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News

Parole & Cinema: i primi tre appuntamenti del 2021

Il 20 gennaio torna Parole&Cinema, la rassegna dedicata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) alla presentazione di libri che raccontano la settima arte da ottiche diverse e variegate, per stili di scrittura e tematiche, punti di vista, esplicitamente o nei suoi rapporti con le altre arti e narrazioni e con gli aspetti sociali della contemporaneità. Gli autori dei volumi selezionati dialogheranno con il critico Edoardo Peretti dell’AMNC, e gli appuntamenti, per i motivi legati all’emergenza sanitaria, potranno essere seguiti in diretta on line sulla pagina facebook dell’AMNC. La speranza è di poterli recuperare dal vivo, in maniera tale anche da continuare il dialogo con le molteplici realtà socio-culturali del territorio che è stato fondamentale nelle prime tre edizioni dell’iniziativa.

Il primo appuntamento è in programma mercoledì 20 gennaio alle 18,00 con Nicola Cargnoni, autore di Bellocchio/Dreyer. Identificazione di una donna; le figure femminili(Falsopiano Edizioni, 2020), viaggio nella filmografia dei due grandi autori che nella rappresentazione delle figure femminili trovano punti di contatto. “Il cinema di Dreyer e Bellocchio – dichiara l’autore  –  è “fatto di corpi”, e l’uso della macchina da presa è quasi sempre rivolto a un pedinamento costante, assillante e insistente del corpo femminile, delle reazioni che provoca o desta, degli ingabbiamenti sociali a cui è sottoposto e della capacità che ha di cambiare i destini dei comprimari. Un uso “politico” che in Dreyer trova le radici di quello che sarà il costante lavoro di modellamento dei rapporti uomo/donna messo in scena da Bellocchio“.

Martedì 26 gennaio alle 17,00 sarà il turno di Paola Abenavoli autrice e di Terre Promosse. L’immagine delle regioni italiane nell’epoca delle Film Commission(Città del Sole Edizioni, 2020), un trattato sulla rappresentazione dei vari territori d’Italia che unisce la riflessione sull’industria all’analisi più strettamente critica e storiografica.”Partendo dal territorio si arriva all’industria, al turismo, ma partendo dal territorio  – dichiara l’autrice –  si può anche creare un linguaggio cinematografico nuovo, che da quel territorio, dalle sue particolarità, dalle sue caratteristiche, può trarre linfa e ispirazione, diventando unico esso stesso. Innovando”. Ad accompagnare Paola Abenavoli ci sarà anche Steve Della Casa, autore di un saggio, Presidente onorario dell’AMNC, conduttore di Hollywood Party ed ex Presidente della Film Commission Torino Piemonte.

Martedì 9 febbraio alle 18,00 il cinema si farà apparentemente da parte per lasciare spazio a scottanti urgenze sociali con Maurizio Veglio, avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione e autore de La malapena. Sulla crisi della giustizia al tempo dei centri di trattenimento degli stranieri(SEB 27, 2020) in cui si documentano e denunciano le condizioni della detenzione amministrativa nei CPR. Verranno suggerite proposte e titoli di opere cinematografiche che hanno affrontato questo e altri aspetti interrelati come La vita che non CIE di Alexandra D’Onofrio; insieme a Edoardo Peretti interverrà Valentina Noya, progettista dell’AMNC e Direttrice del Festival LiberAzioni che attraverso la propria rete, a partire dall’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, negli ultimi mesi ha coordinato il supporto a detenuti ed ex detenuti in emergenza Covid-19 grazie a una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso e il sostegno di Nova Coop e Mosaico Refugees. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis.

“Il Cpr è territorio così inquinato da rendere ogni gesto di umanità sospetto. Un sorriso inatteso, la disponibilità all’ascolto, un consiglio non richiesto, la richiesta di una firma: tutto può nascondere un’insidia. L’ambiguità  – dichiara l’autore  –  permea questo luogo fino nelle fondamenta: lo straniero è segregato ma anche ospite, le celle di isolamento sono trasformate in un ospedaletto, mentre nel corridoio del Brunelleschi – qualche anno addietro – campeggiava la targa di un’improbabile area benessere, situata tra le stanze della questura e l’infermeria” .

La rassegna proseguirà tra febbraio e la primavera, sperando che ci si possa ritrovare dal vivo, con il viaggio tra cinema e filosofia condotto da Martina Puliatti a partire dal cinema di Cronenberg ne La rivoluzione interiore. Corpi senza organi nel cinema di David Cronenberg (Aracne Editore, 2020), con la riflessione sul rapporto tra Sciascia e il cinema di Ai Pochi felici. Leonardo Sciascia e le arti visive. Un caleidoscopio critico (Edizioni Caracol, 2020) di Giuseppe Cipolla e attraverso l’ultimo numero monografico di «Mondo Niovo 18/24 ft/s» curato da Micaela Veronesi dedicato a Cecilia Mangini, Premio Maria Adriana Prolo alla Carriera 2020.

