Memoria e Archivi

Archivio Armando Ceste

Per oltre quarant’anni, dal '68 all’inizio della grande crisi economica, Armando Ceste ha raccontato la società italiana e le sue contraddizioni.

Per oltre quarant’anni, dal ’68 all’inizio della grande crisi economica, Armando Ceste ha raccontato la società italiana e le sue contraddizioni, radicando gran parte del proprio cinema nella Torino che, in quegli stessi anni, compiva la propria parabola da città della Fiat a metropoli impoverita post-industriale. Dalla sua scomparsa avvenuta il 15 aprile 2009 il suo fondo è curato da un gruppo costituito da familiari, amici, filmmaker e collaboratori: Petra Probst, Moritz Ceste, Claudio Coloberti, Luciano D’Onofrio, Osvaldo Marini, Pier Milanese, Claudio Paletto e Vittorio Sclaverani. Questo gruppo di lavoro ha messo on-line il sito web grazie alla collaborazione tecnica di Showbyte e dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema: un sito che, oltre a raccogliere le sue opere cinematografiche, grafiche e pittoriche e le testimonianze di chi lo ha conosciuto e affiancato, fornisce gli aggiornamenti su eventi, manifestazioni e novità attinenti alle finalità dell’Archivio e allo sviluppo dei progetti legati alla sua eredità culturale, artistica e politica.

Nato a Torino il 7 novembre 1942, dopo alcune esperienze di cinema underground, Armando Ceste è, alla fine degli anni ’60, tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino. Dalla metà degli anni ’80 realizza numerosi cortometraggi e documentari, alcuni dei quali in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma, la maggior parte dei quali presentati in anteprima al Festival Internazionale Cinema Giovani prima e Torino Film Festival poi, fin dalla sua seconda edizione del 1984. Fondatore nel 1997 e direttore artistico del Valsusa Filmfest, festival cinematografico sui temi della memoria storica e della difesa dell’ambiente, si occupa inoltre della comunicazione visiva di programmi culturali per musei, associazioni, teatri ed enti pubblici. Nel 2000 pubblica insieme a Maurizio Poletto Storyboard (Ananke), nel 2006 il libro+Dvd Porca Miseria. Un viaggio nelle nuove povertà (Edizioni Gruppo Abele). Nel 2004 inaugura la mostra Terroristen presso il circolo Amantes, mentre nel 2008 è fra i promotori del progetto collettivo Walls and Borders e a fine anno riceve dalla Film Commission Torino Piemonte il Premio Torino Set alla Carriera: un riconoscimento a un autore che è sempre stato libero, che ha sempre pagato la sua indipendenza produttiva. È da ricordare che grazie al suo percorso unico e alla sua grande umanità, Armando sia sempre stato capace di dialogare e confrontarsi con tutte le generazioni, in modo particolare le più giovani.

A conferma dell’acutezza del suo sguardo registico appaiono i temi che caratterizzano le sue principali opere cinematografiche: immigrazione (Il gioco di Romeo e Giulietta, Abdellah e i suoi fratelli, Love difference e Movimento), precarietà e nuove povertà (Marisa e le altre, Porca miseria e Da porta a porta), trasformazione della città e delle periferie (Fiatamlet e Variazioni) vecchie e nuove forme di resistenza (25 Aprile 1994, Mai tardi, Rosso/Askatasuna e Dopo Genova) e i diritti dei lavoratori (Fiatamlet e L’assalto al cielo): tutte le questioni raccontate nel suo cinema restano di urgente attualità. 

Nel suo percorso sociale, politico e cinematografico ha incontrato il Premio Nobel Dario Fo e Franca Rame (Aria di golpe), Adriano Sofri (Viaggio alla fine del mondo), Luca Rastello e Marco Revelli (Fiatamlet), Don Luigi Ciotti (Libera terra e Abdellah e i suoi fratelli), Anna Karina (Il volto della Nouvelle Vague), Jean-Marie Straub (La resistenza del cinema e Lezione di cinema), Erri De Luca (Dopo Genova e Porca miseria), Ascanio Celestini (Marisa e le altre), Marco Baliani (Love difference), Emilio Pugno (Gli anni duri) Bruno Carli (Mai tardi) e gli attori e registi teatrali Beppe Rosso, Michele Di Mauro e Marco Alotto. Il cinema di Ceste è però importante perché si compone principalmente di volti sconosciuti di operai, precari del lavoro, migranti, poveri, vecchi partigiani, nuovi militanti ed esseri umani invisibili ai margini della società a cui a dato voce e restituito dignità.

Il lavoro dell’Archivio intende essere la restituzione di uno sguardo, un segno per ricordare Armando Ceste e trasmetterne memoria attraverso le sue opere a un pubblico più vasto, ma soprattutto alle nuove generazioni, affinché il ricordo e le immagini preesistenti possano produrne di nuove e stimolare sempre uno sguardo critico a partire dal premio a lui dedicato dal 2013 attraverso il concorso cinematografico nazionale Lavori in Corto curato da Valentina D’Amelio.

Nell’ottobre del 2018 l’AMNC ha collaborato alla realizzazione del progetto Bisognava muoversi – immagini altre dalla Torino di fine millennio dedicato ad Armando Ceste, Alberto Signetto e Alessandro Tannoia rappresenta un esempio forte di come sia ancora possibile e sempre più necessario fare delle proposte dal basso in forma indipendente e condivisa, in un contesto locale e internazionale dove si ha la dolorosa sensazione di fare grandi passi indietro nell’ambito dei diritti e delle conquiste democratiche di chi ci ha preceduto, come hanno sottolineato molte delle persone che hanno collaborato a questo progetto.