Che cos’è la VR? Come si usa? Che tipo di esperienza produce nello spettatore? A queste domande risponde Immersi nel futuro – La realtà virtuale, nuova frontiera del cinema e della TV di Simone Arcagni. Il primo libro bianco sulla VR è un progetto di Rai Cinema in collaborazione con Ufficio Studi Rai che offre un approfondimento critico e aggiornato sulla Realtà virtuale.
L’appuntamento con la presentazione del libro di Simone Arcagni è per domenica 15 novembre, alle ore 16, nel Canale Online Aula 5 del sito di Biennale Tecnologia.
Oltre all’autore, saranno presenti Valentina Noya, progettista culturale dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema che ha prodotto VR Free di Milad Tangshir, la regista Rossella Schillaci, il regista Alessandro Parrello e Carlo Rodomonti di Medusa Film.
Come Associazione Museo Nazionale del Cinema non nascondiamo il rammarico per la decisione, contenuta nel DPCM firmato nel weekend, di chiudere cinema e teatri del territorio nazionale da oggi, lunedì 26 ottobre, a martedì 24 novembre.
Sin da questa primavera, le strutture che ospitano proiezioni cinematografiche e spettacoli dal vivo hanno compiuto un grande sforzo in termini di risorse economiche e umane per garantire agli spettatori di continuare a coltivare la passione per il cinema, il teatro e le altre arti fruibili dal vivo. In un momento di difficoltà questo sforzo ha consentito alle sale cinematografiche di portare avanti il proprio ruolo di poli culturali diffusi e di preservare posti di lavoro e professionalità.
Un’analisi pubblicata dall’AGIS due settimane fa ha reso noto come, nel periodo fra il 15 giugno e l’inizio d’ottobre, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti si sia registrato un solo caso di contagio da Covid-19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali.
È superfluo aggiungere come le restrizioni imposte dal nuovo DPCM vadano a colpire un settore culturale messo in grande difficoltà già dalla prima ondata pandemica della scorsa primavera.
Tutte le proiezioni organizzate dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema sono sospese e rimandate a data da destinarsi. Siamo al lavoro per riprogrammare il più presto possibile le restanti proiezioni della rassegna Gli occhiali di Gandhi organizzata dal Centro Studi Sereno Regis e l’anteprima del film Ventisette di Donatella Di Cicco.
Continuate a seguire gli aggiornamenti sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) organizza per lunedì 16 novembre, alle ore 21.00, al Cinema Massimo, l’anteprima di Ventisette documentario di Donatella Di Cicco prodotto da Enece Film, in occasione della Giornata mondiale della prematurità 2020. Il film racconta una gravidanza nell’intimità di una famiglia che si interrompe a ventisette settimane. Al sesto mese nasce precocemente Anna Mia, a causa di una pre-eclampsia: il suo peso è di settecentoquaranta grammi. Viene ricoverata per tre mesi nel reparto di terapia intensiva neonatale della Clinica Universitaria del Sant’Anna di Torino (TINC). Tre lunghissimi mesi di piccoli progressi, misurati in grammi, passo dopo passo. Il film è diventato lo strumento che l’autrice ha utilizzato per non perdere la fiducia anche quando tutto sembrava andare in una direzione opposta. Un modo per reagire alle avversità senza perdere un innato istinto primordiale verso la vita. Introducono la regista, Davide Oberto responsabile delle sezioni Tffdoc e Italiana.corti del Torino Film Festival e Valentina Noya dell’AMNC. Ospiti della serata anche il professor Enrico Bertino (Direttore della S.C. Neonatologia dell’Università Città della Salute e della Scienza di Torino), la dottoressa Alessandra Coscia (responsabile Terapia Intensiva Neonatale Clinica), il montatore e produttore del film Tommaso Perfetti (Enecefilm) e Cristina Badalau (rappresentante dei Genitori Senior). La proiezione è organizzata in collaborazione con l’Ospedale Sant’Anna, l’Associazione Piccoli Passi Onlus e il progetto dei Genitori Senior.