Info: www.amnc.it – info@amnc.it – pagina facebook dell’AMNC – 3475646645

15 Gennaio 2021
News

I migliori film del 2020 secondo l’AMNC

Eccoci arrivati alla fine di questo tormentato 2020. Mai come quest’anno la sommatoria delle top five dei soci di AMNC ha dato un risultato così eterogeneo e frammentato. Ha vinto Ken Loach e anche questo è un dato sorprendente visto che SORRY WE MISSED YOU è uscito nei primi giorni dell’anno ma è rimasto nel cuore dei votanti per ben dodici mesi.

Vi avevamo detto che le sorprese non sarebbero mancate e, infatti, al secondo posto troviamo un documentario girato in prospettiva canina. Sul terzo gradino del podio sei film che sono stati giudicati i migliori da altrettanti votanti. Con la speranza di poter tornare presto in sala ecco a voi il meglio degli ultimi dodici mesi.

CLASSIFICA 2020

1) SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach 10 punti

2) LOS REYES di di Iván Osnovikoff, Bettina Perut  9 punti

3) VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti, LE STRADE DEL MALE di Antonio Campos, A METAMORFOSE DOS PASSAROS di Catarina Vasconcelos, EMA di di Pablo Larraín, IMPREVISTI DIGITALI di Benoît Delépine e Gustave Kervern e DIAMANTI GREZZI di Josh e Benny Safdie 6 punti

9)  MILA di Christos Nikou, WILDFIRE di Cathy Brady, THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini, THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang-soo, THE FOUNDATION PIT di Andrey Gryazev, THE HATER di Jan Komasa, CENIZA NEGRA di Sofia Quiros, UNDINE – UN AMORE PER SEMPRE di Christian Petzold e ON A CLEAR DAY YOU CAN SEE THE REVOLUTION FROM HERE di Emma Charles, Ben Evans James 4 punti

18) COME EL CIELO DESPUES DE LLOVER di Mercedes Gaviria, DICK JOHNSON IS DEAD di Kirsten Johnson, DAYS di Tsai Ming-Liang, A HERDADE di Tiago Guedes, L’UOMO INVISIBILE di Leigh Whannell, GUERRA E PACE di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti 3 punti

24) THE SPECIALS di Olivier Nakache, Eric Toledano, FIRST COW DI Kelly Reichardt, CASA DE ANTIGUEDADES di João Paulo Miranda Maria, HOPPER/WELLES di Orson Welles, Filip Jan Rymsza, Bob Murawski, CITY HALL di Frederick Wiseman, LA CORDIGLIERA DEI SOGNI di Patricio Guzmán, WOLFALKERS – IL POPOLO DEI LUPI di Tomm Moore e Ross Stewart 2 punti

31) LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante, DAVID ATTENBOUROUGH: A LIFE ON OOUR PLANET di  Jonathan Hughes, SELVA TRAGICA di Yulene Olaizola, SAMP di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, THE WASTELAND di Ahmad Bahrami, IN UN FUTURO APRILE – IL GIOVANE PASOLINI di Federico Savonitto, Francesco Costabile, IL CASO BRAIBANTI di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese e THE CAVE di Feras Fayyad 1 punto

LE TOP FIVE DEI SINGOLI VOTANTI

Marco Mastino

1) A METAMOFOSE DOS PASSAROS di Catarina Vasconcelos

2) ON A CLEAR DAY YOU CAN SEE THE REVOLUTION FROM HERE di Emma Charles, Ben Evans James

3) COMO EL CIELO DESPUES DE LLOVER di Mercedes Gaviria

4) THE SPECIALS di Olivier Nakache, Eric Toledano

5) LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante

Davide Mazzocco

1) EMA di Pablo Larraín

2) CENIZA NEGRA di Sofia Quiros

3) A HERDADE di Tiago Guedes

4) LA CORDIGLIERA DEI SOGNI di Patricio Guzmán

5) THE CAVE di Feras Fayyad

Valentina Noya

1) LOS REYES di di Iván Osnovikoff, Bettina Perut

2) MILA di Christos Nikou pari merito con WILDFIRE di Cathy Brady

4) THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini

5) CASA DE ANTIGUEDADES di João Paulo Miranda Maria pari merito con SELVA TRAGICA di Yulene Olaizola

Silvia Nugara e Claudio Panella

1) SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach ed EFFACER L’HISTORIQUE di Benoît Delépine e Gustave Kervern

2) THE WOMAN WHO RUN di Hong Sang-soo e THE FOUNDATION PIT di Andrey Gryazev

3) DAYS di Tsai Ming-Liang e GUERRA E PACE di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

4) HOPPER/WELLES di Orson Welles, Filip Jan Rymsza e Bob Murawski e CITY HALL di Frederick Wiseman

