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News

I migliori film del 2020 secondo l’AMNC

Eccoci arrivati alla fine di questo tormentato 2020. Mai come quest’anno la sommatoria delle top five dei soci di AMNC ha dato un risultato così eterogeneo e frammentato. Ha vinto Ken Loach e anche questo è un dato sorprendente visto che SORRY WE MISSED YOU è uscito nei primi giorni dell’anno ma è rimasto nel cuore dei votanti per ben dodici mesi.

Vi avevamo detto che le sorprese non sarebbero mancate e, infatti, al secondo posto troviamo un documentario girato in prospettiva canina. Sul terzo gradino del podio sei film che sono stati giudicati i migliori da altrettanti votanti. Con la speranza di poter tornare presto in sala ecco a voi il meglio degli ultimi dodici mesi.

CLASSIFICA 2020

1) SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach 10 punti

2) LOS REYES di di Iván Osnovikoff, Bettina Perut  9 punti

3) VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti, LE STRADE DEL MALE di Antonio Campos, A METAMORFOSE DOS PASSAROS di Catarina Vasconcelos, EMA di di Pablo Larraín, IMPREVISTI DIGITALI di Benoît Delépine e Gustave Kervern e DIAMANTI GREZZI di Josh e Benny Safdie 6 punti

9)  MILA di Christos Nikou, WILDFIRE di Cathy Brady, THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini, THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang-soo, THE FOUNDATION PIT di Andrey Gryazev, THE HATER di Jan Komasa, CENIZA NEGRA di Sofia Quiros, UNDINE – UN AMORE PER SEMPRE di Christian Petzold e ON A CLEAR DAY YOU CAN SEE THE REVOLUTION FROM HERE di Emma Charles, Ben Evans James 4 punti

18) COME EL CIELO DESPUES DE LLOVER di Mercedes Gaviria, DICK JOHNSON IS DEAD di Kirsten Johnson, DAYS di Tsai Ming-Liang, A HERDADE di Tiago Guedes, L’UOMO INVISIBILE di Leigh Whannell, GUERRA E PACE di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti 3 punti

24) THE SPECIALS di Olivier Nakache, Eric Toledano, FIRST COW DI Kelly Reichardt, CASA DE ANTIGUEDADES di João Paulo Miranda Maria, HOPPER/WELLES di Orson Welles, Filip Jan Rymsza, Bob Murawski, CITY HALL di Frederick Wiseman, LA CORDIGLIERA DEI SOGNI di Patricio Guzmán, WOLFALKERS – IL POPOLO DEI LUPI di Tomm Moore e Ross Stewart 2 punti

31) LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante, DAVID ATTENBOUROUGH: A LIFE ON OOUR PLANET di  Jonathan Hughes, SELVA TRAGICA di Yulene Olaizola, SAMP di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, THE WASTELAND di Ahmad Bahrami, IN UN FUTURO APRILE – IL GIOVANE PASOLINI di Federico Savonitto, Francesco Costabile, IL CASO BRAIBANTI di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese e THE CAVE di Feras Fayyad 1 punto

LE TOP FIVE DEI SINGOLI VOTANTI

Marco Mastino

1) A METAMOFOSE DOS PASSAROS di Catarina Vasconcelos

2) ON A CLEAR DAY YOU CAN SEE THE REVOLUTION FROM HERE di Emma Charles, Ben Evans James

3) COMO EL CIELO DESPUES DE LLOVER di Mercedes Gaviria

4) THE SPECIALS di Olivier Nakache, Eric Toledano

5) LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante

Davide Mazzocco

1) EMA di Pablo Larraín

2) CENIZA NEGRA di Sofia Quiros

3) A HERDADE di Tiago Guedes

4) LA CORDIGLIERA DEI SOGNI di Patricio Guzmán

5) THE CAVE di Feras Fayyad

Valentina Noya

1) LOS REYES di di Iván Osnovikoff, Bettina Perut

2) MILA di Christos Nikou pari merito con WILDFIRE di Cathy Brady

4) THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini

5) CASA DE ANTIGUEDADES di João Paulo Miranda Maria pari merito con SELVA TRAGICA di Yulene Olaizola

Silvia Nugara e Claudio Panella

1) SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach ed EFFACER L’HISTORIQUE di Benoît Delépine e Gustave Kervern

2) THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang-soo e THE FOUNDATION PIT di Andrey Gryazev

3) DAYS di Tsai Ming-Liang e GUERRA E PACE di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

4) HOPPER/WELLES di Orson Welles, Filip Jan Rymsza e Bob Murawski e CITY HALL di Frederick Wiseman

