuclei familiari con ridotti mezzi economici attraverso la mediazione delle realtà locali di volontariato.
Nel 2022, Nova Coop e Rete ONG, in collaborazione con il Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) della Asl Città di Torino, hanno avviato questa esperienza posizionando un frigorifero di comunità presso il Boschetto e rifornendolo due volte a settimana di prodotti alimentari freschi provenienti dal supermercato Nova Coop di piazza Respighi. L’iniziativa ha immediatamente guadagnato slancio, grazie anche all’apporto degli ortolani dell’orto di via Petrella e dei residenti. Nel corso dell’ultimo anno, il “Frigo di Quartiere” è diventato un punto di riferimento per la solidarietà e la condivisione, dimostrando il potere della collaborazione comunitaria.
Le due nuove sinergie rappresentano un passo avanti nel raggiungere un maggior numero di residenti e nel creare un impatto positivo più ampio. L’inaugurazione dei nuovi frigoriferi pubblici sarà un momento di festa e riflessione sulla solidarietà che ha caratterizzato l’intera iniziativa del “Frigo di Quartiere”.
IL PROGRAMMA
Martedì 26 settembre dalle 20.30 proiezione del film Non morirò di fame – con la partecipazione del regista Umberto Spinazzola presso Il Boschetto di via Petrella 29, Torino. In collaborazione con Associazione Museo Nazionale del Cinema e Rete ONG. Ingresso libero e gratuito.
Pier (Michele Di Mauro), un ex chef con una stella Michelin, ha perso tutto, compresa la casa. L’uomo nasconde un segreto del suo passato, a causa del quale lascia Torino, la sua città natale. Pier torna nel capoluogo piemontese chiamato da Carla, la sua ex moglie, che gli comunica che è molto malata e vorrebbe affidare la loro figlia Anna (Chiara Merulla) in custodia a Lucia (Olivia Manescalchi), la zia della ragazza. Pier firma le carte, consapevole che Anna si troverà meglio con Lucia. Non sapendo dove stare, Pier decide di usare come abitazione una baracca nel deposito edile di Annibale (Riccardo Lombardo), il suo migliore amico. Girovagando per le vie della città, Pier incontra Granata (Jerzy Stuhr), un vecchio mendicante, esperto nel sopravvivere con niente, raccogliendo gli avanzi. Con lui, Pier inizia un percorso che lo aiuta a riconnettersi con il suo amore per la cucina. Quando Carla muore, Anna decide di restare con suo padre; Pier è così costretto a vivere con la figlia adolescente, imparando a conoscerla e a prendersene cura.
Mercoledì 27 settembre alle ore 17.00 “Luoghi di Im.patto” – Un itinerario attraverso le realtà associative che collaborano con il progetto Im.patto di Nova Coop nel quartiere torinese di Barriera di Milano, tra la storia dell’architettura e il presente dell’impegno sociale e ambientale sul territorio.
La passeggiata terminerà nell’orto urbano di via Petrella, presso il progetto Agrobarriera, un singolare esempio di gestione di orti comunali urbani e di coinvolgimento della cittadinanza in attività ambientali comunitarie. Illustrazione delle varie iniziative dell’orto e del progetto “Frigo di quartiere”. A seguire, aperitivo e dj set.
Ritrovo davanti al centro Interculturale di corso Taranto 160. La visita è condotta da Daniela Re del portale comunitario Vivoin, dedicato alla valorizzazione di Torino nord.
Partecipazione gratuita.
Giovedì 28 settembre alle ore 15.00 sarà il momento dell’inaugurazione del Frigo di Quartiere di via Pilo 50/A presso lo Spazio Anziani della Circoscrizione 4 con una merenda antispreco offerta alla cittadinanza.
Venerdì 29 settembre alle ore 17.00 sarà la volta dell’inaugurazione delFrigo di Quartiere di via Morgari 14presso la Casa del Quartiere San Salvario. Polito Food Design Lab – Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design proporrà alla cittadinanza L’uovo di Colomboil workshop di Design With Food per il contrasto dello spreco alimentare, applicando al cibo i principi dell’Economia Circolare. A seguire, aperitivo antispreco offerto ai partecipanti. Partecipazione gratuita, iscrizione obbligatoria scrivendo a: prenotazioni@casadelquartiere.it o chiamando il n. 345 253 2921.