5) SAMP di Flavia Mastrella e Antonio Rezza e THE WASTELAND di Ahmad Bahrami

Edoardo Peretti

1) UNCUT GEMS di Josh e Benny Safdie

2) UNDINE – UN AMORE PER SEMPRE di Christian Petzold

3) L’UOMO INVISIBILE di Leigh Whannell

4) WOLFALKERS – IL POPOLO DEI LUPI di Tomm Moore e Ross Stewart

5) CASA DE ANTIGUIDADES di Joao Paulo Miranda Maria

Vittorio Sclaverani

1) VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti

2) SORRY WE MISSED YOU DI Ken Loach

3) LOS REYES di di Iván Osnovikoff e Bettina Perut

4) THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini

5) IN UN FUTURO APRILE – IL GIOVANE PASOLINI Di Federico Savonitto, Francesco Costabile ex aequo con IL CASO BRAIBANTI di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese

Milad Tangshir

1) LE STRADE DEL MALE di Antonio Campos

2) THE HATER di Jan Komasa

3) DICK JOHNSON IS DEAD di Kirsten Johnson

4) FIRST COW di Kelly Reichardt

5) DAVID ATTENBOUROGH: A LIFE ON OUR PLANET di Jonathan Hughes

PRECEDENTI EDIZIONI

2019 – BURNING di Chang-dong Lee

2018 – LA CASA SUL MARE di Robert Guediguian ex aequo con CORPO E ANIMA di Ildikó Enyedi

27 Dicembre 2020
News

In memoria di Claudio Meloni

Sono giorni molto tristi per il cinema torinese. Qualche giorno fa se n’è andato il direttore della fotografia Claudio Meloni che viene qui ricordato dalla regista Marilena Moretti.

“A Torino se ti occupavi di cinema non potevi non conoscere Claudio Meloni. Lui a Torino era il cinema. Credo non ci sia video maker, film maker, direttore della fotografia, operatore, aiuto operatore, assistente alla macchina da presa, organizzatore, direttore di produzione, regista, elettricista, macchinista, ecc. ecc. che non abbia avuto a che fare con lui.

Era il 1990 quando ho girato il mio primo (e ultimo) cortometraggio di finzione, in pellicola 16 mm. La produzione era di Ipotesi Cinema – la scuola di cinema di Ermanno Olmi – per Rai Uno. Una storia di ragazzi di barriera, in un frammento della loro vita, un giorno e una notte. Il titolo Ritratto di Leo, durata 11 minuti. Ho dovuto mettere in piedi una troupe cinematografica vera e propria. Per la fotografia non ho avuto dubbi: volevo il maestro. Mi avevano detto: “Fai attenzione, ha un brutto carattere. Per una donna può risultare un po’ pesante, ha un umorismo greve”. Vero niente. Fin da subito ho trovato in lui un professionista disponibile, premuroso, generoso. Certo, le sue battute erano taglienti. Ma si capiva benissimo che era un burbero benefico. Nelle pause dava il meglio di sé, come intrattenitore: era una miniera di aneddoti, di battute, la sua ironia non risparmiava nessuno. Era divertimento puro.

Abbiamo legato subito. Lui ha capito che non solo mi fidavo di lui, ma mi affidavo. Ero una principiante, consapevole dei miei limiti. Avevo già dieci anni di televisione alle spalle, ma un conto è la tv, un altro è il cinema. E si è dimostrato un amico straordinario. Non mi ha mai fatto pesare la mia inadeguatezza. Perché a lui non interessava primeggiare, tirarsela, a lui stava a cuore il film, lavorare al meglio per la riuscita del progetto. L’atteggiamento di disponibilità che Sidney Lumet chiamava “fare lo stesso film”, andare nella stessa direzione.

Ad esempio, la produzione prevedeva una sola settimana di riprese, e lui – per essere sicuro di portare a casa il risultato – fin dall’inizio si è seduto al tavolo con me a leggere la sceneggiatura e preparare il piano di lavorazione, anche se non era suo compito. Così come la sera, finito di girare, anziché andarsene a casa, si fermava a discutere con me le riprese del giorno dopo e decidere le inquadrature, dove mettere la macchina da presa, i movimenti di macchina, ecc.

Avere un sostegno del genere, una totale collaborazione da parte del direttore della fotografia, è il sogno di ogni regista, soprattutto per un regista alle prime armi. Dà il senso di sicurezza necessario per affrontare bene il lavoro, senza tensioni. Chiunque abbia girato con lui sa di che cosa parlo.

Amava lavorare con i suoi professionisti di fiducia, in quell’occasione con il fido Giovanni Gebbia come operatore, altro grande professionista del cinema che ha iniziato da Torino per affermarsi a livello nazionale e non solo, uno dei primi ad utilizzare la steadycam in Italia.