5) SAMP di Flavia Mastrella e Antonio Rezza e THE WASTELAND di Ahmad Bahrami

Edoardo Peretti

1) UNCUT GEMS di Josh e Benny Safdie

2) UNDINE – UN AMORE PER SEMPRE di Christian Petzold

3) L’UOMO INVISIBILE di Leigh Whannell

4) WOLFALKERS – IL POPOLO DEI LUPI di Tomm Moore e Ross Stewart

5) CASA DE ANTIGUIDADES di Joao Paulo Miranda Maria

Vittorio Sclaverani

1) VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti

2) SORRY WE MISSED YOU DI Ken Loach

3) LOS REYES di di Iván Osnovikoff e Bettina Perut

4) THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini

5) IN UN FUTURO APRILE – IL GIOVANE PASOLINI Di Federico Savonitto, Francesco Costabile ex aequo con IL CASO BRAIBANTI di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese

Milad Tangshir

1) LE STRADE DEL MALE di Antonio Campos

2) THE HATER di Jan Komasa

3) DICK JOHNSON IS DEAD di Kirsten Johnson

4) FIRST COW di Kelly Reichardt

5) DAVID ATTENBOUROGH: A LIFE ON OUR PLANET di Jonathan Hughes

PRECEDENTI EDIZIONI

2019 – BURNING di Chang-dong Lee

2018 – LA CASA SUL MARE di Robert Guediguian ex aequo con CORPO E ANIMA di Ildikó Enyedi

27 Dicembre 2020
News

In memoria di Claudio Meloni

Sono giorni molto tristi per il cinema torinese. Qualche giorno fa se n’è andato il direttore della fotografia Claudio Meloni che viene qui ricordato dalla regista Marilena Moretti.

“A Torino se ti occupavi di cinema non potevi non conoscere Claudio Meloni. Lui a Torino era il cinema. Credo non ci sia video maker, film maker, direttore della fotografia, operatore, aiuto operatore, assistente alla macchina da presa, organizzatore, direttore di produzione, regista, elettricista, macchinista, ecc. ecc. che non abbia avuto a che fare con lui.

Era il 1990 quando ho girato il mio primo (e ultimo) cortometraggio di finzione, in pellicola 16 mm. La produzione era di Ipotesi Cinema – la scuola di cinema di Ermanno Olmi – per Rai Uno. Una storia di ragazzi di barriera, in un frammento della loro vita, un giorno e una notte. Il titolo Ritratto di Leo, durata 11 minuti. Ho dovuto mettere in piedi una troupe cinematografica vera e propria. Per la fotografia non ho avuto dubbi: volevo il maestro. Mi avevano detto: “Fai attenzione, ha un brutto carattere. Per una donna può risultare un po’ pesante, ha un umorismo greve”. Vero niente. Fin da subito ho trovato in lui un professionista disponibile, premuroso, generoso. Certo, le sue battute erano taglienti. Ma si capiva benissimo che era un burbero benefico. Nelle pause dava il meglio di sé, come intrattenitore: era una miniera di aneddoti, di battute, la sua ironia non risparmiava nessuno. Era divertimento puro.

Abbiamo legato subito. Lui ha capito che non solo mi fidavo di lui, ma mi affidavo. Ero una principiante, consapevole dei miei limiti. Avevo già dieci anni di televisione alle spalle, ma un conto è la tv, un altro è il cinema. E si è dimostrato un amico straordinario. Non mi ha mai fatto pesare la mia inadeguatezza. Perché a lui non interessava primeggiare, tirarsela, a lui stava a cuore il film, lavorare al meglio per la riuscita del progetto. L’atteggiamento di disponibilità che Sidney Lumet chiamava “fare lo stesso film”, andare nella stessa direzione.

Ad esempio, la produzione prevedeva una sola settimana di riprese, e lui – per essere sicuro di portare a casa il risultato – fin dall’inizio si è seduto al tavolo con me a leggere la sceneggiatura e preparare il piano di lavorazione, anche se non era suo compito. Così come la sera, finito di girare, anziché andarsene a casa, si fermava a discutere con me le riprese del giorno dopo e decidere le inquadrature, dove mettere la macchina da presa, i movimenti di macchina, ecc.

Avere un sostegno del genere, una totale collaborazione da parte del direttore della fotografia, è il sogno di ogni regista, soprattutto per un regista alle prime armi. Dà il senso di sicurezza necessario per affrontare bene il lavoro, senza tensioni. Chiunque abbia girato con lui sa di che cosa parlo.