Donatella Di Cicco, Ventisette(Italia 2020, 87′, HD, col)
“Negli ultimi anni la mia ricerca – dichiara la regista Donatella Di Cicco – ha esplorato maggiormente la tematica della maternità, nel mio precedente film Daimon così come quello ancora in lavorazione, Lettere a Baby Blue, dove ho approfondito la relazione madre e figlia. I miei lavori nascono spesso da racconti autobiografici, quindi ho documentato tutto il percorso della gravidanza fino al sesto mese, ma ho interrotto le riprese nel momento in cui questa ha avuto un risvolto inedito per la malattia che mi ha colpito. Solo in un secondo momento per elaborare una sorta di distacco emotivo ho ripreso in mano la telecamera e iniziato a filmare mia figlia, nel quotidiano dei giorni passati in ospedale. Tutto ciò mi ha aiutato a gestire in modo migliore questo evento. Ho accompagnato questo tempo raccontando anche il lavoro straordinario del personale medico e infermieristico insieme alle testimonianze dei genitori senior, le mamme e i papà dei bambini prematuri che sono ormai grandi. Da qui l’idea del film è diventata una necessità di cui non ho potuto fare più a meno. Un monito per chi da adulto, dimentica il suo esordio alla vita.”
Streeen e Associazione Museo Nazionale del Cinema sono liete di organizzare la proiezione evento di Zona 18 Limon, Guatemala di Claudio Paletto (2000, 48′), per festeggiare il 25 anno di attività di International Help Onlus.
Giovedì 22 ottobre alle 20,30 al Cinema Centrale Arthouse di Torino e in contemporanea streaming su streeen.org.
Presentato in anteprima al 18° Torino Film Festival, Zona 18 Limon, Guatemalaè la storia di un viaggio. Dal Piemonte e Guatemala, per riannodare i fili di una vita. Negli anni ’70 don Piero Nota è stato un prete scomodo, parroco a Mirafiori sud, quartiere operaio di Torino dove si lottava per la casa. In seguito, la sua coerenza lo ha portato tra le baracche del Limon, zona marginale di Città del Guatemala, dove ha scelto di condividere con altri poveri le tragedie e le sofferenze di un intero popolo. Il documentario di Claudio Paletto, prodotto da International Help per finanziare e promuovere le proprie iniziative, è un film tragicamente anticipatore e attuale che ancora oggi continua a essere visto, a suscitare dibattito, a essere utile alla “causa”. Abbiamo scelto questo film per celebrare il lavoro che International Help, onlus torinese composta da medici e viaggiatori solidali, da un quarto di secolo porta avanti nelle zone più disagiate del mondo. Senza spese di apparato, a fianco degli ultimi, è attualmente presente con progetti umanitari in Afganistan, Etiopia, Cuba, Kurdistan Irakeno e Rojava, Guatemala. Il Film entrerà a far parte del catalogo on demand di Streeen ed i proventi andranno a sostenere i progetti di International Help Onlus.
La serata è a ingresso gratuito, streaming gratuito in contemporanea.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre si terrà la seconda
edizione del Monza International PV FESTIVAL 2020, Festival Internazionale di Video Partecipativo www.liberisvincoli.it/pvfestival2020.
Sarà un’opportunità di visione dei lavori filmici
realizzati in Italia e all’estero, ma anche un’occasione di formazione,
confronto e analisi per educatori, formatori, ricercatori, insegnanti studenti
e appassionati di cinema. Si svolgerà quest’anno al teatro Binario 7 di
Monza e anche online: sarà infatti integralmente trasmesso in diretta
streaming e con traduzione simultanea in italiano e inglese: una
scelta dettata dai limiti alla capienza delle sale imposti dalle normative di
sicurezza, ma anche dal livello dei relatori internazionali.
La partecipazione è gratuita, sia al Binario 7 che online.
Numerosi gli esperti che interverranno. Si
segnalano, tra loro, alcuni dei più noti a livello mondiale: JackieShaw,
Institute of Development Studies (IDS), Regno Unito; IoanaLiterat,
Columbia University di New York, Stati Uniti; ChrisHigh,
Linnaeus University, Svezia; Chris Lunch, InsightShare, Regno Unito; Angelo
Loy, documentarista, Italia; EmanuelaMancino, Università
degli Studi di Milano Bicocca, Italia; la direttrice artistica del festival CristinaMaurelli, Università degli Studi di Brescia.
Non mancherà anche la progettista dell’Associazione
Museo Nazionale del Cinema, Valentina Noya che alle 10.30 del 18
ottobre discuterà nel panel previsto per le esperienze italiane in
particolar modo dello stato dell’arte del video partecipativo in Piemonte.
