Il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera 2021 al regista Giuseppe Piccioni

In occasione del 39° Torino Film Festival, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è lieta di annunciare il conferimento del PREMIO MARIA ADRIANA PROLO ALLA CARRIERA 2021 al regista Giuseppe Piccioni.

Il Premio sarà assegnato venerdì 3 dicembre 2021 alle ore 20.00 nella sala 3 del Cinema Massimo di Torino. A consegnarlo sarà un ospite d’eccezione, una delle attrici più note e amate del cinema italiano, Margherita Buy, presenza importante nel cinema del regista, che nel corso degli anni e di molti film ha dato vita a tanti personaggi diversi: divertenti, drammatici, e anche commoventi, come quello di suor Caterina in Fuori dal mondo (1999), il film che sarà proiettato dopo la cerimonia di premiazione.

Intitolato a Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema, il premio è un riconoscimento assegnato a una personalità del mondo del cinema che si è particolarmente distinta nel panorama italiano. In passato, il premio è stato conferito ai registi Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Massimo Scaglione, Cecilia Mangini, Daniele Segre, Bruno Bozzetto, Lorenza Mazzetti, Costa-Gavras, David Grieco, agli attori e attrici Piera Degli Esposti, Lucia Bosè, Ottavia Piccolo, Roberto Herlitzka, Elio Pandolfi, al compositore Manuel De Sica, allo sceneggiatore Giorgio Arlorio, al film-maker, artista e operaio Pietro Perotti, all’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli.

La ventesima edizione del premio ha come protagonista Giuseppe Piccioni (Ascoli Piceno – 2 luglio 1953), un regista che nel cinema italiano ha saputo ritagliarsi uno spazio importante e molto personale. Quando Domenico Procacci e Giuseppe Piccioni cominciano a muovere i primi passi nel cinema, il settore prevede poco spazio per chi, come loro, si affaccia alla produzione e alla regia. L’avvento delle televisioni private ha completamente sconvolto il modo di produzione dei film, e l’intervento televisivo diventa fondamentale per poter chiudere il budget anche di un piccolo film indipendente. Questo fa sì che si moltiplichino i film prodotti da case di produzione affermate, diretti da registi noti e interpretati da attori popolari, in prospettiva di uno sfruttamento dei film stesso soprattutto sul piccolo schermo. La grande peculiarità di Fandango, la casa di produzione fondata da Procacci che produce l’esordio al cinema di Giuseppe Piccioni, Il grande Blek (i due erano stati compagni di scuola presso il laboratorio Gaumont, struttura pensata negli anni Ottanta da Renzo Rossellini proprio per favorire esordi) era proprio questa. E l’autorialità di Giuseppe Piccioni va vista proprio come un lucido tentativo di proporre un cinema che, basandosi su contenuti “alti” e su una recitazione non convenzionale, sapesse comunque intercettare i favori del pubblico. E questo è esattamente quello che è avvenuto.

Giuseppe Piccioni con Valerio Mastandrea e Valeria Golino sul set di “Giulia non esce la sera”

Giuseppe Piccioni ha attraversato più di trent’anni di cinema italiano proponendo un cinema di piccole storie e grandi speranze, un cinema intimo, capace di scavare nei sentimenti ma anche di raccontare grandi sogni e grandi cambiamenti. Un cinema di personaggi, in cui le donne sono quasi sempre protagoniste, e che Piccioni sa ritrarre con originalità e profondità. In questo senso il cinema di Piccioni è anche un viaggio all’interno dell’universo femminile, attraversato con gli occhi spalancati e curiosi di chi, come “l’alieno” protagonista di Luce dei miei occhi, vuole cogliere tutte le sfumature, tutti i segreti di un mondo che gli assomiglia ma che non conosce. Proprio il film citato è valso ai due attori protagonisti, Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli, la Coppa Volpi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nel 2001. Due anni prima era stato un altro volto noto del cinema italiano a vincere il David di Donatello per la migliore attrice protagonista: Margherita Buy, che in Fuori dal mondo porta sullo schermo uno dei personaggi più interessanti e più contraddittori del cinema di Piccioni, quello di una giovane donna che rinuncia agli agi di una tranquilla vita borghese per diventare una suora missionaria. Fuori dal mondo vince anche il David come Miglior film, Migliore sceneggiatura, Miglior produttore, Miglior montaggio, raccogliendo grandi successi e numerosi altri premi in Italia e all’estero. Il film viene anche nominato dall’Italia come candidato all’Oscar per il Miglior film straniero.