Io confesso che avevo un certo timore a salire sul trespolo per guardare l’inquadratura nel mirino dell’Arriflex, non riuscivo a prendermi sul serio, non ero né Antonioni né Bertolucci. Eppure mai una volta Claudio ha fatto battute pesanti sulla mia inadeguatezza. Al massimo dell’ironia. Sapeva essere indulgente. Non sempre e non con tutti, se si arrabbiava era meglio non contraddirlo. Il punto non era che voleva avere sempre ragione, il punto era che aveva (quasi) sempre ragione.

Una sola volta ci trovammo a discutere su una ripresa, come girare la scena finale. Io volevo posizionare la mdp in un posto, lui in un altro, o forse io volevo un carrello in un certo modo, lui in un altro, non mi ricordo. Ricordo però bene che sul set, al momento di girare, lui mi era venuto vicino e sottovoce mi aveva detto: “Sai Marilé che c’avevi ragione. Mi tocca darti ragione. Ma non te ne approfittare”.

A quel testone ho voluto bene davvero. E sono felice di averglielo detto l’ultima volta che ci siamo visti, a casa sua, con i suoi amati gatti. Purtroppo un bel po’ di tempo fa”.

20 Dicembre 2020
News

Addio a Leonardo Mosso, fra i fondatori dell’Associazione Museo del Cinema

Purtroppo questa mattina ci ha lasciato Leonardo Mosso, architetto e artista, socio fondatore dell’Associazione Museo del Cinema il 7 luglio 1953, collaboratore fondamentale di Maria Adriana Prolo, promotore del Centro studi di Architettura programmata e di Cibernetica ambientale, curatore l’Istituto Alvar Aalto e il Museo di Architettura Arti applicate e Design. Sempre vicino con entusiasmo alle attività del nuovo corso dell’AMNC vogliamo ricordarlo con un’intervista concessa a Caterina Taricano, Matteo Pollone e Vittorio Sclaverani nel 2016 pubblicata sul numero 98 di “Mondo Niovo 18-24 ft/s” dove ci raccontò le sue due grandi passioni: l’architettura e il cinema.

“Tutte le forme d’arte hanno una corrispondenza l’una con l’altra e in particolare il cinema con l’architettura. Sia il cinema che l’architettura non sono arti della contemplazione fissa bensì riguardano il movimento, il flusso vitale. Un’opera d’arte architettonica non si può contemplare come se fosse un quadro e così anche il cinema: entrambe si rivolgono al corpo e alla mente dell’osservatore. Andare al cinema, vedere il film in uno spazio adeguato diventa
un’esperienza magica.

Leonardo Mosso con Alvar Alto nel 1966

Ero molto interessato, da giovane, agli spazi umanistici dell’architettura, cioè a uno spazio a misura d’uomo che doveva essere un luogo sereno per le persone. Avevo letto un libro di Sigfried Giedion, importantissimo per tutti i nostri coetanei, dal titolo “Spazio, Tempo e Architettura”. È grazie a quel libro che mi sono innamorato dell’opera di Alvar Aalto e ho deciso di partire per la Finlandia. Da quando avevo vent’anni, ero abituato ad andare in vacanza all’estero, in Svezia e in Inghilterra, e quindi appena ho letto di questo architetto, ho fatto le valigie e ho deciso di partire. Aalto non era solo un professionista, era un anticonformista e un poeta dell’architettura.Il Museo del Cinema è stato realizzato in tempi differenti, in una successione di scelte e di occasioni diverse. Siamo andati alla Mole (prima dell’allestimento a Palazzo Chiablese) dopo essere stati anche sotto le gradinate dello Stadio Comunale, un posto infernale perché in estate era caldissimo e d’inverno faceva molto freddo. Nell’immaginario torinese la Mole è un polo d’attrazione, sembra coniugarsi perfettamente alle immagini e alle forme dei primi esempi di cinema, sembra uno scenario fatto apposta per “Cabiria”. È molto scenografica. Gli edifici progettati da Antonelli erano case molto all’avanguardia, dove è possente il sistema di travi e pilastri mentre le parti cosiddette “di tamponamento” sono leggere. È una struttura a scheletro, per intenderci. È il principio costruttivo a essere all’avanguardia.

Leonardo Mosso insieme a Laura Castagno

Come architetto dell’Associazione del Museo del Cinema bisognava innanzitutto diffondere l’idea dell’urgenza di un Museo e, per farlo, ho organizzato tante mostre sia in Italia che all’estero con le immagini delle macchine da presa e degli antichi sistemi di visione. Era un problema, allora, affermare che un Museo del Cinema fosse un museo necessario e, in quello, il mio ruolo credo sia stato importante anche quando è stata progettata la prima sede ufficiale a Palazzo Chiablese. Molti non ne capivano l’urgenza e si chiedevano che bisogno ci fosse di un museo quando si poteva tranquillamente andare al cinema e basta. A Palazzo Chiablese c’erano le inferriate disegnate da mio padre, con un nastro di pellicola che seguiva le forme della porta. Purtroppo, quando hanno fatto la ristrutturazione le hanno portate via.