È
doveroso partire da quanto è capitato nel mondo a partire dallo scorso gennaio.
Quasi tutte le attività hanno subito un brusco rallentamento, alcune, legate
alla cultura e all’intrattenimento, si sono addirittura fermate per mesi.
Questa rassegna, che doveva partire proprio lo scorso febbraio, ritorna
quest’autunno che speriamo segni la ripresa della scuola, dell’economia, della
cultura, ma soprattutto del nostro stare insieme. La rassegna Gli
occhiali di Gandhi, giunta alla sua quarta edizione, è curata
dal Centro Studi Sereno Regis che quest’anno si avvale della collaborazione
dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC).
I
film che presenteremo presso il Cinema Massimo, il Cinema Lux e
la Sala Gabriella Poli, spazi in cui saranno rispettate rigorosamente le
norme anti-Covid, non sono semplicemente la riproposizione di quelli che
avremmo programmato a febbraio: abbiamo tratto vantaggio dai mesi passati per
restare aggiornati, attenti alle nuove produzioni. Siamo quindi in grado di
offrire una selezione ragionata e attuale dei film che accolgono la visione
gandhiana del mondo e la rappresentano al cinema. La rassegna si inserisce
nell’ambito del Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile 2020. Tutte le proiezioni hanno un biglietto
d’ingresso intero di 6,00 Euro, 4,00 Euro il ridotto.
Il primo appuntamento è in programma lunedì 5 ottobre, alle ore 21,00, presso il Cinema Massimo (via Verdi 18, Torino), con Pietro Neggio. Il re dei ciarlatani. Il lungometraggio, realizzato con la conduzione poetica di Giacomo Pugliese e Luca Lusso, parte da un’esperienza scenica curata dalla compagnia integrata di teatro sociale I Sognattori. Saranno presenti gli autori, il cast tecnico e artistico. Alla serata parteciperà Sonia Schellino, Vicesindaca e Assessora al Welfare della Città di Torino. Introdurranno Dario Cambiano del Centro Studi Sereno Regis (CSSR) e Vittorio Sclaverani, Presidente dell’AMNC. Al termine della proiezione ci sarà un momento di discussione in cui interverranno Fabrizio Bragastini, presidente della Cooperativa L’Arcobaleno, Cristina Garetto, presidente del Tiglio Onlus, Epaminondas Thomos del Circolo poetico urbano Orfeo e Giordano Amato, regista teatrale e Direttore Artistico de Il Mutamento Zona Castalia.
La
rassegna prosegue lunedì 12 ottobre alle 21,00 al Cinema Lux
(Galleria San Federico 33, Torino) dove si ricorderà l’autunno di quarant’anni
fa, una lotta a oltranza contro il licenziamento di migliaia di operai da parte
della Fiat. In solidarietà e sostegno si schierarono il consiglio comunale, la
Regione Piemonte e moltissimi cittadini; il 10 ottobre 1980 con lo sciopero
generale nazionale di tutte le categorie si sono coinvolti più di nove milioni
di lavoratori. Per non dimenticare quello che è stato uno dei più alti momenti
di soggettività operaia nella storia del nostro paese sarà proiettato il
documentario Fiat, Autunno 1980 di Pietro Perotti e Pier
Milanese (2000, 60′) alla presenza degli autori. Il film, presentato
durante il 18° Torino Film Festival, sarà mostrato in una nuova versione che
comprenderà le immagini firmate da Roberto Buttafarro (Uomini in
carne e ossa del 1981). L’appuntamento è organizzato in collaborazione con Volere
la luna e Streeen, la piattaforma per lo streaming del cinema
indipendente e d’autore.
Il
terzo appuntamento lunedì 19 ottobre alle 21,00 al Cinema Lux
(Galleria San Federico 33, Torino) prevede l’anteprima regionale di The
Cave di Feras Fayyad e Alizar Hasan (2019, 95′),
candidato agli Oscar e vincitoredel Premio del pubblico alla VI
edizione del Mese del Documentario. Feras Fayyad (Last Men in Aleppo)
torna nel suo paese natale per seguire una squadra di dottoresse che curano
instancabilmente le vittime in un ospedale ospitato in un bunker mentre
combattono il sessismo sistemico. La camera porta lo spettatore in un paesaggio
sotterraneo, una rete di tunnel segreti sotto Ghouta, nei pressi di Damasco.