L’amore (ricambiato) che Piccioni ha per i suoi attori, non si traduce solo nelle superbe prove di recitazione che questi offrono nei suoi film, ma anche nella ricerca costante che Piccioni stesso porta avanti sulla costruzione del lavoro dell’attore. La sua curiosità nel comprendere questo percorso lo porta a dedicare ben due documentari a Sandra Ceccarelli e Margherita Buy, due Ritratti confidenziali attraverso i quali il regista cerca di esplorare i territori più intimi delle sue due attrici feticcio, di coglierne ogni minima sfumatura, in quelle affascinanti zone di confine in cui persona e personaggi si possono confondere. Esattamente come fa in Preghiera della sera, un film di diciotto minuti, presentato alla 78°edizione del Festival di Venezia, che racconta la nascita della sua prima esperienza teatrale e che subito si abbandona al racconto dei suoi attori, Lucia Mascino e Filippo Timi, colti nel loro flusso di creatività, osservati con curiosità mentre danno forma al loro lavoro. Un progetto simile Piccioni lo aveva dedicato anche ai giovani attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico con Esercizi elementari, dove seguiva da vicino l’esercizio appunto compiuto da questi artisti alle prime esperienze per raggiungere i loro personaggi, per arrivare a una creazione convincente. Un altro segno, un’altra dimostrazione di quanto il lavoro di Piccioni vada ben oltre a quello comunemente inteso del regista. Per lui il cinema, infatti, è uno spazio da attraversare a 360 gradi. Ed è per questo che oltre alla regia e alla scrittura, negli anni si è dedicato al teatro, all’insegnamento e anche alla divulgazione, essendo uno dei fondatori della storica Libreria del Cinema, punto di riferimento a Trastevere per la cinefilia non solo romana.

Sandra Ceccarelli e Luigi Lo Cascio, protagonisti di “Luce dei miei occhi” e “La vita che vorrei”

Come di consueto il numero di Mondo Niovo 18-24 ft/s, la rivista dell’AMNC diretta da Caterina Taricano, sarà interamente dedicato al premiato, Giuseppe Piccioni. Curato da Caterina Taricano e Maria Giulia Petrini, il numero 106 di Mondo Niovo 18-24 ft/s sarà presentato in occasione della consegna del Premio Maria Adriana Prolo alla carriera e ospiterà una lunga intervista al regista, realizzata dai giovani studenti del master di Critica giornalistica dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico (A. A. 2019/2020) con la supervisione di Caterina Taricano.

Il numero raccoglie anche numerose testimonianze di amici e collaboratori tra cui Sandra Ceccarelli, Sergio Rubini, Roberto Hertlizka, Silvio Orlando, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Lucia Mascino, Giulio Scarpati, Luigi Lo Cascio, Filippo Timi, Esmeralda Calabria, Luca Bigazzi, Lionello Cerri, Gualtiero Rosella, Ludovico Einaudi e tanti altri.

Maria Roveran, Laura Adriani, Caterina le Caselle e Marta Gastini, protagoniste di “Questi giorni”

A seguire la premiazione sarà proiettata una copia 35 mm conservata dalla Cineteca Nazionale del film Fuori dal mondo (1999, 100’), prodotto da Lionello Cerri per la Lumière & Co. La storia inizia quando Caterina (Margherita Buy), una suora sul punto di prendere i voti perpetui, si vede consegnare tra le braccia un bambino abbandonato in un parco. Dopo averlo portato in ospedale, suor Caterina va alla ricerca della madre del bambino, e nella lavanderia dove la donna lavorava conosce Ernesto (Silvio Orlando) – anche lui, a suo modo, coinvolto nella vicenda. Immerso nelle atmosfere invernali di Milano, Fuori dal mondo è un racconto commovente dove si incontrano solitudini saldamente costruite e diversamente motivate, ma capaci, in circostanze non ordinarie, di aprire una breccia nella propria corazza e di scoprire le possibilità che derivano dall’apertura all’altro.

Il Premio Maria Adriana Prolo è un’iniziativa curata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema nell’ambito del progetto Nuovo Cinema Piemonte 2021 sostenuto da Regione Piemonte e Fondazione CRT.

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