La mia attrice preferita è Marilyn Monroe. I film della mia vita sono tanti, non so se riesco a sceglierne solo uno solo. Io e mia moglie siamo dei vecchi signori che hanno vissuto il dopoguerra, che è stato un periodo di grande esplosione artistica: lei, da bambina guardava i film di Esther Williams, con quei colori meravigliosi, oppure “Serenata a Vallechiara” con Sonja Henie che avevo anche conosciuto in occasione di una mia mostra a Oslo, all’interno di un museo finanziato da lei. Ci piaceva molto perché interpretava dei film allegri e a lieto fine.”

14 Dicembre 2020
News

Addio ad Alfieri Canavero

Direttore della fotografia, operatore e regista, Alfieri Canavero, socio onorario dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, è scomparso lunedì 7 dicembre 2020 all’età di 93 anni. Lo ricordiamo con una sua testimonianza, pubblicata sul numero 78 di Mondo Niovo 18/24 ft-s nell’aprile del 2007.

“Sono “nato” alla FERT nel 1941 grazie a mio padre, che è stato uno dei primi tecnici del suono. All’inizio mi diedero un bastone con una calamita e la sera facevo il giro degli studi raccogliendo tutti i chiodi storti per raddrizzarli, dato che servivano il mattino dopo per allestire le scene. Ho poi avuto la fortuna, durante il periodo della guerra, di stare sempre negli studi e ho imparato tutto dal macchinista, dall’elettricista, dal montatore, dal proiezionista, dal fonico… sono così diventato il primo assistente operatore, quello che caricava con la pellicola le macchine da presa. Per quanto riguarda “Fuga in Francia”, ricordo che mi chiamarono chiedendomi se me la sentissi di fare l’operatore e io decisi di provare, l’esperienza ce l’avevo… Iniziammo a Moncalieri, girando nella piazza. Ricordo che Mario Soldati si avvicinò a me e, sapendo che ero alle prime armi, mi disse: “Lavora tranquillo e se hai qualcosa da dire vieni da me che ti sarò sempre vicino”. Si girava senza avere molti soldi, con una troupe torinese composta da tecnici molto bravi ed esperti che riuscivano sempre a soddisfare tutte le richieste dell’architetto e del regista. Soldati si lamentava che per ragioni economiche non gli avessero dato la possibilità di andare a fare i sopralluoghi a Bardonecchia o in alta montagna per conoscere i posti e la gente. Del film infatti non era soddisfatto proprio per questo motivo. Non ho più avuto occasione di incontrare Soldati; a Moncalieri ho poi girato varie sequenze de “La pattuglia sperduta” di Pietro Nelli.”

Nella fotografia Canavero è sul set insieme a Oscar Navarro, attore e co-sceneggiatore de “La pattuglia sperduta” il primo lungometraggio prodotto dalla Vides di Franco Cristaldi.

12 Dicembre 2020
News

Liberazioni in emergenza: votate su GivingTuesday

LiberAzioni è un progetto di laboratori artistici dentro e fuori dal carcere di Torino e un grande festival biennale. In collaborazione con una rete di realtà e il Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino, l’AMNC ha avviato in primavera una prima campagna di raccolta fondi per fornire un domicilio ai detenuti scarcerati definitivamente e in cerca di una casa, impresa ancora più complessa in un periodo come quello attuale.Il progetto si occupa di identificare una sistemazione, sostenerla e avviare un percorso di accompagnamento per il reinserimento formativo e lavorativo degli ex detenuti insieme al supporto di legali, cooperative e housing sociali. Alla prima campagna hanno aderito testimonial del mondo dell’arte e dello spettacolo che hanno realizzato video per sostenere il crowdfunding e promuovere l’hashtag #iorestoincarcere, per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla situazione dei detenuti durante l’emergenza Covid-19.Abbiamo deciso di condividere LiberAzioni in emergenza nell’ambito del GivingTuesday 2020 per cui vi chiediamo di esprimere un semplice voto QUI.

Intendiamo continuare a fornire assistenza a chi rimane dentro, a chi è tornato dentro dopo essere uscito solo per affrontare la malattia in solitudine o soggiornare in un reparto di terapia intensiva, a chi esce solo in un contesto sociale sempre più difficile che offre sempre meno opportunità, in una città come Torino, sempre più povera. Per il supporto alimentare grazie a Nova Coop saranno destinati 2.000 Euro di buoni spesa con il coordinamento dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà della Città di Torino.

Vogliamo iniziare a dare assistenza ai bambini dell’ICAM, ossia il carcere per mamme e i loro figli che in questi mesi hanno difficoltà a frequentare la scuola, nonostante sia un loro diritto poter uscire ogni mattina. Vogliamo fornire il nostro appoggio a tutte le detenute e i detenuti che si sentono sempre più isolati e soli, a fronte della completa interruzione dei rapporti con il mondo esterno in questa fase di nuova ondata del virus. Aiutateci a portare un po’ di umanità in una parte della nostra società – il carcere – nascosta e fredda, dove basta veramente poco per ricreare un po’ di speranza e fiducia in se stessi e nel prossimo: questa è la base di ogni forma di riabilitazione a cui dovrebbe tendere il senso di ogni pena detentiva.