Girato nell’arco degli ultimi due anni in condizioni difficilissime, il film
offre un punto di vista unico sulle vicende drammatiche della Siria che sono
alla base anche dei fenomeni migratori contemporanei.
La serata di lunedì 26 ottobre alle 21,00 al Cinema Lux (Galleria San Federico 33, Torino) è dedicata ai temi dell’immigrazione con Ghiaccio di Tomaso Clavarino (2019, 80′), alla presenza del regista e di Daniela Berta, direttrice del Museo Nazionale della Montagna di Torino. Il documentario prodotto da ActingOUT racconta la storia di sei richiedenti asilo che dall’Africa sono arrivati in una valle piemontese e in attesa di conoscere il loro futuro fondano la prima squadra di curling di rifugiati. Il film segue le vicende del gruppo, tra integrazione e burocrazia, mantenendo l’attenzione sullo sport come mezzo di riscatto sociale e umano; l’appuntamento è organizzato in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna.
Giovedì 29 ottobre alle 21,00 ci si sposterà nella sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino) con la proiezione di The climate limbo di Francesco Ferri, Elena Brunello e Paolo Caselli (2019, 40′) alla presenza dei registi in sala. Il film affronta la complessa connessione tra disastri ambientali e migrazioni attraverso le storie di Queen, fuggita dalla Nigeria a causa dei danni causati dal petrolio sull’ambiente, di Rubel, scappato dalle inondazioni del Bangladesh, e le voci di Francesco, Luigi e Carlotta, agricoltori e allevatori italiani che si confrontano con il problema della desertificazione e della perdita di biodiversità in Italia, il film documenta come il cambiamento climatico spingerà sempre più persone a lasciare la propria terra. Intervengono Mara Alaqua di Cambalache, l’associazione che ha prodotto il documentario e Nouhoum Traoré dell’Associazione Mosaico.
Giovedì
5 novembre alle 21,00 presso
la sala Gabriella Poli (Via Garibaldi 13, Torino) sarà la volta di Millions
Can Walk di Christoph Schaub e Kamal Musale (2015, 88′);
il documentario racconta un episodio della storia degli Adivaso, una
popolazione indigena dell’India che nell’ottobre del 2012 si mise in marcia,
attraversando villaggi e città, per protestare in forma nonviolenta per i
propri diritti contro i continui espropri e la costruzione selvaggia di
grattacieli e infrastrutture sui terreni che erano stati loro. Introduce la
giornalista Daniela Bezzi.
La
rassegna prosegue giovedì 12 novembre alle 21,00 nella sala
Gabriella Poli (Via Garibaldi 13, Torino) con Non è un pranzo di gala
di Stefano Grossi (2018, 50′), il primo film italiano sulla storia della
nonviolenza, realizzato con i giovani attori del Liceo Coreutico Germana Erba
di Torino nell’ambito della mostra 100 anni di pace, dove sono messe in
scena in forma molto intensa le vite di chi ha lottato per un mondo migliore
con la solo forza delle idee e della giustizia.
La rassegna si concluderà giovedì 19 novembre alle 21,00 presso la sala Gabriella Poli (Via Garibaldi 13, Torino) con The Milky Way di Luigi D’Alife (2020, 84′), alla presenza dell’autore. Di giorno le montagne tra Clavière e Monginevro sono attraversate da migliaia di sciatori in vacanza sulla neve nel comprensorio sciistico “La Via Lattea”; di notte, sono percorse di nascosto tra i boschi da decine di migranti che lasciano l’Italia per proseguire il loro viaggio oltre il confine con la Francia. The Milky Way prodotto da SMK factory è la storia della solidarietà degli abitanti e dei pericoli affrontati dai migranti raccontata attraverso scorci di vita e graphic novel animate sullo sfondo del mondo di montagna con la consapevolezza che qui come in mare nessuno si lascia da solo.
La
quarta edizione de Gli occhiali di Gandhi è curata dal Centro Studi Sereno
Regis e dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema con la preziosa
collaborazione del Convitto Nazionale Umberto I, Cinema Lux – Movie Planet
Cinemas, Volere la luna, Streeen e Museo Nazionale della Montagna.