Amava lavorare con i suoi professionisti di fiducia, in quell’occasione con il fido Giovanni Gebbia come operatore, altro grande professionista del cinema che ha iniziato da Torino per affermarsi a livello nazionale e non solo, uno dei primi ad utilizzare la steadycam in Italia.

Io confesso che avevo un certo timore a salire sul trespolo per guardare l’inquadratura nel mirino dell’Arriflex, non riuscivo a prendermi sul serio, non ero né Antonioni né Bertolucci. Eppure mai una volta Claudio ha fatto battute pesanti sulla mia inadeguatezza. Al massimo dell’ironia. Sapeva essere indulgente. Non sempre e non con tutti, se si arrabbiava era meglio non contraddirlo. Il punto non era che voleva avere sempre ragione, il punto era che aveva (quasi) sempre ragione.

Una sola volta ci trovammo a discutere su una ripresa, come girare la scena finale. Io volevo posizionare la mdp in un posto, lui in un altro, o forse io volevo un carrello in un certo modo, lui in un altro, non mi ricordo. Ricordo però bene che sul set, al momento di girare, lui mi era venuto vicino e sottovoce mi aveva detto: “Sai Marilé che c’avevi ragione. Mi tocca darti ragione. Ma non te ne approfittare”.

A quel testone ho voluto bene davvero. E sono felice di averglielo detto l’ultima volta che ci siamo visti, a casa sua, con i suoi amati gatti. Purtroppo un bel po’ di tempo fa”.

20 Dicembre 2020
News

Addio a Leonardo Mosso, fra i fondatori dell’Associazione Museo del Cinema

Purtroppo questa mattina ci ha lasciato Leonardo Mosso, architetto e artista, socio fondatore dell’Associazione Museo del Cinema il 7 luglio 1953, collaboratore fondamentale di Maria Adriana Prolo, promotore del Centro studi di Architettura programmata e di Cibernetica ambientale, curatore l’Istituto Alvar Aalto e il Museo di Architettura Arti applicate e Design. Sempre vicino con entusiasmo alle attività del nuovo corso dell’AMNC vogliamo ricordarlo con un’intervista concessa a Caterina Taricano, Matteo Pollone e Vittorio Sclaverani nel 2016 pubblicata sul numero 98 di “Mondo Niovo 18-24 ft/s” dove ci raccontò le sue due grandi passioni: l’architettura e il cinema.

“Tutte le forme d’arte hanno una corrispondenza l’una con l’altra e in particolare il cinema con l’architettura. Sia il cinema che l’architettura non sono arti della contemplazione fissa bensì riguardano il movimento, il flusso vitale. Un’opera d’arte architettonica non si può contemplare come se fosse un quadro e così anche il cinema: entrambe si rivolgono al corpo e alla mente dell’osservatore. Andare al cinema, vedere il film in uno spazio adeguato diventa
un’esperienza magica.

Leonardo Mosso con Alvar Alto nel 1966

Ero molto interessato, da giovane, agli spazi umanistici dell’architettura, cioè a uno spazio a misura d’uomo che doveva essere un luogo sereno per le persone. Avevo letto un libro di Sigfried Giedion, importantissimo per tutti i nostri coetanei, dal titolo “Spazio, Tempo e Architettura”. È grazie a quel libro che mi sono innamorato dell’opera di Alvar Aalto e ho deciso di partire per la Finlandia. Da quando avevo vent’anni, ero abituato ad andare in vacanza all’estero, in Svezia e in Inghilterra, e quindi appena ho letto di questo architetto, ho fatto le valigie e ho deciso di partire. Aalto non era solo un professionista, era un anticonformista e un poeta dell’architettura.Il Museo del Cinema è stato realizzato in tempi differenti, in una successione di scelte e di occasioni diverse. Siamo andati alla Mole (prima dell’allestimento a Palazzo Chiablese) dopo essere stati anche sotto le gradinate dello Stadio Comunale, un posto infernale perché in estate era caldissimo e d’inverno faceva molto freddo. Nell’immaginario torinese la Mole è un polo d’attrazione, sembra coniugarsi perfettamente alle immagini e alle forme dei primi esempi di cinema, sembra uno scenario fatto apposta per “Cabiria”. È molto scenografica. Gli edifici progettati da Antonelli erano case molto all’avanguardia, dove è possente il sistema di travi e pilastri mentre le parti cosiddette “di tamponamento” sono leggere. È una struttura a scheletro, per intenderci. È il principio costruttivo a essere all’avanguardia.