1 Dicembre 2020
News

Filmare la storia: il bando della 18esima edizione

L’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza ha pubblicato sul suo sito il nuovo bando del concorso nazionale Filmare la storia giunto alla Diciottesima edizione. Destinato alle scuole di ogni ordine e grado, alle Università, agli enti e agli Istituti storici e culturali e ai videomaker, il concorso promuove lo studio della storia attraverso la realizzazione di opere audiovisive sui temi della storia del Novecento e della contemporaneità.


L’iscrizione al concorso è gratuita e le opere dovranno essere inviate entro il 31 marzo 2021. È un progetto Polo creativo inserito nel programma integrato delle attività didattiche del Polo del ‘900 ed è realizzato con il contributo del Mibact Direzione Generale Cinema. Il progetto si avvale del sostegno e della collaborazione di Film Commission Torino Piemonte, che rende disponibile un premio in denaro per ciascuna delle quattro categorie del premio “Filmare la Storia – Paolo Gobetti” e un riconoscimento per la nuova sezione “Il mondo da questo 2020” , dedicata alle narrazioni audiovisive in tempo di isolamento e post-isolamento causato dall’emergenza sanitaria, con attenzione ai temi della scuola, della salute e del lavoro.


La 18ma edizione di Filmare la storia si avvale anche della collaborazione dell’Istituto Luce che concederà ai vincitori l’utilizzo del proprio patrimonio filmico fino ad una durata massima di 5 minuti non a scopo commerciale. Sono confermati il Premio 25 aprile-Anpi, il Premio Città di Torino, il Premio Polo del ‘900 e il Premio Giuria Giovani. Il bando è disponibile su http://www.ancr.to.it/wp/filmare-la-storia-18-il-nuovo-bando/


Filmare la storia nasce nell’a.s. 2003/2004 e può contare su un archivio di 1500 opere audiovisive, un patrimonio filmico di sicuro interesse per la ricerca storica e per la didattica della storia. Per valorizzare le opere premiate l’Ancr in collaborazione con gli enti partner del Polo
del ‘900 ha realizzato nel corso delle ultime due edizioni, sei kit didattici che contengono materiali e strumenti di approfondimento storico e cinematografico sui temi affrontati dalle opere premiate. Sono disponibili gratuitamente sul sito del Polo del ‘900 nella sezione Servizi educativi/Scuola/Unità-kit didattici. Al fine di diffondere il bando e promuovere la realizzazione di opere audiovisive sui temi del concorso l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza ha organizzato un ciclo di webinar:

Lunedì 30/11
ore 17-17.30
Presentazione del bando a cura della direzione Filmare la storia

Lunedì 14/12
ore 17-18
Realizzare un film con materiali d’archivio, con Rossella Schillaci, regista

Martedì 15/12
ore 17-18
Realizzare l’intervista, con Rossella Schillaci, regista

Mercoledì 16/12
ore 17-18 oppure 18-19
Realizzare un video a distanza, con Asia Gandoglia, insegnante

Per partecipare è necessaria l’iscrizione. Il modulo è disponibile sul sito www.ancr.to.it

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, via del Carmine 13, Torino, tel. 011 4380111, www.ancr.to.it – info@ancr.to.it – filmarelastoria@ancr.to.it

1 Dicembre 2020
News

Premio Maria Adriana Prolo 2020 a Cecilia Mangini: il video della cerimonia di consegna

“Un premio alla coerenza di una regista che stimola a entrare in empatia con gli ultimi e insegna la capacità e la possibilità di capire gli altri” con queste parole Micaela Veronesi, curatrice dell’ultimo numero di Mondo Niovo, ha commentato, insieme alla direttrice della rivista, Caterina Taricano, la scelta dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema di assegnare a Cecilia Mangini il Premio Maria Adriana Prolo 2020.

Ecco il video della consegna del premio avvenuta in streaming nell’ambito della sesta giornata del Torino Film Festival 2020.  

Tutti i vincitori del Premio Maria Adriana Prolo

2002 Elio Pandolfi
2003 Lucia Bosè
2004 Ottavia Piccolo
2005 Manuel De Sica
2006 Ugo Gregoretti
2007 Giuliano Montaldo
2008 Massimo Scaglione
2009 Marco Bellocchio
2010 Giuseppe Bertolucci
2011 Roberto Herlitzka

2012 Daniele Segre
2013 Piera Degli Esposti
2014 Bruno Bozzetto
2015 Lorenza Mazzetti
2016 Costa-Gavras
2017 David Grieco
2018 Pietro Perotti e Giorgio Arlorio
2019 Lorenzo Ventavoli
2020 Cecilia Mangini

Dal 2003 al 2009 il premio è stato consegnato a Gavi, al Festival Internazionale AF Lavagnino – Sezione Cinema, in tutte le altre edizioni durante il Torino Film Festival.