L’Associazione
Museo Nazionale del Cinema (AMNC), dopo un periodo molto complesso
per tutti, è lieta di inaugurare la stagione culturale 2020/21 con l’anteprima
work in progress del film indipendente Pietro Neggio. Il re dei
ciarlatani (2020, 76′) prodotto dall’Associazione il Tiglio Onlus
e dalla Cooperativa Sociale L’Arcobaleno grazie al sostegno della Fondazione
CRT.
L’appuntamento
è in programma lunedì 5 ottobre alle ore 21,00 presso la sala 1
del Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino), il biglietto intero ha il
costo di 6,00 Euro, 4,00 Euro il ridotto. Il lungometraggio, realizzato con la
conduzione poetica di Giacomo Pugliese e Luca Lusso, parte da
un’esperienza scenica curata dalla compagnia integrata di teatro sociale I
Sognattori; alla serata parteciperanno gli autori, il cast tecnico e
artistico e Sonia Schellino, Vice Sindaca e Assessora alle Politiche
Sociali della Città di Torino; introducono Dario Cambiano del Centro Studi
Sereno Regis (CSSR) e Vittorio Sclaverani, Presidente
dell’AMNC. Al termine della proiezione ci sarà un momento di discussione in cui
intervengono Fabrizio Bragastini, presidente della Cooperativa
L’Arcobaleno, Cristina Garetto, presidente del Tiglio Onlus, Epaminondas
Thomos del Circolo poetico urbano Orfeo e Giordano Amato, regista
teatrale e Direttore Artistico de Il Mutamento Zona Castalia.
La proiezione
è inserita nell’ambito del Festival della Nonviolenza e della Resistenza
Civile 2020 coordinato dal CSSR in sinergia con molteplici attori
socio-culturali del territorio che si svolgerà a Torino dal 2 al 17 ottobre e
rappresenta il primo appuntamento della rassegna Gli occhiali di Gandhi che
si articolerà tra il Cinema Lux e la Sala Gabriella Poli fino al 12 novembre.
Il film si
sviluppa nell’arco di un secolo: nel 1917 Pietro Neggio prova a fermare la
guerra con uno spettacolo teatrale, il suo tentativo fallisce, viene scacciato
e deriso. Pietro non si arrende, così comincia il suo viaggio alla ricerca di
altre persone, per lo più ai margini, con cui condividere questa disobbedienza
e costruire la possibilità di creare qualcosa in grado di illuminare le
coscienze e fermare la guerra. Oggi, un altro uomo, Angelino Neggio, sta
perdendo il lavoro quando viene contattato per recuperare il diario del suo
antenato. Attraverso l’incontro con l’altro e la ricostruzione della storia del
bisnonno Angelino riuscirà a trovare l’ispirazione per affrontare i grandi
fantasmi del suo presente: delocalizzazione, disoccupazione, sgretolamento
della collettività. Anche la storia di Angelino e del suo gruppo si trasforma
in una storia artistica e di disobbedienza che si muove contro l’omologazione e
le altre forme di dominio, fino all’impossibile, fino a piegare il tempo.
“Che cosa è il tempo e come trasforma la qualità dei nostri desideri? Le nostre azioni possono influenzare la vita dei nostri antenati? La guerra e gli altri accidenti possono avvelenare le nostre anime? Dove finisce un’anima e dove inizia un ego? La morte può insegnarci l’amore? Sono solo alcune delle domande che i personaggi del racconto cinematografico ci pongono: – dichiarano Luca Lusso e Giacomo Pugliese – Pietro il teatrante anarchico che nel 1917 tenta di far disertare i suoi compaesani e il nipote Angelino che nel 2017 entra nel vasto esercito dei disoccupati grazie a scelte economiche dissennate. Riusciranno i due ad aiutarsi oltre i confini del tempo?”
“La Guaritrice” 2020 Video HD Rebecca Ballestra. Regia Giuseppe Laspada
Domenica 20 settembre alle ore 16.00 (obbligatoria la prenotazione che sarà confermata all’indirizzo mail info@mbrart.com o al link: https://forms.gle/DPKsQH58tdmLNq9b7 entro le 18.00 di venerdì 18 settembre), a Palazzo Barolo, salone d’onore: “La Guaritrice”. Opera di Maria Rebecca Ballestra ingresso da Via delle Orfane, 7
Introduce Tea Taramino, curatrice del PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari Intervento degli artisti Amalia Cangiano, Loredana Galante, Franca Fioravanti, Julien Friedler Concerto di Emiliano Toso
L’artista Maria Rebecca Ballestra, dopo la produzione dell’opera video “Conversazione sul tempo” (2019) commissionata dalla Comunità Europea ed esposta al Museo BOZAR di Bruxelles nell’ambito del progetto Resonance Festival, si è dedicata alla creazione di un’opera video incentrata sul binomio Sofferenza e Cura.