Leonardo Mosso insieme a Laura Castagno

Come architetto dell’Associazione del Museo del Cinema bisognava innanzitutto diffondere l’idea dell’urgenza di un Museo e, per farlo, ho organizzato tante mostre sia in Italia che all’estero con le immagini delle macchine da presa e degli antichi sistemi di visione. Era un problema, allora, affermare che un Museo del Cinema fosse un museo necessario e, in quello, il mio ruolo credo sia stato importante anche quando è stata progettata la prima sede ufficiale a Palazzo Chiablese. Molti non ne capivano l’urgenza e si chiedevano che bisogno ci fosse di un museo quando si poteva tranquillamente andare al cinema e basta. A Palazzo Chiablese c’erano le inferriate disegnate da mio padre, con un nastro di pellicola che seguiva le forme della porta. Purtroppo, quando hanno fatto la ristrutturazione le hanno portate via.

La mia attrice preferita è Marilyn Monroe. I film della mia vita sono tanti, non so se riesco a sceglierne solo uno solo. Io e mia moglie siamo dei vecchi signori che hanno vissuto il dopoguerra, che è stato un periodo di grande esplosione artistica: lei, da bambina guardava i film di Esther Williams, con quei colori meravigliosi, oppure “Serenata a Vallechiara” con Sonja Henie che avevo anche conosciuto in occasione di una mia mostra a Oslo, all’interno di un museo finanziato da lei. Ci piaceva molto perché interpretava dei film allegri e a lieto fine.”

14 Dicembre 2020
News

Addio ad Alfieri Canavero

Direttore della fotografia, operatore e regista, Alfieri Canavero, socio onorario dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, è scomparso lunedì 7 dicembre 2020 all’età di 93 anni. Lo ricordiamo con una sua testimonianza, pubblicata sul numero 78 di Mondo Niovo 18/24 ft-s nell’aprile del 2007.

“Sono “nato” alla FERT nel 1941 grazie a mio padre, che è stato uno dei primi tecnici del suono. All’inizio mi diedero un bastone con una calamita e la sera facevo il giro degli studi raccogliendo tutti i chiodi storti per raddrizzarli, dato che servivano il mattino dopo per allestire le scene. Ho poi avuto la fortuna, durante il periodo della guerra, di stare sempre negli studi e ho imparato tutto dal macchinista, dall’elettricista, dal montatore, dal proiezionista, dal fonico… sono così diventato il primo assistente operatore, quello che caricava con la pellicola le macchine da presa. Per quanto riguarda “Fuga in Francia”, ricordo che mi chiamarono chiedendomi se me la sentissi di fare l’operatore e io decisi di provare, l’esperienza ce l’avevo… Iniziammo a Moncalieri, girando nella piazza. Ricordo che Mario Soldati si avvicinò a me e, sapendo che ero alle prime armi, mi disse: “Lavora tranquillo e se hai qualcosa da dire vieni da me che ti sarò sempre vicino”. Si girava senza avere molti soldi, con una troupe torinese composta da tecnici molto bravi ed esperti che riuscivano sempre a soddisfare tutte le richieste dell’architetto e del regista. Soldati si lamentava che per ragioni economiche non gli avessero dato la possibilità di andare a fare i sopralluoghi a Bardonecchia o in alta montagna per conoscere i posti e la gente. Del film infatti non era soddisfatto proprio per questo motivo. Non ho più avuto occasione di incontrare Soldati; a Moncalieri ho poi girato varie sequenze de “La pattuglia sperduta” di Pietro Nelli.”

Nella fotografia Canavero è sul set insieme a Oscar Navarro, attore e co-sceneggiatore de “La pattuglia sperduta” il primo lungometraggio prodotto dalla Vides di Franco Cristaldi.

12 Dicembre 2020
News

Liberazioni in emergenza: votate su GivingTuesday

LiberAzioni è un progetto di laboratori artistici dentro e fuori dal carcere di Torino e un grande festival biennale. In collaborazione con una rete di realtà e il Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino, l’AMNC ha avviato in primavera una prima campagna di raccolta fondi per fornire un domicilio ai detenuti scarcerati definitivamente e in cerca di una casa, impresa ancora più complessa in un periodo come quello attuale.Il progetto si occupa di identificare una sistemazione, sostenerla e avviare un percorso di accompagnamento per il reinserimento formativo e lavorativo degli ex detenuti insieme al supporto di legali, cooperative e housing sociali. Alla prima campagna hanno aderito testimonial del mondo dell’arte e dello spettacolo che hanno realizzato video per sostenere il crowdfunding e promuovere l’hashtag #iorestoincarcere, per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla situazione dei detenuti durante l’emergenza Covid-19.Abbiamo deciso di condividere LiberAzioni in emergenza nell’ambito del GivingTuesday 2020 per cui vi chiediamo di esprimere un semplice voto QUI.