25 Novembre 2020
News

Una risata vi con/vincerà: al TFF un convegno sul cinema comico

“Una risata vi con/vincerà” il convegno che festeggia i 10 anni del premio “gli occhiali di Gandhi” all’interno del TFF

Per festeggiare i 10 anni di vita del premio, in associazione con lo storico sponsor, Aurora, e il nuovo compagno di viaggio, la cooperativa vitivinicola Pertinace, la collaborazione dell’Associazione Nazionale Museo del Cinema, con il sostegno della VII Circoscrizione, del Convitto Nazionale Umberto I e della cooperativa Triciclo, il Centro Studi Sereno Regis, con il patrocinio del Torino Film Festival, organizza il primo convegno nazionale sulla relazione tra cinema e nonviolenza:

Una risata vi con/vincerà

Il cinema comico come strumento di risoluzione nonviolenta dei conflitti

Sabato 28 novembre, ore 16, in streaming su Youtube Live e Facebook Live

Conduce Emanuela Martini. Intervengono Mario Blaconà, Domenico De Gaetano, Erika Degortes, Steve della Casa, Roy Menarini, Pat Patfoort, Vittorio Sclaverani e con la partecipazione straordinaria di Bruno Bozzetto e Maurizio Nichetti.

Il convegno si terrà online, sui canali social del Centro Studi Sereno Regis, della Associazione Nazionale Museo del Cinema e dell’Agenda del Cinema a Torino

«Promuovere la nonviolenza nel cinema – afferma Enzo Ferrara, presidente del centro – aiuta a svelare nuovi mondi possibili, nuove strade per una possibile convivenza pacifica tra le società e tra umanità e natura».

Era il novembre 2011 e l’allora direttore del TFF, Gianni Amelio, accettò di portare all’interno del festival un premio nuovo: “gli occhiali di Gandhi”, un riconoscimento ai film che educano alla pace, che insegnano la trasformazione nonviolenta dei conflitti, che documentano conflitti e ingiustizie. Da allora sono passati dieci anni, e l’attenta direzione del Torino Film Festival ha sempre sostenuto il premio, ospitandolo di edizione in edizione.

Molti le personalità del mondo della cultura che hanno accettato di testimoniare l’importanza di questo premio innovativo, unico nel panorama cinematografico italiano: da Bruno Bozzetto a Werner Weick, Paolo Virzì, Moni Ovadia, Maurizio Nichetti, Daniele Gaglianone, Silvio Soldini, Claudia e Silvia Pinelli, Michelangelo Tallone, Stefano Grossi.

Il premio, nonostante le difficoltà per la pandemia, continua a essere occasione di formazione, una delle mission del Centro Studi Sereno Regis: ogni anno vengono formati all’analisi cinematografica 12 studenti del Convitto Nazionale Umberto I, che quest’anno parteciperanno all’organizzazione della quarta rassegna del cinema nonviolento, “gli occhiali di Gandhi 2021”.

12 Novembre 2020
News

Premio Maria Adriana Prolo alla carriera 2020 a Cecilia Mangini

Mercoledì 25 novembre, cerimonia online a seguire, proiezione di Due scatole dimenticate di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli

In occasione del 38° Torino Film Festival, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è lieta di annunciare il conferimento del PREMIO MARIA ADRIANA PROLO ALLA CARRIERA 2020 a Cecilia Mangini, fotografa, documentarista, critico cinematografico, giornalista e sceneggiatrice.

Il Premio sarà consegnato nell’ambito di una cerimonia che sarà ospitata sulla piattaforma online dedicata al TFF alle ore 17.15 di mercoledì 25 novembre. Alla premiazione seguirà la proiezione del film Due scatole dimenticate – Viaggio in Vietnam (2020, 57′) di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli. Il film sarà visibile per 48 ore su Mymovies a partire dalle ore 14.00 di martedì 24 novembre.

Intitolato a Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema, il premio è un riconoscimento assegnato a una personalità del mondo del cinema che si è particolarmente distinta nel panorama italiano. In passato, il premio è stato conferito ai registi Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Massimo Scaglione, Daniele Segre, Bruno Bozzetto, Lorenza Mazzetti, Costa-Gavras, David Grieco, agli attori e attrici Piera Degli Esposti, Lucia Bosè, Ottavia Piccolo, Roberto Herlitzka, Elio Pandolfi, al compositore Manuel De Sica,allo sceneggiatore Giorgio Arlorio, al film-maker, artista e operaio Pietro Perotti, all’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli.