Im.patto, con Coop un patto per il territorio è un progetto promosso da Nova Coop in co-progettazione con 21 realtà del territorio torinese: Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario ets,Altri Modi Srl Impresa Sociale Ets, Arci Torino – Progetto Fooding, Associazione ASAI, ASL Città di Torino SIAN, Ass Babelica, Casa del Quartiere San Salvario, Associazione Coh, Associazione Eufemia, Associazione Fiesca verd, Associazione Gomboc, Aps Insieme É Più Bello, Mais Ong, Ass. Museo Nazionale del Cinema, Ass Non più da soli – Edera, Cooperativa Pandora, Polito Food Design Lab – Politecnico di Torino,Prospettive Ricerca Socio Economica, Radici E Filari Renato Buganza, Renken Onlus, Re.Te Ong, Uisp Torino, Vivoin.
Nell’anno in cui festeggia il settantesimo anniversario l’AMNC è lieta di collaborare con Job Film Days in un momento molto complesso che sta attraversando il nostro paese, sia per quanto riguarda il mondo del lavoro e sia per la condizione di vita della popolazione detenuta.
Attraverso la proiezione speciale in programma mercoledì 4 ottobre ore 21,00 al Cinema Greenwich del documentario Gorgona di Antonio Tibaldi, introdotto da Vittorio Canavese, prosegue la sinergia con LiberAzioni festival, progetto attivo dal 2016, che prevede una serie di laboratori artistici all’interno e all’esterno del carcere di Torino nel quartiere delle Vallette e un grande festival biennale con due concorsi nazionali di cinema e scrittura, quest’ultimo esclusivamente destinato alla popolazione detenuta. La quarta edizione del festival diretto da Valentina Noya si svolgerà a Torino dal 9 al 15 ottobre 2023 e vedrà tra gli ospiti principali Kasia Smutniak, Vera Gemma, Tizza Covi, Davide Ferrario e la compagnia teatrale Voci Erranti, composta da attori detenuti del carcere di Saluzzo, diretta da Grazia Isoardi che il 2 giugno ha ricevuto l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica conferita dal Presidente Mattarella.
Pietro Perotti
Il secondo appuntamento rende omaggio all’ex operaio, artista e film-maker Pietro Perotti attraverso la proiezione di Senzachiederepermesso in programma domenica 8 ottobre alle 17,00 al Cinema Massimo. Pietro Perotti è nato a Ghemme nel 1939; entra a Mirafiori il 9 luglio 1969, subito dopo gli scontri di Corso Traiano; ha partecipato a tutte le lotte operaie occupandosi da subito di comunicazione all’interno della fabbrica, realizzando adesivi, giornali murali, scritte e disegni nei bagni, pupazzi di cartapesta, poi gommapiuma, che hanno fatto diventare i cortei “teatro di strada”. Con la sua cinepresa super8 ha documentato situazioni e lotte operaie dal 1974 a oggi. Grazie a questo materiale inedito ha realizzato Senzachiederepermesso che dipinge un affresco di vita operaia in quella che è stata la più grande fabbrica metalmeccanica d’Europa. Dopo essersi licenziato dalla FIAT, il 25 Aprile 1985, continua a creare pupazzi e installazioni per teatri, televisioni e artisti come Piero Gilardi, Stefano Benni, Altan e per tutte le situazioni di lotta e opposizione, sempre a difesa del lavoro, dei migranti, delle donne, della pace e dell’ambiente.
Giovanni Panosetti al corteo del 1° maggio 1971 a Torino
Pietro Perotti riceverà per l’occasione un riconoscimento dedicato a Giovanni Panosetti, avanguardia operaia a Mirafiori, nato in un lager tedesco nel novembre del 1944 e morto nel dicembre del 2017. Panosetti è stato uno dei protagonisti dello sciopero del 12 novembre 1969 dove era alla testa del corteo con uno dei primi megafoni a batteria comprato attraverso una sottoscrizione tra gli operai della sua officina: questa immagine è stata immortalata in una fotografia dell’operaio Raffaele Santomauro e nel film Contratto di Ugo Gregoretti. Per il suo carisma con il tempo è stato considerato pericoloso, tanto da essere confinato nei reparti e messo nelle condizioni di non lavorare più con gli altri operai.
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