Nata da una riflessione in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightngale, l’opera affonda le sue radici nel vissuto personale di Maria Rebecca Ballestra, che ha lottato con una lunga malattia, facendo esperienza diretta della sofferenza ma anche del sollievo che la cura può portare.
E’ in una stanza di ospedale, infatti, che è nata l’idea di mettere in dialogo le diverse sensibilità degli artisti coinvolti, per rendere omaggio a Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio 1820 – Londra, 13 agosto 1910), considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna e nota come “la signora con la lanterna”. Quando nel 1872 Henry Dunant crea la Croce Rossa Internazionale, si dice ispirato dal lavoro della Nightingale.
L’opera fonde un’intervista a Julien Friedler, che ha fatto di sofferenza e cura gli elementi centrali della sua ricerca artistica, le performances di Maria Amalia Cangiano, incentrata sul tema del prendersi cura di se stessi per poter curare anche gli altri, e Loredana Galante, basata sul togliere le spine della sofferenza ai malati, e una selezione di testi scelti e adattati dal drammaturgo Marco Romei, inframmezzati dai contributi raccolti da Maria Rebecca Ballestra tra le molte testimonianze personali ricevute tramite i social, recitati dall’attrice Franca Fioravanti. Il video creato a rappresentazione metaforica e simbolica della trasformazione interiore con brani musicali di Emiliano Toso e la regia di Giuseppe Laspada.
Evento promosso da Espoarte Contemporary Art magazine e NM>Contemporary di Monaco in collaborazione con Città di Torino/GiovanixTorino; Opera Barolo; ASL Città di Torino/Gruppo Formazione Lavoro; Associazioni: Artenne, Forme in bilico, Cultural Welfare Center e Associazione Museo Nazionale del Cinema.
INFO Da mercoledì 23 settembre a domenica 18 ottobre l’opera sarà visibile nella sala video delle cantine di Palazzo Barolo Orario: mercoledì, giovedì, venerdì ore 15.00 – 17.30; sabato e domenica ore 15.00 – 18.30 con ingresso da Via Corte d’Appello 20/c www.artenne.it – artenne@gmail.com
StraLi ha compiuto due anni e per festeggiare ha scelto il cinema!
Mercoledì 16 settembre alle ore 21 sarà proiettato il film “Una Giusta Causa”, (2018, Stati Uniti, regia di Mimi Leder) presso la Casa del Quartiere di San Salvario, in via Morgari 14.
Perché StraLi ha scelto questo film? “Una giusta causa” (il titolo originale, meno azzeccato, è On the basis of sex) é la storia di uno dei primi casi di strategic litigation in America: è la storia di Ruth Bader Ginsburg, avvocato, e ora primo giudice donna della Corte Suprema americana, che non si è mai arresa di fronte allo status quo della legge e con la sua professione ha spinto l’intero sistema legislativo verso l’uguaglianza e la giustizia. In altre parole è il film che meglio può rappresentare e descrivere l’attività che si propone di portare avanti StraLi.
L’ingresso è libero con tesseramento Strali e volendo arrivare prima della proiezione del film la Casa del Quartiere propone un menù a tema “Una Giusta Causa”: scrivete a info@strali.org per la prenotazione e affrettatevi in quanto sono disponibili solo 100 posti, mentre il tesseramento a StraLi è sempre aperto, online o direttamente all’evento!
Per quanto riguarda la cena potete invece prenotare mandando una mail a bagnimunicipali@gmail.com o chiamando il numero 3934591027.
Vi aspettiamo numerosi per condividere una serata di cinema e rinnovare la vostra preziosa tessera rossa (o farla per la prima volta), rigorosamente all’aperto e in sicurezza!
Sarà un settembre intensissimo per VR Free, un vero e proprio giro del mondo in sei festival. Ecco tutte le rassegne alle quali prenderà parte il cortometraggio in VR diretto da Milad Tangshir e prodotto da AMNC:
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