Intendiamo continuare a fornire assistenza a chi rimane dentro, a chi è tornato dentro dopo essere uscito solo per affrontare la malattia in solitudine o soggiornare in un reparto di terapia intensiva, a chi esce solo in un contesto sociale sempre più difficile che offre sempre meno opportunità, in una città come Torino, sempre più povera. Per il supporto alimentare grazie a Nova Coop saranno destinati 2.000 Euro di buoni spesa con il coordinamento dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà della Città di Torino.

Vogliamo iniziare a dare assistenza ai bambini dell’ICAM, ossia il carcere per mamme e i loro figli che in questi mesi hanno difficoltà a frequentare la scuola, nonostante sia un loro diritto poter uscire ogni mattina. Vogliamo fornire il nostro appoggio a tutte le detenute e i detenuti che si sentono sempre più isolati e soli, a fronte della completa interruzione dei rapporti con il mondo esterno in questa fase di nuova ondata del virus. Aiutateci a portare un po’ di umanità in una parte della nostra società – il carcere – nascosta e fredda, dove basta veramente poco per ricreare un po’ di speranza e fiducia in se stessi e nel prossimo: questa è la base di ogni forma di riabilitazione a cui dovrebbe tendere il senso di ogni pena detentiva.

1 Dicembre 2020
News

Filmare la storia: il bando della 18esima edizione

L’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza ha pubblicato sul suo sito il nuovo bando del concorso nazionale Filmare la storia giunto alla Diciottesima edizione. Destinato alle scuole di ogni ordine e grado, alle Università, agli enti e agli Istituti storici e culturali e ai videomaker, il concorso promuove lo studio della storia attraverso la realizzazione di opere audiovisive sui temi della storia del Novecento e della contemporaneità.


L’iscrizione al concorso è gratuita e le opere dovranno essere inviate entro il 31 marzo 2021. È un progetto Polo creativo inserito nel programma integrato delle attività didattiche del Polo del ‘900 ed è realizzato con il contributo del Mibact Direzione Generale Cinema. Il progetto si avvale del sostegno e della collaborazione di Film Commission Torino Piemonte, che rende disponibile un premio in denaro per ciascuna delle quattro categorie del premio “Filmare la Storia – Paolo Gobetti” e un riconoscimento per la nuova sezione “Il mondo da questo 2020” , dedicata alle narrazioni audiovisive in tempo di isolamento e post-isolamento causato dall’emergenza sanitaria, con attenzione ai temi della scuola, della salute e del lavoro.


La 18ma edizione di Filmare la storia si avvale anche della collaborazione dell’Istituto Luce che concederà ai vincitori l’utilizzo del proprio patrimonio filmico fino ad una durata massima di 5 minuti non a scopo commerciale. Sono confermati il Premio 25 aprile-Anpi, il Premio Città di Torino, il Premio Polo del ‘900 e il Premio Giuria Giovani. Il bando è disponibile su http://www.ancr.to.it/wp/filmare-la-storia-18-il-nuovo-bando/


Filmare la storia nasce nell’a.s. 2003/2004 e può contare su un archivio di 1500 opere audiovisive, un patrimonio filmico di sicuro interesse per la ricerca storica e per la didattica della storia. Per valorizzare le opere premiate l’Ancr in collaborazione con gli enti partner del Polo
del ‘900 ha realizzato nel corso delle ultime due edizioni, sei kit didattici che contengono materiali e strumenti di approfondimento storico e cinematografico sui temi affrontati dalle opere premiate. Sono disponibili gratuitamente sul sito del Polo del ‘900 nella sezione Servizi educativi/Scuola/Unità-kit didattici. Al fine di diffondere il bando e promuovere la realizzazione di opere audiovisive sui temi del concorso l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza ha organizzato un ciclo di webinar:

Lunedì 30/11
ore 17-17.30
Presentazione del bando a cura della direzione Filmare la storia

Lunedì 14/12
ore 17-18
Realizzare un film con materiali d’archivio, con Rossella Schillaci, regista

Martedì 15/12
ore 17-18
Realizzare l’intervista, con Rossella Schillaci, regista

Mercoledì 16/12
ore 17-18 oppure 18-19
Realizzare un video a distanza, con Asia Gandoglia, insegnante

Per partecipare è necessaria l’iscrizione. Il modulo è disponibile sul sito www.ancr.to.it

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, via del Carmine 13, Torino, tel. 011 4380111, www.ancr.to.it – info@ancr.to.it – filmarelastoria@ancr.to.it

1 Dicembre 2020

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