La diciannovesima edizione del premio ha come protagonista Cecilia Mangini: nata a Mola di Bari nel 1927, fin dall’inizio del suo lavoro porta uno sguardo impegnato, attento e personale sugli individui e sulla società, dedicando un’attenzione particolare ai temi della marginalità, dell’immigrazione e delle ingiustizie sociali. Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, sceneggiatrice di alcuni lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra, ha esplorato con la sua macchina da presa l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud Italia e alla Puglia, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico. Nel 2009 Cecilia ha ricevuto a Firenze la Medaglia del Presidente della Repubblica, «per aver trasmesso alle generazioni future, attraverso la sua attività di cineasta documentarista, alcune delle più belle immagini dell’Italia degli anni ‘50 e ‘60». Nell’ultimo decennio le sono state dedicate numerose mostre fotografiche: nel 2008 a Trieste; nel 2010 in Francia, a Créteil nel corso della retrospettiva che le ha dedicato il 33° Festival de Films des Femmes; nel 2011 a Barcellona nel corso della sua retrospettiva al Festival de Dones; nel 2015 a Lipari, nel 2016 a Bari, nell’ambito del BIF&ST e nei Cineporti di Puglia (Lecce e Foggia), nel 2017 al Museo  Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari a Roma, nel 2017 la mostra CECILIA MANGINI – visioni e passioni, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, realizzata da Big Sur, Erratacorrige, Cinema del reale, OfficinaVisioni. Dal 2013 è tornata alla regia grazie al coinvolgimento della regista Mariangela Barbanente con la quale ha realizzato il documentario In viaggio con Cecilia. Recentemente Cecilia Mangini ha inoltre stretto un sodalizio artistico con il regista Paolo Pisanelli, con il quale ha realizzato i film: Il Vietnam sera libre (2018), Due scatole dimenticate (2020), e ha in lavorazione un nuovo film dedicato a Grazia Deledda, dal titolo Grazia Deledda, la rivoluzionaria.

Come di consueto il numero di Mondo Niovo 18-24 ft/s, la rivista dell’AMNC diretta da Caterina Taricano, sarà interamente dedicato alla destinataria del premio, Cecilia Mangini. Curato da Micaela Veronesi con la collaborazione di Maria Giulia Petrini, il numero 105 di Mondo Niovo 18-24 ft/s  sarà presentato in occasione della consegna del Premio Maria Adriana Prolo alla carriera e ospiterà una lunga intervista alla regista che ci racconta il suo lavoro, la sua militanza nei circoli del cinema, la sua attenzione agli ultimi, alle periferie, al Sud, del lavoro con Pier Paolo Pasolini e Lino Del Fra e di cosa ha significato fare cinema documentario ed essere donna in un ambiente fortemente maschile. Il numero raccoglie anche numerose testimonianze di amici e collaboratori tra cui Mariangela Barbanente, Gabriella Gallozzi, Claudio Domini, Davide Barletti, Lorenzo Conte e Paolo Pisanelli, un apparato storico-critico sul lavoro della documentarista e moltissime immagini che raccontano anche il suo interessante lavoro come fotografa, e inoltre saggi e contributi di Silvia Nugara, Anna Masecchia, Daniela Persico e Gianluca Sciannameo.

Dopo la premiazione sarà proiettato Due scatole dimenticate – Viaggio in Vietnam di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli (Italia 2020, 57′, DCP, col.), una produzione OfficinaVisioni in collaborazione con Rai Cinema con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission con il supporto dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, l’Archivio Cinema del reale, Erratacorrige e Big Sur; la distribuzione è curata da Kiné.

Dimenticate per più di cinquant’anni in un vecchio scaffale sono state inaspettatamente ritrovate due scatole da scarpe piene di negativi fotografici 6×6. Nel 1965-66 Lino Del Fra e Cecilia Mangini hanno vissuto per tre mesi nel Vietnam del Nord in guerra con gli Stati Uniti effettuando i sopralluoghi per un film documentario sulla lotta di quel popolo deciso a conquistare l’unità e l’indipendenza. Dalla frontiera con la Cina fino al confine con il Sud, formalmente filo-statunitense e occupato militarmente dagli americani, Lino e Cecilia hanno esplorato le città, i porti, i paesi, le risaie, i fronti di guerra. Nel tentativo di piegarla, al Sud gli americani incendiavano le foreste con il napalm e al Nord avevano iniziato a fare terra bruciata con i bombardamenti a tappeto di giorno in giorno sempre più vicini alla capitale. Per l’assenza di rifugi antiaerei veri e propri Lino e Cecilia sono stati rimpatriati insieme alle tante delegazioni internazionali e a tutti gli stranieri presenti ad Hanoi. Quelle bombe americane interruppero la lavorazione del film. Durante tutti i sopralluoghi Cecilia Mangini aveva realizzato un grande reportage fotografico, in gran parte ancora inedito. Quella guerra, quella resistenza, quel popolo in armi rivive attraverso foto, scritti, ricordi e vuoti di memoria. 

Il Premio Maria Adriana Prolo è un’iniziativa curata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema nell’ambito del progetto Nuovo Cinema Piemonte 2020 sostenuto dal MiBACT, Regione Piemonte, Fondazione CRT e NovaCoop.

© Foto di Paolo Pisanelli

11 Novembre 2020
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